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domenica 21 marzo 2010

Film e mistero - Apparizioni Mariane : Lourdes






Trama del film Lourdes:

Christine ha trascorso la maggior parte della sua esistenza inchiodata a una sedia a rotelle. Decide di recarsi a Lourdes, il leggendario luogo di pellegrinaggio situato nel cuore dei Pirenei, per uscire dall'isolamento. Una mattina, al risveglio, si scopre apparentemente guarita da un miracolo. La guida del gruppo di pellegrini, un affascinante quarantenne membro dell'Ordine di Malta, comincia a mostrare un certo interesse nei suoi confronti. Mentre la sua guarigione suscita gelosia e ammirazione, Christine cerca di afferrare la nuova occasione di felicità che la vita le ha offerto.





Fonte http://www.unitalsibarletta.it/?page_id=101

Lourdes: la storia

L’alba dell’ 11 febbraio 1858 annuncia un giorno di freddo e di nebbia. Presso la famiglia Soubirous ci si sveglia lentamente, in una casa piccola e malsana, che in tempi non lontani è servita come succursale della prigione di Tarbes. Da allora viene chiamata il “Cachot” (gattabuia). Adesso è lì che il comune alloggia gli indigenti.il cachot

La mamma è già in piedi ed all’opera vicino al focolare. Bernadette (foto a sinistra) la vede, ombra immensa o furtiva davanti alle fiamme, e la sente dire a bassa voce: “Nou y pas mes legna” – Non c’è più legna. “Bera gracia dou boun Dieu” – Che bella grazia del buon Dio, dice allora Bernadette tra sé e sé. Per andare a cercare della legna sulle rive del fiume Gave, potrà finalmente uscire da quella stanza maleodorante, dove soffoca a causa dell’asma e dove tutta la famiglia dorme alla rinfusa.

Prima almeno, laggiù al mulino, il mulino di Boly, dove aveva vissuto per dieci anni, si poteva respirare meglio e non c’era da far quadrare continuamente i conti. Perfino a Bartrès le cose andavano meglio da questo punto di vista. il mulino di bolyÈ vero, però, che c’era dell’altro: i lavori della fattoria che non finivano mai, la solitudine quando montava la guardia alle pecore, e soprattutto il continuo malumore della padrona, che avendo avuto molte disgrazie, non riusciva a sopportare di vedere qualcuno felice. Era lei stessa ad essersi incaricata d’insegnare il catechismo a Bernadette, la sera al lume di candela, ma non aveva per nulla pazienza e, sbattendo regolarmente il libro davanti alla faccia dell’alunna, le gridava: “Ben ben nou seras james que un pepia” – Via, Via, sarai sempre un’allocca. Per la nostra povera bimba imparare il catechismo era un percorso impossibile, quasi un incubo…Di fatto, il soggiorno a Bartrès non era stato di grande utilità e a Lourdes, dov’era tornata, si era punto e a capo. I sacerdoti della parrocchia erano inflessibili: niente catechismo, niente comunione!

Il sole è ormai alto. “Coraggio, bisogna scendere verso il Gave per andare a cerca di legna”. Per Bernadette è una festa, ma la mamma è preoccupata: “Bernadette, prenderai freddo, mettiti il cappuccio”. Bernadette prende il cappuccio, ed eccola scendere giù per la stradina con la sorella Toniette e Jeanne Abadie, una vicina di casa, e arrivare, quasi senza accorgersene e senza averlo propriamente scelto, davanti alla grotta di Massabielle (la vecchia roccia). Lì c’è un canale, una specie di ruscello che ne impedisce l’accesso. Toniette e Jeanne l’attraversano saltando e gridando che l’acqua è gelida. Bernadette resta indietro, ha paura di prendere freddo. - “Aiutatemi a gettare dei sassi nell’acqua perché possa passare”.la grotta al tempo delle apparizioni
- “Colpo di fulmine, passa come abbiamo fatto noi!” – le risponde Jeanne. È a questo punto che succede una cosa meravigliosa: “Dopo un colpo di vento – racconta Bernadette – ho visto qualcosa di bianco, simile ad una piccola ragazza. Ho tentato di fare il segno della croce, ma non sono riuscita: la mano mi si era appesantita. Poi è stata la ragazza a far il segno della croce e allora anche io sono riuscita”. Per Bernadette l’essenziale è questo: “Una piccola ragazza, non più grande di me, bella più di tutto, che mi sorride”. L’essenziale del messaggio di Lourdes è questo sorriso di Dio, è Dio che ama per primo. E questa ragazza, che noi sappiamo essere l’Immacolata, ne è testimone e segno in mezzo a noi.

