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domenica 20 maggio 2012

Schifosissimi Illuminati e film : MARGIN CALL















Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Lehman ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari. Ora i 26.000 dipendenti perderanno probabilmente il posto di lavoro. Lehman in Europa conta su 6 mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti sarebbero complessivamente 140, di cui 120 operativi a Milano e i restanti 20 a Roma.

Richard Fuld, l'amministratore della banca, aveva da tempo presentato dei falsi bilanci e negli ultimi dieci anni aveva versato 300 mila dollari a deputati e senatori del congresso americano per corromperli è stato messo sotto inchiesta da altro membri del congresso stesso.
Il 6 marzo 2012, 1.268 giorni dopo il crack, Lehman Brothers Holdings, quello che resta dalla liquidazione del colosso bancario fallito durante la crisi del 2008, esce da Chapter 11, ovvero dall'amministrazione controllata da 639 miliardi di dollari. La societa' comincera' a rimborsare i creditori il prossimo 17 aprile, chiudendo in questo modo un capitolo iniziato il 15 settembre 2008, quando Lehman e' collassata dando inizio alla crisi finanziaria globale.
Anche se sapevano che erano in possesso di titoli spazzatura, carta straccia di nessun valore, li venderono ugualmente pur di salvarsi ben consci che ciò avrebbe fatto saltare in aria il mercato e ridotto sul lastrico tutti coloro che avevano investito i propri risparmi.
Il grande caos che ne uscì fuori è adesso sotto gli occhi di tutti. L'interrogativo però nasce spontaneo: chi c'era dietro a Richard Fuld ed a tutta la Lehman B.? 
Forse loro? :








Ambientato nel mondo dell'alta finanza, Margin Call è un thriller che coinvolge gli uomini chiave di una grande banca di investimenti durante le drammatiche 24 ore che precedono la crisi finanziaria del 2008. Quando Peter Sullivan, un semplice analista, entra in possesso di informazioni che potrebbero provocare il fallimento dell'azienda, inizia una frenetica corsa contro il tempo: le decisioni finanziarie e morali in gioco sconvolgeranno la vita delle persone coinvolte spingendole sull'orlo della crisi.





Lehman Brothers

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lehman Brothers
Logo
Nazione bandiera Stati Uniti d'America
Tipologia Public company
Borse valori NYSE: LEH
Fondazione 1850 a Montgomery (AL)
Fondata da
Chiusura 15 settembre 2008
Sede principale New York
Persone chiave
Settore Banche
Prodotti
Fatturato 59,003 miliardi di USD (2007)
Risultato operativo 6,013 miliardi di USD (2007)
Utile netto Red Arrow Down.svg 6,7 miliardi di USD (2008)
Dipendenti 26.200 (2008)
Slogan Where Vision Gets Built
Sito web www.lehman.com







Lehman Brothers Holdings Inc. (NYSE: LEH), fondata nel 1850, era una società attiva nei servizi finanziari a livello globale. La sua attività si concretizzava nell'investment banking, nell'equity e fixed-income sales, nelle ricerche di mercato e nel trading, nell'investment management, nel private equity e nel private banking. Era uno dei primari operatori del mercato dei titoli di stato statunitense. Tra le sue principali controllate Lehman Brothers Inc., Neuberger Berman Inc., Aurora Loan Services, Inc., SIB Mortgage Corporation, Lehman Brothers Bank, FSB, e il Gruppo Crossroads. Il quartier generale mondiale della società è sito a New York, e sedi secondarie locali si trovano a Londra e Tokyo, oltre a uffici locali situati in tutto il mondo.
Il 15 settembre 2008 la società ha annunciato l'intenzione di avvalersi del Chapter 11 del Bankruptcy Code statunitense[1] (procedura molto simile al concordato preventivo previsto dalla Legge Fallimentare italiana) annunciando debiti bancari per US$ 613 miliardi, debiti obbligazionari per US$ 155 miliardi e attività per un valore di US$ 639 miliardi.[2] Quella annunciata è la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti.[3] La società è ancora esistente, fino al completamento della procedura di bancarotta.
In Italia, quasi la totalità delle obbligazioni del gruppo Lehman sono riconducibili a due società: Lehman Brothers Holding Inc. (LBHI) società capogruppo in Ch11, e Lehman Brothers Treasury Co.B.V. (LBT), società olandese indirettamente posseduta da LBHI, sottoposta a procedura fallimentare e in via di liquidazione[4].
Dal 2009 la piattaforma web IlliquidX, specializzata nella vendita e lo scambio di titoli illiquidi[5], consente a venditori e compratori di prezzare e scambiare le obbligazioni Lehman; nel 2011 la piattaforma ha registrato un volume di scambio superiore al miliardo di dollari in titoli Lehman[6].



