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giovedì 31 luglio 2008

Simbolismo e gesti Luciferiani

fonte : http://www.nexusedizioni.it/

Il saluto degli occultisti è rappresentato dal simbolo della mano che fa le corna: è importante notare come il pollice sia all'esterno della mano e non all'interno (in cui simboleggia il dio Pan/Cernunnos).
Molti esponenti politici direttamente o indirettamente collegati con gli Illuminati sono stati visti salutarsi in questo modo, il più illustre tra questi è senz'altro George W. Bush.




FACCIAMO LE CORNA di Capitano Nemo

Ho già parlato più volte del segno delle corna come simbolo di riconoscimento tra l'elite del NWO. Tuttavia, non ho mai fatto parola di come questo simbolo sia stato giustificato (perchè ovviamente qualcuno si è chiesto il motivo di tale simbolo).

Uno dei più assidui utilizzatori del simbolo è certo George Bush (e la sua famiglia) cui è stato chiesto se il simbolo fosse effettivamente satanico (non che ci si aspettasse una risposta affermativa ovviamente) e la risposta è stata che non è affatto un simbolo di questo tipo ma un segno tradizionale dell'università del Texas (il nome in inglese è "Hook'em horn").

Decisamente una buona scusa che però rende automaticamente MOLTO più sospetti tutti gli altri utilizzatori del simbolo (che non hanno frequentato la suddetta università).


















Vediamone alcuni insieme (lascerò il più illustre alla fine).
Cominciamo con Dick Cheney che di connessioni con l'università del Texas non ne ha neppure una, ma lui non lo sa, quindi continua a fare questo simbolo.














Altra illustre personalità americana è l'ex presidente Bill Clinton.











Sempre in tema attuale abbiamo anche il presidente iraniano Ahmadinejad che secondo Leo Zagami è un satanista ben noto senza reali connessioni con l'Islam (quindi un pedone del NWO come facilmente sospettabile dato il suo atteggiamento suicida).













In ambito economico, alti dirigenti di McDonald's possono fare al caso nostro.












Nella nostra cara vecchia Europa, invece, abbiamo la principessa Margaret e il principe William.

















Tutti questi personaggi hanno studiato all'università del Texas? Doveva essere davvero ben affollata!

In apertura di articolo, avevo detto che avrei lasciato il più illustre personaggio alla fine (e non è certo il caso del principe William).

Ecco a voi Papalpatine alias Benedetto XVI che mostra a tutto il mondo il suo coinvolgimento nel diabolico progetto del NWO. Per quanto la risoluzione dell'immagine sia abbastanza scadente, è perfettamente riconoscibile il "solito" segno. Tutto questo quadra perfettamente con quanto più volte affermato.











CELEBRAZIONI CON CORNA di Capitano Nemo

Solo un piccolo aggiornamento fotografico per oggi. Nella foto qui a lato potete vedere come il presidente USA Bush continui con il suo passatempo preferito anche alle celebrazioni per l'11 settembre. Il segno delle corna è sempre presente con Bush, il quale non ha paura di mostrarlo...



mercoledì 30 luglio 2008

I Rosa-Croce



I ROSACROCE TRA LEGGENDA E REALTA'
di Devon Scott
fonte : http://www.specchiomagico.net/rosacroce.htm



simbolo dei Rosa-Croce





Prima di morire Paracelso aveva profetizzato che nel 1572 sarebbe passata sopra la terra una cometa, annunciatrice di profondi cambiamenti nel mondo. La nuova "riforma magica" sarebbe stata apportatrice di pace e tutti gli uomini saggi avrebbero lavorato insieme per il bene dell'umanità.










Paracelso











Sull'onda di questa idea nacquero alcune società iniziatiche, come i "Fratelli della Croce d'Oro", fondata da Agrippa, e la "Milizia evangelica" di Luneburg. Ma fu solo nel 1614 che apparve un libretto, la Fama fraternitatis, cui seguì la Confessio fraternitatis, che erano il manifesto, comprendente tutti i principi dell'Ordine, della società iniziatica dei Rosacroce.