Per sette apparizioni, su diciotto, mentre intorno alla veggente la gente si muove, si innervosisce, si agita e a volte addirittura si irrita, la ragazza della grotta non farà altro che rassicurare Bernadette, familiarizzare con lei e sorriderle. Le farà anche alcune confidenze che Bernadette conserverà fino alla fine.I primi tre incontri sono senza dubbio i più pittoreschi. Dopo quell’ 11 di febbraio, i genitori di Bernadette vogliono impedirle di tornare alla grotta, ma finiranno col lasciarsi convincere e le permetteranno di scendere due volte a Massabielle: una con una banda di mocciose scapigliate, che furono ben presto vinte dalla paura; un’altra con una certa signora Milhet, persona che si diceva degna e piena di meriti e che di tanto in tanto offriva del lavoro a Louise, la mamma di Bernadette. Ed è appunto quel 18 febbraio che, per la prima volta, colei che Bernadette chiama “Aquero”, “quella lì”, la piccola ragazza di luce, le parlerà con voce “soave e dolce”, teneramente.La signora Milhet ha chiesto a Bernadette di presentare all’apparizione carta e penna perché ci iscriva la sua identità e i suoi desideri. Bernadette l’ha fatto. Tuttavia ecco che la ragazza della roccia risponde sorridendo (ridendo, dice addirittura Bernadette): “Quanto ho da dire non è necessario metterlo per iscritto. L’essenziale delle relazioni che Dio desidera avere con gli uomini non è prima di tutto un affare di scrittura, ma un cuore a cuore con Lui. bernadette soubirousDopo di ciò “Aquero” dirà: “Vuole farmi la grazia di venire quì per quindici giorni?” Parole straordinarie per dolcezza e delicatezza finanche nella loro sonorità. Mi ha dato del “lei”, diceva Bernadette, a cui nessuno mai s’era rivolto in questo modo. Dio non ci parla dall’alto e in maniera altisonante, ma ci dà un appuntamento con grande tenerezza e immenso rispetto.Dopo il “si” di Bernadette, “Aquero” dirà ancora: “Non prometto di renderla felice in questo mondo ma nell’altro”. Questa frase ci dice che Dio persevera ed è fedele alle promesse. Ci afferma che il cielo esiste. Fino all’ottava apparizione, la ragazza della roccia non dirà altro che questo a Bernadette, in un atmosfera di tenerezza, di gioia e di complicità.

Ma ecco che il 24 febbraio, nel corso dell’ottava apparizione, “Aquero” pronuncia una parola nuova, che ripeterà per molti giorni: “Penitenza”. E aggiunge: “Preghi Dio per i peccatori”, chiedendo il giorno successivo a Bernadette di baciare la terra per i peccatori, di mangiare l’erba e infine di bere l’acqua piena di fango, che sgorga dal fondo della grotta, e di lavarsi con essa.
È importante notare come queste parole arrivino al momento giusto. Non vengono prima ma dopo la rivelazione dell’amore. A Lourdes, come nel vangelo, Dio non ci dice “convertitevi e vi amerò”, ma “vi amo, convertitevi”. Ciò che rende triste la signora di Massabielle, e con lei Bernadette, è di vedere come Dio spesso ci ami senza nessun risultato. Sta qui il mistero dell’amore, simboleggiato dall’acqua che sgorga dal fondo della grotta, acqua sporca che Bernadette berrà e con la quale si laverà, col rischio di apparire matta, e che diverrà acqua che disseta, purifica e guarisce.