Storia

Sotto la guida della famiglia Lehman (1850–1969)

Nel 1844 il ventitreenne Henry Lehman,[7] figlio di un mercante di bestiame, emigrato negli Stati Uniti da Rimpar, in Baviera,[8] si stabilì a Montgomery, Alabama,[7] dove aprì un negozio di prodotti tessili e di abbigliamento, "H. Lehman".[9] Nel 1847 in seguito all'arrivo di Emanuel Lehman, il nome della società divenne "H. Lehman and Bro.".[10] Con l'arrivo del loro fratello minore, Mayer Lehman, nel 1850, la società cambiò nuovamente il suo nome e venne fondata la "Lehman Brothers".[9][11]
Negli Stati Uniti meridionali del 1850, il cotone era una delle colture più importanti. Facendo conto sull'alto valore di mercato del cotone, i tre fratelli cominciarono ad accettare abitudinariamente il cotone grezzo dai clienti come pagamento per la merce, iniziando così una seconda attività commerciale sul cotone. Entro pochi anni questo affare crebbe fino a diventare la parte più significativa della loro attività. In seguito alla morte di Henry per febbre gialla nel 1855,[9][12] i fratelli rimasti continuarono a focalizzarsi sulla loro attività di intermediazione e commercio di materie prime.
Dal 1858 il centro per il commercio del cotone si spostò dal sud del paese a New York, dove avevano sede i rappresentanti dei produttori e le case di mediazione. Lehman aprì la sua prima succursale a New York nel distretto di Manhattan, al numero 119 di Liberty Street,[12] e il trentaduenne Emanuel si trasferì lì per gestire l'ufficio.[9] Nel 1862 a causa delle difficoltà conseguenti la guerra di secessione, la società si unì con un mercante di cotone di nome John Durr per dare vita alla Lehman, Durr & Co.[13][14] Finita la guerra, la società partecipò al finanziamento della ricostruzione dell'Alabama. Il quartier generale della società venne alla fine spostato a New York, dove partecipò alla fondazione della Borsa del cotone nel 1870;[12][15] Emanuel sedette nel Consiglio d'Amministrazione fino al 1884. La società partecipò inoltre al mercato emergente delle obbligazioni ferroviarie ed entrò nel mercato della consulenza finanziaria (financial advisory).
Lehman divenne membro della Borsa del caffè nel 1883 e della Borsa Valori di New York nel 1887.[12][15] Nel 1899 sottoscrisse la sua prima offerta pubblica relativa alle azioni ordinarie e privilegiate della International Steam Pump Company.
Nonostante l'offerta della International Steam, il passaggio effettivo della società dalla contrattazione delle materie prime a casa d'emissione di titoli non si ebbe fino al 1906. In quell'anno, sotto la guida di Philip Lehman, la società si alleò con Goldman, Sachs & Co.,[16][17] per portare sul mercato la General Cigar Co.,[18] cui seguì poco dopo la Sears, Roebuck and Company.[18] Durante i successivi vent'anni, quasi un centinaio di nuove emissioni furono sottoscritte da Lehman, molte volte insieme a Goldman Sachs. Tra queste c'erano: la F.W. Woolworth Company,[19][18] la May Department Stores Company, la Gimbel Brothers, Inc.,[20] la R.H. Macy & Company,[20] la The Studebaker Corporation,[19] la B.F. Goodrich Co. e la Endicott Johnson Corporation.
In seguito al pensionamento di Philip Lehman nel 1925, suo figlio Robert prese il controllo. Sotto la guida di Robert Lehman la società resistette alla crisi finanziaria della grande depressione focalizzandosi sull'attività di venture capital mentre il mercato azionario si riprendeva. Dal 1928 la società si spostò nella sua famosa sede di One William Street.
Pur essendo la società tradizionalmente costituita unicamente da componenti della famiglia Lehman, nel 1924 John M. Hancock ne divenne il primo membro esterno alla famiglia,[16][21] seguito da Monroe C. Gutman e Paul Mazur nel 1927.
Negli anni '30 del XX secolo, Lehman sottoscrisse l'offerta pubblica iniziale del primo produttore di televisori, la DuMont, e partecipò al finanziamento della Radio Corporation of America (RCA).[22] Partecipò inoltre al finanziamento del settore in rapida crescita legato all'industria petrolifera, incluse le società Halliburton e Kerr-McGee.