I Rosacroce sono la setta segreta che ha destato il più grande interesse popolare, perché la più misteriosa; il nome deriverebbe dal fondatore dell'ordine, Christian Rosenkreuze, figura mitica che ha fatto discutere a lungo gli storici sulla realtà della sua esistenza.
I Rosacroce si manifestarono al mondo nel 1614, quando nelle città di Kassel e di Strasburgo fu pubblicata la Fama fraternitatis, che riportava il messaggio di un anonimo adepto di questa fratellanza iniziatica, che cercava il rinnovamento morale per arrivare alla perfezione, ottenibile in concomitanza con una serie di riforme. Vi si narrava la storia di Chistian Rosenkreutze, nato nel 1378 da una povera famiglia tedesca ed educato in un convento, che aveva lasciato per viaggiare per il mondo ed in particolare in Oriente; a Damasco aveva ricevuto conoscenze segrete da un gruppo iniziatico che aveva la sede principale nella inaccessibile città di Damcar, in Arabia.

Tornato in Germania, Christian aveva fondato un'associazione con quattro amici, legati da un giuramento di fedeltà e di silenzio, allo scopo di dedicarsi alla cura dei malati. Col tempo i membri erano diventati otto; abitavano in varie parti del mondo e si riunivano una volta l'anno in una casa chiamata "Dimora dello Spirito Santo", per parlare delle proprie esperienze e fare insieme progetti per il futuro. Christian era morto nel 1484, alla bella età di centosei anni, ma la sua tomba era stata scoperta solo nel 1604: coloro che vi erano entrati l'avevano vista illuminata di una luce sovrannaturale e piena di libri di magia, alcuni di autori che non erano ancora nati ai tempi della morte di Christian.

Nel frattempo i Rosacroce si erano moltiplicati, costituendo una vera e propria confraternita; essi non vestivano in modo particolare, adattandosi agli usi del paese che li ospitava; avevano in odio la lussuria, erano buoni cittadini, riconoscevano la supremazia dell'Impero Germanico e facevano voto di aiutare tutti coloro che erano degni, servendo Dio e sostenendo il progresso della conoscenza; per loro religione e scienza non erano agli antipodi, ma si completavano a vicenda.
Nel 1615 uscì la Confessio fraternitatis rosae crucis, indirizzata ai sapienti europei, che spiegava i gradi iniziatici e scopriva i suoi netti caratteri protestanti; l'anno seguente uscì l'ultima parte del libello,Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutze, forse il più interessante dei tre, un romanzo iniziatico che descriveva l'illuminazione di Christian Rosenkreutze ed illustrava le basi della spiritualità rosacrociana.

Un così straordinario programma di vita creò un incredibile fermento fra gli intellettuali europei, che si divisero in due gruppi, uno di critica ed uno a sostegno delle teorie enunciate.
L'ideale dei Rosacroce incarnava benissimo l'inquietudine, le speranze di miglioramento, la voglia di cambiamento e di riforme che agitavano non solo la Germania, ma tutta l'Europa. Affascinò talmente gli ingegni dell'epoca che Cartesio cercò invano degli adepti per farsi iniziare alla setta.

Le polemiche sulla confraternita si sprecarono; alcuni affermavano che i Rosacroce non esistevano, altri che esistevano ed erano seguaci di Paracelso; per alcuni era tutta un'invenzione del pastore luterano Giovanni Valentino Andrea; per altri erano falsi Rosacroce, perché quelli veri erano nati a Lunenburg nel 1598, sotto il nome di "Milizia Crucifera Evangelica".

Il massimo della fantasia fu la versione che i Rosacroce, stanchi della incredulità degli Europei, erano emigrati in India ed erano divenuti fondatori di una setta di buddhismo esoterico. Da allora molti affermarono di essere iniziati Rosacroce.