La grotta delle apparizioni all'epoca


E gli altri? Mentre la veggente andava in estasi, raggiante alla presenza dell’amica celeste, cosa facevano le altre persone di Lourdes, che dietro di lei si appassionavano e discutevano, pieni gli uni di ammirazione gli altri di disprezzo, curiosi questi devoti quelli? Bernadette sembrava non preoccuparsene affatto. Certo, prima e dopo le apparizioni, li ritrovava dicendo loro che la signora era felice di vederli, che sorrideva pure a loro, ma non faceva nulla per attirarli o per impartire lezioni e passava indifferente in mezzo alla folla, fermandosi appena talvolta per una miseria più grande della sua. La signora di Massabielle aveva, però, ancora ben altre intenzioni e ben altri progetti. Nel corso della tredicesima apparizione, il 2 marzo 1858, chiederà alla piccola messaggera “di andare a dire ai sacerdoti che si costruisca quì una cappella e che si venga in processione”. Cosa?! Una cappella! Una processione! A Massabielle, luogo selvaggio e malfamato! Per don Peyramale, il parroco, era delirio puro: don Peyramale sentiva già le risa dei signori del Caffè Francais. Ma un giorno, malgrado tutto, il parroco si lascerà quasi intenerire dall’ingenua messaggera della ragazza di Massabielle e prometterà la costruzione della cappella, purché l’ipotetica apparizione sveli il suo nome. E’ quanto avverrà il 25 marzo 1858: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Si tratta della firma e di nuovo dell’essenziale del messaggio. “Io sono l’Immacolata Concezione”: la cosa del cielo, la piccola ragazza di luce ha detto il suo nome. E’ colei che, in mezzo agli uomini, è il segno che Dio li ama, prima ancora che lo riconoscano e soprattutto che lo meritino. S. Giovanni lo dice chiaramente: Dio ci ha amati per primo. E’ questa fede, questa speranza, questo amore che cercano a Lourdes, condotti dalla Vergine Maria a Gesù, i poveri, gli ammalati, i peccatori. Ed è qui che sentono che non c’è povertà peggiore, peggiore malattia della povertà e della malattia di non amare.



don Peyramale



Dopo le apparizioni una folla sempre più numerosa giunge al Cachot, dove Bernadette vive ancora con la sua famiglia. Per allontanarla da tale invadenza, il parroco la fa entrare dalle suore quale pensionante (15 luglio 1860). Qui frequenta la scuola, è incaricata di alcuni lavori casalinghi ed accudisce i malati per i quali dimostra grande affetto. Cresce normalmente e, come tutti i ragazzi della sua età è golosa e persino civettuola. Si interroga, tuttavia, in merito al suo futuro. Aquero infatti non le aveva detto nulla di ciò che avrebbe dovuto fare. Tocca a lei trovare la sua strada. Allora lei cerca, ascolta, guarda: la sua scelta sarà veramente libera. poco a poco, nel segreto, pensa alla vita consacrata. Nel 1864 prende la sua decisione e chiede di diventare suora nella Congregazione che la ospita. Perché? “Perché mi ci sento bene, perché nessun mai mi ci ha forzato e perché amo i poveri”. Il suo desiderio è ora quello di vivere nascosta, dimenticata. Talvolta, invece ha l’impressione di essere messa in mostra “come un animale alla fiera”. Il 4 luglio 1866, può finalmente partire per il convento di Nevers. Non tornerà mai più a Lourdes. È un’altra parte della vita di Bernadette, importante quanto la prima: 13 anni di vita religiosa trascorsi nel servizio e nella preghiera, come aveva imparato alla Grotta: “Ciò che conta è amare”. Non perché aveva visto la Vergine, Bernadette doveva farsi suora. Ha semplicemente scoperto che Dio è straordinario, che attira come una luce, che brucia come un fuoco (17^ apparizione del 7 aprile, detta del “miracolo del cero”). Ma come vivere ogni giorno? Sono stati necessari sei anni (dal 1858 al 1864) per poter rispondere a questa domanda. L’8 luglio 1866, nella grande sala delle riunioni del Convento di San Gildard a Nevers, divenuta oggi una cappella, davanti a 300 suore della comunità, Bernadette con un cappuccio bianco, racconta le apparizioni per l’ultima volta. Qui per tredici anni, al servizio di Dio e delle sue sorelle, Bernadette vive in profondità il messaggio di preghiera e di conversione che Maria le ha affidato a Massabielle.Spesso va a pregare davanti alla statua di Nostra Signora delle Acque: “Si trova in fondo al giardino in una specie di grotta, ha qualcosa della bellezza che ho visto”. Sono giorni fatti di semplicità, intessuti di servizio e amore, ma toccati spesso dalla malattia. Svolge i suoi compiti di infermiera con disponibilità, delicatezza, generosità: “Non vivrò un solo istante senza amare”. Bernadette a nevers ma la malattia continua a colpire: asma, emottisi, tumore osseo al ginocchio. L’11 dicembre 1878 è definitivamente costretta a letto: “Sono macinata come un chicco di grano”. Tormentata da una prova spirituale interiore, vivrà la sua passione sotto i grandi veli, che definisce la sua bianca cappella. E resterà fedele. All’età di 35 anni, il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua, alle 3 del pomeriggio i suoi grandi occhi scuri che hanno visto Maria si chiudono per sempre.

Bernadette a Nevers






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