Pete Peterson





Negli anni '50 del XX secolo, Lehman sottoscrisse l'IPO della Digital Equipment Corporation. A seguire organizzò l'acquisizione di Digital da parte di Compaq. Robert Lehman morì nel 1969,[23] e, da quel momento, nessun altro membro della famiglia Lehman ha guidato la società. La morte di Robert lasciò un posto vacante nella società, il che, insieme a una difficile situazione economica, condusse a un brutto periodo per la società. Nel 1973, Peter G. Peterson, presidente e amministratore delegato della Bell & Howell Corporation, venne chiamato a guidare la società per salvarla.[23]

 

La fusione con American Express (1969–1994)

Con la guida di Peterson in qualità di presidente e amministratore delegato, la società acquisì la Abraham & Co. nel 1975, e due anni più tardi si fuse con l'autorevole, ma litigiosa, Kuhn Loeb & Co.[24], per formare la Lehman Brothers, Kuhn, Loeb Inc., la quarta più grande banca d'affari del paese, dietro a Salomon Brothers, Goldman Sachs e First Boston.[25] Peterson guidò la società da significative perdite operative a cinque anni consecutivi di profitti record con una tasso di rendimento del capitale tra i più alti nel settore dell'investment banking.
Nel tempo, le ostilità tra la divisione investment banking e la divisione trading (dalla quale proveniva la maggior parte dei profitti della società) spinsero Peterson a promuovere Lewis Glucksman, che già era presidente, direttore generale (COO) ed ex trader, alla carica di co-amministratore delegato nel maggio 1983. Glucksman introdusse una serie di cambiamenti che ebbero l'effetto di aumentare le tensioni, le quali, unite allo stile manageriale di Glucksman e all'andamento negativo dei mercati, sfociarono in una lotta di potere che estromise Peterson e rese Glucksman unico amministratore delegato.[26]
Sconvolti ed esacerbati dalla lotta di potere, molti banchieri lasciarono la società. Steve Schwarzman, presidente del comitato per le fusioni e acquisizioni, ricordò in un'intervista rilasciata nel febbraio 2003 a Private Equity International che "Lehman Brothers aveva un ambiente interno estremamente competitivo, che alla fine diventò poco funzionale." La società soffrì questa disintegrazione, e Glucksman subì pressioni per vendere la società alla Shearson, una società di transazioni elettroniche del gruppo American Express, nel 1984, per la somma di US$ 360 milioni. L'11 maggio le società si unirono dando vita alla Shearson Lehman/American Express.[26] Nel 1988 la Shearson Lehman/American Express e la E.F. Hutton & Co. si fusero nella Shearson Lehman Hutton Inc.[27]

 

Dismissione e indipendenza (1994–oggi)

Nel 1993, sotto la guida dell'A.D. Harvey Golub, American Express intraprese la dismissione delle proprie divisioni bancaria e di intermediazione. Le attività di retail brokerage e di asset management furono vendute a Primerica[28] e nel 1994 Lehman Brothers Kuhn Loeb venne scorporata con il nome di Lehman Brothers Holdings, Inc. mediante un'offerta pubblica iniziale.[29]
Nonostante circolasse notizia che sarebbe stata nuovamente acquisita, Lehman si comportò abbastanza bene sotto la guida dell'A.D. Richard S. Fuld, Jr.. Nel 2001 la società acquisì i servizi per clienti private (private-client services, o "PCS") della Cowen & Co.[30] e, più tardi, nel 2003, rientrò aggressivamente nel settore dell'asset management, dal quale era uscita nel 1989.[31] Iniziando con US$ 2 miliardi di attività in gestione, la società acquisì il Gruppo Crossroads, la divisione reddito fisso (fixed-income) di Lincoln Capital Management[31] e Neuberger Berman.[32] Queste attività, insieme alla PCS e al private equity di Lehman, costituirono la Divisione Investment Management, che generava approssimativamente US$ 3,1 miliardi di ricavi netti e quasi US$ 800 milioni di utile ante imposte nel 2007. La società detiene attualmente oltre US$ 275 miliardi di attività in gestione. Complessivamente, a partire dall'offerta pubblica del 1994, la società ha visto crescere i ricavi netti di oltre il 600% da US$ 2,73 miliardi a US$ 19,2 miliardi e il personale di oltre il 230% da 8.500 a quasi 28.600 unità.