Nel 1629 il curato di Gisors, in Normandia, Robert Deyau, scrisse una storia della cittadina e della famiglia de Gisors, affermando categoricamente che la società dei Rosacroce era apparsa al mondo profano da pochi anni, ma in realtà era stata fondata nel 1188 da Jean de Gisors e che era collegata col Priorato di Sion, un misterioso ordine segreto che avrebbe dato vita anche ai Templari, e che sembrerebbe collegato con la notissima vicenda di Rennes-le-Chateau.

Il Priorato sarebbe stato fondato attorno al 1090 da Goffredo di Buglione, il conquistatore della Terrasanta. Gli adepti avrebbero poi preso il nome dall'abbazia di Nostra Signora di Sion, costruita dopo la conquista di Gerusalemme sul monte Sion, a sud della città, sulle rovine di una chiesa bizantina precedente del IV secolo, chiamata "Madre di tutte le chiese". Un cronista la descrisse nel 1172 come un luogo molto ben fortificato, organizzato ed autosufficiente.

A Goffredo fu offerto il titolo di re di Gerusalemme, ma egli lo rifiutò umilmente, preferendo accettare quello di "Difensore del Santo Sepolcro"; quando morì, nel 1100, lo stesso titolo fu offerto a Baldovino, suo fratello minore, che divenne re col nome di Baldovino I.

Due dei membri dell'Ordine di Sion, de Payen e de Montbard, fondarono l'Ordine dei Templari, che lavorò in parallelo con l'altro ordine fino al 1187, quando Gerusalemme cadde ed i due ordini si divisero.
L'Ordine di Sion lasciò la Terrasanta e si trasferì in Francia; prese allora il nome definitivo di Priorato di Sion, assumendo come sottotitolo "Ormus-Ordre de la Rose-Croix"; da qui la teoria che essi fossero i precursori dei Rosacroce.

Per quel che riguarda invece l'altro nome, un’antica tradizione parla di un saggio di fede gnostica, Ormus, nato ad Alessandria d'Egitto, che nel 46 d. C. aveva fondato, con altri sei seguaci, una piccola confraternita di iniziati, che aveva come simbolo una croce rossa ed una rosa.
Convertitisi al Cristianesimo ad opera di san Marco, questi iniziati avevano poi diffuso idee che erano una mescolanza di gnosticismo e Cristianesimo, oltre che di dottrine iniziatiche ermetiche e pitagoriche, che in quel periodo erano diffusissime ad Alessandria.

Il nome Ormus figura anche nella religione di Zoroastro, dove indica il principio della luce e del bene, quindi non era strano che qualcuno lo prendesse come pseudonimo. Al momento della divisione dai Templari, il Gran Maestro del Priorato era Jean de Gisors, pronipote di
Hugues de Payen .

Devon Scott


Prof. Principe si studi la lezione che la prossima volta gliela risento. Se supererà un certo numero di errori pubblicherò il suo inno preferito: "Giovinezza fascista". :-)

martedì 29 luglio 2008

Massoneria : le antiche origini


Impossibile dare una risposta esatta riguardo la nascita della Massoneria fino dai suoi albori.
Solo nel 1909 si contavano ben trentanove opinioni diverse sulla Libera Muratoria come:

1 - Già preesistente alla creazione del mondo.

2 - Esistente dopo la creazione del mondo.

3 - Nel Paradiso terrestre già vi sarebbe stata una loggia massonica.

4 - In relazione alla Bibbia: fu creata dai superstiti del Diluvio Universale.

5 - Fu fondata dalle maestranze durante la costruzione della Torre di Babele.



Ipotesi delle Costituzioni gotiche delle corporazioni edili.



6 - Collegamento al mondo ebraico: i primi "massoni" sarebbero infatti stati i muratori che edificarono il Tempio di Salomone a Gerusalemme.

7 - Sulle indicazioni di Salomone, Euclide e Pitagora sulla "sapienza massonica" da loro citata: nascita della Massoneria in Oriente passando all'Occidente tramite antica Grecia ed isole Britanniche.