Il quartier generale a Times Square




Risposta agli attentati terroristici dell'11 settembre


L'11 settembre 2001 Lehman occupava tre piani della torre nord del World Trade Center in cui perse la vita un dipendente. Il suo quartier generale globale, nel Three World Financial Center, è stato pesantemente danneggiato e reso inagibile dai detriti caduti, lasciando così senza posto oltre 6.500 dipendenti. La banca recuperò velocemente e ricostruì la sua presenza. La direzione trading si trasferì sull'altra sponda del fiume Hudson nei locali siti a Jersey City nel New Jersey, dove una sala di contrattazioni venne improvvisata e messa in linea in meno di 48 ore dagli attacchi. Quando il mercato azionario riaprì il 17 settembre 2001, le risorse di sales e trading di Lehman erano state ripristinate.
Nei mesi seguenti, la società distribuì le proprie attività operative in tutta l'area metropolitana di New York in oltre quaranta sedi temporanee. Nell'occasione, la divisione investment banking convertì le sale d'aspetto del primo piano, i ristoranti e tutte le 665 camere dell'hotel Sheraton di Manhattan in spazi per uffici. La banca sperimentò inoltre l'orario flessibile (al fine di condividere gli spazi degli uffici) e il telelavoro tramite VPN. Nell'ottobre 2001 Lehman acquistò un palazzo ad uso uffici di 32 piani (circa 97.500 m2) per la somma di US$ 700 milioni. Il palazzo, situato al numero 745 di Seventh Avenue, era stato recentemente costruito, e non ancora occupato, dalla rivale Morgan Stanley. Con il quartier generale mondiale di Morgan Stanley situato a soli due isolati di distanza, al numero 1585 di Broadway, sulla scia degli attacchi, la società stava rivalutando la propria pianificazione degli spazi che avrebbero posto oltre 10.000 dipendenti nell'area di Times Square. Lehman cominciò il trasferimento nel nuovo palazzo a gennaio e terminò a marzo 2002, un trasloco che migliorò significativamente il morale all'interno della società.
La società è stata criticata per non essere tornata ad occupare il suo precedente quartier generale a Manhattan. In seguito agli attentati, tra le principali società, solamente Deutsche Bank, Goldman Sachs e Merrill Lynch sono rimaste nel centro della città. Lehman, comunque, ha puntato al fatto di impegnarsi a rimanere a New York, tenuto conto che il nuovo quartier generale ha rappresentato una circostanza ideale, in cui la società aveva disperato bisogno di comprare e Morgan Stanley aveva disperato bisogno di vendere, che, quando il nuovo palazzo è stato acquistato, l'integrità strutturale del Three World Financial Center non era ancora stata approvata, e che, in ogni caso, la società non poteva attendere fino alla conclusione dei lavori di riparazione del Three World Financial Center, prevista per maggio 2002.
Dopo gli attentati, il management di Lehman pose ancora più enfasi sulla pianificazione della continuità operativa. Al contrario dei suoi rivali, la società era insolitamente concentrata per essere una tra le più grandi banche d'affari del mondo. Ad esempio, Morgan Stanley mantiene una struttura per le attività bancarie e di contrattazione (banking and trading) di 70.000 m2 a Westchester County, New York. La sala contrattazioni di UBS è sita a Stamford, Connecticut. La divisione asset management di Merrill Lynch si trova a Plainsboro Township, New Jersey. A parte il suo quartier generale nel Three World Financial Center, Lehman manteneva le strutture operative e di backoffice a Jersey City, in uno spazio che la società intendeva lasciare libero prima dell'11 settembre. Tale spazio non solo è stato mantenuto, ma anche espanso, mediante la costruzione della struttura di backup trading. Inoltre, la rete di telecomunicazione apprestata nei giorni seguenti gli attacchi per permettere ai dipendenti di lavorare da casa, era stata ampliata e potenziata per l'utilizzo generale interno alla società.[33]

La controversia legale con la SEC (2003)

Nel 2003 Lehman era una delle dieci società verso cui venne avviata simultaneamente una transazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC), del Procuratore Generale dello Stato di New York e di diverse altre autorità di regolamentazione, riguardo alla indebita influenza esercitata in ciascuna società nei confronti degli analisti che si occupano dell'attività di ricerca da parte delle divisioni societarie di investment banking. Nello specifico, le autorità di regolamentazione presumevano che le società avessero impropriamente collegato i compensi degli analisti ai ricavi delle loro attività di investment banking e che avessero promesso ai propri clienti la fornitura di ricerche positive capaci di muovere il mercato, in cambio di opportunità di sottoscrizione. La transazione, nota come “global settlement”, stabilì sanzioni finanziarie per complessivi US$ 1,4 miliardi, di cui US$ 80 milioni in capo a Lehman, oltre a imporre riforme strutturali, tra cui la completa separazione tra l'attività di investment banking e quella di ricerca, il divieto di stabilire compensi agli analisti collegati - direttamente o indirettamente - ai ricavi dell'attività di investment banking, nonché l'obbligo di fornire ai propri clienti ricerche gratuite e indipendenti realizzate da terzi.


La sede di New York




La crisi dei mutui subprime



Nell'agosto 2007 la società ha chiuso la sua banca dedicata ai prestiti subprime, BNC Mortgage, eliminando 1.200 posti di lavoro in 23 sedi e registrando una perdita dopo le imposte di US$ 25 milioni e una riduzione di US$ 27 milioni del goodwill. Lehman ha dichiarato che le scadenti condizioni del mercato nel settore di mutui "hanno reso necessaria una sostanziale riduzione delle risorse e dell'impegno nell'area dei prestiti subprime".[34]
Nel 2008 Lehman ha affrontato una perdita senza precedenti per la persistente crisi dei mutui subprime. Tale perdita era apparentemente la conseguenza del mantenimento di ampie posizioni nel settore dei mutui subprime e di altri titoli a basso rating relativi alla cartolarizzazione di tali mutui; non è chiaro se Lehman l'abbia fatto perché semplicemente non è riuscita a vendere i titoli a basso rating in portafoglio, oppure a causa della decisione consapevole di mantenere tali posizioni. In ogni caso, vaste perdite si sono accumulate per tutto il 2008 sui titoli garantiti da mutui a basso rating. Nel secondo trimestre, Lehman ha registrato perdite per US$ 2,8 miliardi ed è stata obbligata a liquidare US$ 6 miliardi di attività.[35] Nel solo primo semestre del 2008, le azioni di Lehman hanno perso il 73% del loro valore, mentre il mercato del credito continuava a frenare.[35] Nell'agosto 2008, Lehman ha annunciato l'intenzione di ridurre del 6% la propria forza lavoro (1.500 persone) entro la data di presentazione dei risultati del terzo trimestre, a settembre.[35] Già a Luglio 2008 si prospettava l'insolvenza dell'istituto.[36] Il 22 agosto 2008 le azioni Lehman hanno chiuso con un progresso del 5% (16% nell'arco della settimana) grazie alle notizie secondo le quali la Korea Development Bank (controllata dallo stato) stava prendendo in considerazione l'acquisizione della banca.[37] La maggior parte di questi guadagni sono stati velocemente erosi non appena si è avuta notizia che la Korea Development Bank stava "fronteggiando difficoltà per soddisfare le autorità regolatrici e per attrarre partners nell'operazione".[38] Tutto è culminato il 9 settembre, quando le azioni sono affondate del 44,95% a US$ 7,79, dopo la notizia che la società statale sudcoreana ha posto le trattative in stand-by.[39]
L'erosione della fiducia degli investitori è proseguita quando le azioni Lehman hanno perso violentemente metà del loro valore spingendo l'indice S&P 500 giù del 3,4% il 9 settembre. Il Dow Jones ha perso 300 punti lo stesso giorno per la preoccupazione degli investitori riguardo alla solidità della banca.[40] Il governo degli Stati Uniti non ha annunciato alcun piano di intervento a soccorso di crisi finanziarie che dovessero riguardare Lehman.[41]
Il 10 settembre 2008 Lehman ha annunciato una perdita di US$ 3,9 miliardi e l'intenzione di liquidare una quota di maggioranza nelle loro attività di investment management, inclusa Neuberger Berman.[42][43] L'azione scivolò del 7% quel giorno.[43][44] Lehman, dopo aver inizialmente respinto ogni domanda riguardo alla vendita della società, annunciò di essere in cerca di un acquirente e il prezzo delle azioni cadde di un ulteriore 40% l'11 settembre 2008.[44]

 