8 - Antica Roma : primi massoni tra i membri dei Collegia Artificum o Fabrorum.

9 - Età longobarda : i Magistri Comacini.

10 - Germania : gli Steinmetzen.

11 - Francia : Compagnons.

Teorie mirate alla complessità dei simboli, delle cerimonie ed al vincolo del segreto.

12 - Massoneria nata in Egitto.

13 - Nata dai Caldei.

14 - Nata dagli Esseni.

15 - Nata dai Druidi.

16 - Nata dai Rosa-Croce.

Teorie militari ma prive di qualsiasi fondamento storico:

17 - Nata dai Templari.

18 - Ordini militari-cavallereschi delle crociate.

Teorie politiche:

19 - Vicende del trono inglese: fondata dal filosofo Francesco Bacone (1561-1626).


Tra tutte queste teorie la più interessante potrebbe essere quella sui Rosa-Croce non per la maggiore fondatezza storica bensì per i suoi stretti contatti con la Massoneria dal XIX secolo ma di questo argomento scriverò nel prossimo post.

La Massoneria "moderna" come la conosciamo noi attualmente nacque ufficialmente in Inghilterra il 24 Giugno 1717, festa di San Giovanni Battista.

Quel giorno i responsabili di quattro "logge" di Londra si riunirono alla taverna " Alehouse - all'oca ed al girarrosto", e alla fine dei lavori fu decretata la costituzione della Grande Loggia Madre del mondo, affinchè diventasse il punto di riferimento per tutte le associazioni libero-muratorie di cui avrebbe garantito la regolarità dal punto di vista sia statuario sia simbolico. Da qui nascerà la storia "moderna" della Massoneria.

Io ho risposto alla domanda che le avevo fatto caro ill.mo ecc.mo esimio ing. arch. geom. dott. prof. Principe domanda che lei ha liquidato con una rispostuccia al 10% (dopo che ha battuto in ritirata dopo la nosta discussione che nemmeno a Caporetto)...ed il rimanente 90%?
Studi prof. di Storia...studi...

lunedì 28 luglio 2008

Alieni ed Ufo... quello che non può essere detto...

Da sempre gli alieni visitano il nostro pianeta.Qualcuno li definesce come dei addirittura... sono solo esseri come noi...

Principe: dedica musicale

Cercando di essere gentile con il PRINCIPE DELLA STORIA avevo pensato che una videodedica musicale sarebbe stata da lui ben gradita. Una volta però pubblicata nel SUO forum mi sono reso conto che non gli era piaciuta affatto. Perchè mi sono domandato? Un testo così articolato, pieno di significati alchemici ed allegorici nel suo insieme fortiano ed al tempo stesso con uno sguardo alla nascita dell'uomo ed alla sua armonia nell'aprire le porte dei Chakra. Perchè?
Come già fatto nel SUO forum lo ripubblicherò qui in modo che tutti i visitatori possano rendersi conto della veridicità della mia sintesi e di come Principe non sappia apprezzare la musica raffinata:


sabato 26 luglio 2008

Harry Potter : simbolismi magici ed esoterici


I primi 5 libri hanno venduto più di 150 milioni di copie in 140 paesi, e sono stati tradotti in 55 lingue compreso il latino ed il greco antico. Per non parlare dell’incredibile successo mondiale dei 3 film usciti finora.. Tutto questo con la storia di un giovane mago chiamato Harry Potter: un caso inspiegabilmente fortunato o c’è dell’altro?

Intervista Jeanne Kathleen Rowling, autrice di Harry Potter «Penso che Harry Potter abbia successo anche perché deve affrontare problemi da adulto, anche se è un bambino. Harry è un eroe vecchio stampo. C’è abbastanza fragilità in lui perché chiunque si possa identificare

Questa è la spiegazione ufficiale che Jeanne Kathleen Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, dà del successo del suo personaggio. Ma le ragioni di uno dei più grandi fenomeni editoriali degli ultimi tempi sono veramente tutte qui?