La bancarotta

Il 13 settembre 2008 Timothy F. Geithner, presidente della Federal Reserve Bank di New York, ha convocato una riunione sul futuro di Lehman, inclusa la possibilità di una liquidazione d'emergenza delle sue attività.[45] In tale sede Lehman riferì che erano in corso trattative con Bank of America e Barclays per la possibile vendita della società.[45] Il 14 settembre 2008 sul The New York Times veniva pubblicato che Barclays aveva posto fine alla sua offerta per l'acquisto di tutta o parte di Lehman e che l'operazione per salvare la banca dalla liquidazione era naufragata.[46] I leader delle più grandi banche di Wall Street hanno continuato ad incontrarsi durante il giorno per prevenire il rapido fallimento della banca.[46] Il chiacchierato coinvolgimento di Bank of America sembrò anch'esso concludersi quando i regolatori federali si opposero alla sua richiesta che il governo si interessasse alla vendita di Lehman.[46] Sempre il 14 settembre 2008 il The New York Times riportava che Lehman si sarebbe avvalsa della protezione da bancarotta per la società capogruppo, Lehman Brothers Holdings, mantenendo le sue controllate solventi durante le procedure di bancarotta.[47] Un gruppo di società di Wall Street si è accordato per fornire capitali e assistenza finanziaria per le liquidazioni ordinarie della banca e la Federal Reserve, a sua volta, ha acconsentito allo scambio degli asset di qualità più bassa con prestiti ed altri aiuti da parte del governo.[47] La bancarotta di Lehman rappresenterebbe il più grande fallimento di una investment bank da quando Drexel Burnham Lambert crollò tra le accuse di frode 18 anni prima.[47] La International Swaps and Derivatives Association (ISDA) ha offerto una sessione straordinaria per domenica, 14 settembre 2008 per permettere agli operatori di mercato di fronteggiare le posizioni in vari derivati sulla base della bancarotta di Lehman in quella giornata.[48][49] Sebbene la richiesta di bancarotta sia stata fatta oltre quella scadenza, molti operatori stanno onorando i contratti chiusi nella sessione speciale.[50]
A New York, il 15 settembre 2008, poco prima dell'una del mattino, Lehman Brothers Holdings ha annunciato l'intenzione di avvalersi della protezione in caso di bancarotta di cui al Chapter 11, sebbene le proprie controllate continueranno ad operare normalmente.[51] La Borsa Australiana (Australian Securities Exchange - ASX) ha comunque sospeso la controllata australiana di Lehman dalla partecipazione al mercato, dopo che la stanza di compensazione aveva chiuso tutti i contratti con la società.[52]
Le azioni Lehman Brothers sono crollate dell'80% nella fase di pre-apertura alla Borsa di New York.[53][54] Il 15 settembre 2008 l'indice Dow Jones ha chiuso in ribasso di 500 punti, realizzando la più grande caduta da quella che era seguita agli attacchi dell'11 settembre 2001.[55] Le condizioni della sala contrattazioni di Lehman quel giorno apparivano pessime: un terzo della forza vendita era assente e quelli che c'erano avevano portato i loro curricula vitae, insieme a pizza, birra e tequila.[56]
Nel Regno Unito, la banca d'affari è entrata in amministrazione controllata con PricewaterhouseCoopers designata come amministratore.[57] Il 16 settembre 2008 la succursale giapponese, Lehman Brothers Japan Inc., e la sua controllante hanno presentato alla Corte del Distretto di Tokyo la richiesta per avvalersi della legge sulla riorganizzazione pilotata in caso di crisi aziendale.[58]
Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Lehman ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari. Ora i 26.000 dipendenti perderanno probabilmente il posto di lavoro. Lehman in Europa conta su 6 mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti sarebbero complessivamente 140, di cui 120 operativi a Milano e i restanti 20 a Roma[59].
Richard Fuld, l'amministratore della banca, aveva da tempo presentato dei falsi bilanci e negli ultimi dieci anni aveva versato 300 mila dollari a deputati e senatori del congresso americano per corromperli è stato messo sotto inchiesta da altro membri del congresso stesso[60].
Il 6 marzo 2012, 1.268 giorni dopo il crack, Lehman Brothers Holdings, quello che resta dalla liquidazione del colosso bancario fallito durante la crisi del 2008, esce da Chapter 11, ovvero dall'amministrazione controllata da 639 miliardi di dollari. La societa' comincera' a rimborsare i creditori il prossimo 17 aprile, chiudendo in questo modo un capitolo iniziato il 15 settembre 2008, quando Lehman e' collassata dando inizio alla crisi finanziaria globale. Ora, 1.268 giorni dopo, comincera' a distribuire ai creditori circa 65 miliardi di dollari, a fronte di richieste per oltre 300 miliardi. "Siamo fieri di annunciare che Lehman e' uscita dal Chapter 11 e inizia la parte finale della distribuzione di fondi ai creditori", ha detto John Suckow in un comunicato. Il tribunale fallimentare aveva approvato il piano di rimborso lo scorso dicembre. Il nuovo consiglio di amministrazione, tra le varie cose, continuera' con la liquidazione di asset.[61]







Impiegati licenziati dopo il crac escono con le loro cose dentro le scatole di cartone. Fu un bagno di sangue lavorativamente parlando. Molti mandati a casa in tronco.













 

Informazioni di riferimento

 

Consiglio d'amministrazione

 

Note

  1. ^ (EN) Lehman Brothers Holdings Inc. announces it intends to file Chapter 11 bankruptcy petition. Lehman Brothers Holdings Inc., 15 settembre 2008. URL consultato il 15 settembre 2008.
  2. ^ (EN) Lehman lists debts of $613 billion in Chapter 11 filing Monday. Money.cnn.com. URL consultato il 15 settembre 2008.
  3. ^ (EN) Lehman folds with record $613 billion debt. Marketwatch, 15 settembre 2008. URL consultato il 15 settembre 2008.
  4. ^ Obbligazioni Lehman: che fare? | Obbligazioni, bond e TdS
  5. ^ Neikos: IlliquidX piattaforma web per scambio titoli illiquidi | Radiocor, lunedi' 15 giugno 2009 (articolo 712881)
  6. ^ Fundamentals | Press Releases | Technology release | $1bn OF LEHMAN DEBT TRADED ON ILLIQUIDX PLATFORM OVER THE PAST 18 MONTHS
  7. ^ a b Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 49
  8. ^ Bernhard, William, L., Birge, June Rossbach Bingham, Loeb, John L., Jr.. Lots of Lehmans - The family of Mayer Lehman of Lehman Brothers, Remembered by His Descendants. Center For Jewish History, 2007, pagina 1
  9. ^ a b c d Wechsberg, Joseph. The Merchant Bankers. Pocket Books, 1966, pagina 233
  10. ^ Bernhard, William, L., Birge, June Rossbach Bingham, Loeb, John L., Jr.. Lots of Lehmans - The Family of Mayer Lehman of Lehman Brothers, Remembered by His Descendants. Center For Jewish History, 2007, pagina 5
  11. ^ Birmingham, Stephen. Our Crowd - The Great Jewish Family's of New York. Harper and Row, 1967, pagina 47
  12. ^ a b c d Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 50
  13. ^ Birmingham, Stephen. Our Crowd- The Great Jewish Family's of New York. Harper and Row, 1967, pagina 77
  14. ^ Bernhard, William, L., Birge, June Rossbach Bingham, Loeb, John L., Jr.. Lots of Lehmans - The Family of Mayer Lehman of Lehman Brothers, Remembered by His Descendants. Center For Jewish History, 2007, pagina 8
  15. ^ a b Wechsberg, Joseph. The Merchant Bankers. Pocket Books, 1966, pagina 235
  16. ^ a b Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 51
  17. ^ Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 285
  18. ^ a b c Wechsberg, Joseph. The Merchant Bankers. Pocket Books, 1966, pagina 238
  19. ^ a b Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 53
  20. ^ a b Wechsberg, Joseph. The Merchant Bankers. Pocket Books, 1966, pagina 241
  21. ^ (EN) John M. Hancock Papers. University of North Dakota. URL consultato il 14 settembre 2008.
  22. ^ John N. Ingham, Biographical Dictionary of American Business Leaders (in en), Greenwood Publishing Group, 1983. URL consultato il 14 settembre 2008.
  23. ^ a b Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 77
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  25. ^ Sloane, Leonard. (EN) Lehman and Kuhn Loeb to merge; Lehman Brothers and Kuhn Loeb sign agreement to merge Dec. 16. The New York Times, 29 novembre 1977. URL consultato il 29 marzo 2008.
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  27. ^ (EN) Company news - Hutton-Shearson deal announced. The New York Times, 4 dicembre 1987. URL consultato il 14 settembre 2008.
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  29. ^ Geisst, Charles R. The Last Partnerships. McGraw-Hill, 1997, pagina 79
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Crack bancari: crisi del Sistema o fallimento controllato?
Marcello Pamio - 19 settembre 2008
Quello che purtroppo (o per fortuna?) era stato previsto da anni si sta verificando.
Il Sistema Economico sta letteralmente crollando sotto il peso di debiti, speculazioni, investimenti forsennati e satanici, oppure è arrivato l'occasione e la possibilità di destare le nostre coscienze?
Importantissime banche come Citigroup, Bear Stearns, Lehman Brothers e Merrill Lynch, tanto per citare solo qualcuna, hanno fatto un triste epilogo. La Lehman è fallita e ha già chiesto l'amministrazione controllata (ex articolo 11), la Merrill Lynch è invece stata salvata, o per meglio dire, acquistata dalla Bank of Amerika.

Richard Fuld, il padre-padrone della Lehman (quarta banca d'affari statunitense) esce da questo crack in piedi: "dal 1993 fino al 2007 ha conseguito tra stipendi, bonus, stock options la meravigliosa cifra di 466 milioni di dollari"[1]. Cifra questa di tutto rispetto, ma non completa, perché bisogna sommare la buona uscita di 22 milioni di dollari, maturata prima del fallimento bancario! Non male, vero?
Dall'altra parte Stanley O'Neal, ex numero uno di Merrill Lynch lascia il suo prestigioso ufficio con una pensione da 161 milioni di dollari[2], e questo dopo aver creato una voragine da 40 miliardi di dollari.
Il mega boss della Citigroup, Chuck Prince, si è intascato invece 68 milioni di dollari, e l'ex presidente di Bear Stearns, Jimmy Cayne soli 60 milioni di dollari.[3]

La cosa interessante e che si ripete ogni qualvolta una azienda crolla e/o fallisce, i manager escono sempre a testa alta e con le tasche piene di denaro. Denaro dei contribuenti
Per esempio la Lehman ha creato un buco nero di oltre 639 miliardi di dollari, il maggiore crac della storia economica americana (oltre dieci volte il già gigantesco buco della Enron), e nonostante questo Richard Fuld esce con decine di milioni di dollari.
Questo dovrebbe farci riflettere.

Ecco l'elenco dei più grandi crac della storia moderna:
1) Lehman Brothers (639 miliardi)
2) Worldcom (103,9 miliardi)
3) Enron (63,4 miliardi)
4) Conseco (61,4 miliardi)
5) Texano (35,9 miliardi)
6) Financial Corp. of America (33,9 miliardi)
7) Refco (33,3 miliardi)
8) IndyMac Bancorp (32,7 miliardi)
9) Global Crossing (30,2 miliardi)
10) Calpine (27,2 miliardi).

La questione importante però è un'altra.

Le banche che chiudono i battenti sono il segnale che il Sistema sta crollando o invece anche queste rientrano in manovre occulte da parte di coloro che operano dietro le quinte?