E’ in un bar come questo, e precisamente nel NICOLSON di EDIMBURGO, che la 26enne Joanne Rowling, segretaria con la passione della scrittura, passava le sue giornate, seduta ad un tavolino defilato per scrivere al caldo, con accanto la sua bambina e per conforto solo una tazza di caffè. E’ così che è nato Harry Potter, una vera e propria formula magica, che ha fatto uscire la sua autrice dalla povertà per trasformarla in una delle donne più ricche del Regno Unito, più ricca addirittura della Regina Elisabetta.
E tutto questo per il gran numero di bacchette magiche in azione nei suoi libri?
Ci sono cose, all’interno del mondo del giovane Potter che si rifanno ad una tradizione iniziatica comune a tutti i popoli, dei riferimenti più o meno espliciti ad una conoscenza antica che, evidentemente, riesce ancora oggi a colpirci nel profondo..

Londra, Inghilterra
Stazione di King Cross

Il nostro viaggio inizia da questa stazione di Londra: King Cross. Senza questa stazione non ci sarebbe Harry Potter. Infatti è qui che, nel 1964, due giovani inglesi, Peter e Anne, si incontrarono prendendo un treno per la Scozia: lui aveva 19 anni, lei pure. Un anno dopo nacque Joanne Rowling…
Anche Harry Potter è nato qui. Era il 1990 e sul treno che da Manchester la portava a Londra, proprio poco prima di scendere a King Cross, la Rowling ebbe l’idea di scrivere la storia di un giovane mago che frequentava una scuola di magia chiamata HOGWARTS Ma come ha fatto il giovane Potter ad entrare nell’esclusiva HOGWARTS?

L’invito a partecipare ai corsi gli è arrivato a sorpresa, perché neanche lui, dato in affidamento a degli odiosi zii “babbani” cioè “non maghi”, sapeva cosa fossero i suoi poteri. I suoi genitori, due maghi dalle grandi capacità, erano morti anni prima, durante uno scontro con il perfido VALDEMORT, un mago talmente potente da non poter essere neanche nominato. Solo Harry riesce a salvarsi ma gli resta una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Proprio la cicatrice farà di lui un essere speciale, sarà la sua caratteristica principale, ciò che lo farà riconoscere da tutti.
E la scelta di questo simbolo non è stata casuale: il fulmine, infatti, è tramandato in tutti i popoli antichi come caratteristica degli dei molto potenti. Significa forza, potere, energia e poteri di chiaroveggenza.

Ad ogni inizio di anno scolastico Harry Potter, da questa stazione prende il treno per Hogwarts. Per farlo, entra – o cerca di entrare – in questo pilone, il Binario 9 e ¾.
E’ il passaggio dal mondo dei babbani, cioè gli uomini comuni, a quello, parallelo, dei maghi.
Ed è qui che spesso la pura fantasia lascia il campo ai simboli dell’antica tradizione alchemica..
Il primo personaggio del mondo dei maghi che Harry Potter incontra è RUBEUS HAGRID, un omone dalla lunga barba nera. Secondo la tradizione sarebbe il “guardiano della soglia”, colui che dovrebbe mettere alla prova l’iniziato per fargli rivelare la sua vera natura. Soltanto chi dimostra coraggio e sicurezza riesce quindi a proseguire il suo cammino di conoscenza.

Abbazia di Locock, Inghilterra

In questo antico chiostro sono state girate molte scene dei film di Harry Potter. Siamo all’interno della scuola di HOGWARTS, dove i giovanissimi aspiranti maghi formano 4 classi diverse: Corvo Nero, Tasso Rosso, Serpe Verde e Grifon d’oro. Nomi casuali? Forse non proprio, e sotto sotto c’è sempre l’alchimia.

Ma cos’è l’alchimia? E’ un’Arte nascosta che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Dagli antichi Egizi, dai greci, dagli arabi, dai Templari è giunta fino a noi con il suo patrimonio di conoscenza riservata a pochi eletti, agli iniziati appunto, tramandata segretamente di generazione in generazione attraverso simboli nascosti e testi indecifrabili.