Osservando gli azionisti di Lehman Brothers risultano delle cose molto interessanti:
AXA (9.46%);
FMR Corporation (5.69%);
Citigroup (4.5%);
Barclays Plc (3.92%);
State Street Corporation (3.1%);
Morgan Stanley (3.1%);
Mellon Financial (1.9%);
Vanguard Group (1.9%);
Deutsche Bank AG (1.4%), ecc.

Vediamo gli azionisti di Merrill Lynch:
FMR Corporation (4.8 %);
Barclays Plc (3.5%);
Janus Capital Corp. (2.9%);
Citigroup (2.6%);
AXA (2.40%);
State Street Corporation (0.12%), ecc.

Tutti questi azionisti si possono scremare ulteriormente perché per esempio State Street Corp. è controllata dal gruppo Barclays (quindi Rothschild) della City di Londra.
In pratica le due banche crollate (Lynch e Brothers ma anche tutte le altre) appartengono a quei due gruppi che controllano realmente l'economia planetaria: il ramo statunitense dei Rockefeller e quello europeo dei Rothschild: le due ali dello stesso avvoltoio (o aquila calva del Grande Sigillo statunitense).

Nomi di casate storiche ebraiche che si possono citate solo nei libri e/o articoli sul complottismo ma sono invece tabù nella carta stampata o in televisione. Chissà come mai.
Quindi il crollo di grosse banche potrebbe rientrare nel cosiddetto "fallimento controllato".
Per quale motivo lascerebbero fallire delle proprie aziende?

Lo sfruttamento del Mercato avviene spesso attraverso le cosiddette "Branch" (rami, derivazioni), che vengono create ad hoc per raggiungere determinati obiettivi. Questo ovviamente fino all'esaurimento.
Quando il mercato è stato spolpato ed è divenuto sterile, si chiude la filiale, creata per tale scopo, e gli utili vengono spartiti tra di loro.[4]
Il buco lasciato? Non ci sono problemi: paga Pantalone, cioè il cittadino suddito!

La Lehman Brothers ha dichiarato fallimento, come una qualsiasi azienda che non vuole pagare i suoi creditori.[5] Più semplice di così: quasi 700 miliardi di dollari di debito che sarà rimpinguato dal Governo (con la tipografia ufficiale Federal Reserve) e quindi dai sudditi.
La Merrill Lynch, Fannie Mae e Freddie Mac (le due società con un portafoglio di circa 6000 miliardi di dollari in mutui ipotecari) e le altre idem.
Questo "fallimento controllato" però non riguarda i grossi Imperi che stanno dietro le quinte, ma le "Branch", cioè i rami collegati, che come in botanica si possono potare quando diventano marci e inutili.

In pratica bruciano i soldi nostri per poi ributtarsi nella mischia come lupi assatanati alla ricerca di nuovi mercati da sbranare.
Dall'altra parte, grazie a questi crash controllati, possono far legiferare ai loro camerieri (politici) leggi che stringono ulteriormente le libertà individuali di tutti noi, e che non sarebbero mai passate altrimenti.
Certamente faranno saltare altre banche d'affari, d'investimento, assicurazioni, società mutualistiche (la prossima sarà AIG, American Internationale Group, la più grande società di assicurazioni del mondo, anche se verrà salvata in extremis dal governo): 1929 docet.
Di una cosa però in tutto questo scenario i Burattinai non hanno tenuto conto: tale crisi sistemica dei mercati e delle finanze, pur se controllata, avrà sempre la funzione pedagogica di far prendere coscienza a molte persone di tutto questo Sistema e anche delle possibili soluzioni.

Coscienza che il Sistema è in metastasi e che non potrà quindi avere una vita lunga con le cure allopatiche odierne: iniezioni di liquidità, stampa di moneta, chirurgia bancaria, ecc.
Coscienza che il denaro è un mezzo e non un fine, e che possiamo acquistare (merci e prodotti) SOLO perché NOI lo accettiamo (il denaro).
Un pezzo di carta, un foglietto, uno "Sconto che cammina", uno Scec, per fare solo dei piccoli esempi, hanno lo stesso valore del denaro: basta accettarli!
La vera guarigione avverrà nel momento in cui si passerà da un Sistema luciferico centrato nel dio denaro e nel potere dell'uomo sull'uomo, ad un Sistema dove invece è l'Uomo al centro e il collante l'Unione e la Solidarietà.

I Grandi Manipolatori possono far crollare decine di banche, piazzare l'esercito nelle città, installare videocamere e microfoni ovunque (cose che stanno realizzando), mettere in ginocchio milioni di persone, far esplodere la bolla immobiliare, ma non possono proprio far nulla a livello di Coscienza Individuale.
Su questo terreno i Rothschild, Rockefeller e tutti gli altri possono solo stare a guardare.(e con invidia).









OTTIMO VIDEO BENE SPIEGATO ANCHE PER CHI NON HA MAI SENTITO PARLARE DELL'ARGOMENTO. 
LE ORGANIZZAZIONI DEGLI SCHIFOSISSIMI ILLUMINATI.