Il suo fine ultimo è l’evoluzione dell’uomo come della natura verso il suo punto più alto, una ricerca filosofica rappresentata dalla trasformazione del piombo in oro: come il vile metallo grazie all’opera degli alchimisti volgerebbe verso la perfezione dell’oro così grazie alle conoscenze tramandate nei secoli e ad un preciso percorso evolutivo, l’uomo si avvicinerebbe alla sua dimensione ideale. Una strada conosciuta da scienziati come Isaac Newton e da grandi personalità come il filosofo Cartesio, il matematico Leibniz e come San Tommaso D’Aquino, che ha comunque aperto la strada alla nascita della scienza moderna, ed in particolare della chimica.

Siamo nella sacrestia dell’abbazia di Locock: qui sono state girate le scene ambientate nell’ufficio di Albus Silente, un grande mago saggio e buono, il preside di Hoghwarts.

E veniamo alle 4 classi in cui è divisa Hogwarts e che potrebbero avere radici nella diverse fasi previste nell’alchimia:

- TASSO ROSSO rappresenterebbe il servizio, il sacrificio di coloro che lavorano in silenzio per aiutare l’umanità, definita alchemicamente RUBEDO;

- CORVO NERO, termine veramente alchemico rappresenterebbe il mago, l’iniziato, all’inizio della sua opera, quando gli insegnamenti sono ancora nel buio interiore e la luce non è ancora arrivata a far germogliare le sue potenzialità, definita NIGREDO;

- SERPE VERDE sarebbe la forza che controbilancia che, se non è strettamente guidata, può sfociare nella distruttività, magari rendendo malvagio un mago. Non a caso è l’ordine dei personaggi meno simpatici e dei cattivi, dei nemici di Harry Potter. Secondo l’alchimia è una delle due accezioni di ALBEDO;

- L’altra accezione di ALBEDO è rappresentata dal GRIFON D’ORO, la trasmutazione, il falco d’oro così simile all’Horus egizio, la classe dei puri e dei luminosi, l’ordine al quale appartengono sia Harry Potter che il preside Silente.
E a proposito di Silente, caro a lui è proprio un altro simbolo alchemico, un animale fantastico come la Fenice, e non è il solo.

In molte pagine dei libri di Harry Potter ritroviamo animali della tradizione alchemica, come la FENICE, un uccello mitologico che muore distrutto dal proprio fuoco per poi rinascere dalle sue ceneri.
E’ uno dei simboli più usati e rappresenta la fase finale del processo alchemico: nell’uomo, spinto dal fuoco interiore, muore la materialità e rinasce lo spirito.

Ma non è tutto. Harry Potter incontra anche altri antichi animali mitologici, come il terribile BASILISCO, con il corpo da serpente, la testa di gallo e le ali e le zampe d’aquila, un fiato velenoso ed uno sguardo capace di uccidere.

Anche in questo caso, i riferimenti alchemici sono chiari: il basilisco simboleggia il fuoco prima della trasformazione dei metalli, cioè i nostri vizi che devono trasformarsi in virtù.

Nei sotterranei di Hoghwarts, inoltre, c’è un altro mostro interessante: la Rowling l’ha chiamato Fuffi ma il richiamo al mitico CERBERO è evidente.
Nel mondo greco questo gigantesco cane a tre teste faceva la guardia al mondo dei morti, ruolo mantenuto anche dall’autrice di Harry Potter, che lo inserisce nel primo libro come secondo “guardiano della soglia” , questa volta a guardia della PIETRA FILOSOFALE.

Ma cos’è la Pietra Filosofale? E’ il punto d’arrivo del processo alchemico, simbolo della perfezione raggiunta dopo il lungo lavoro e insieme pietra capace di trasformare in oro i metalli impuri.
Insomma, non a caso è l’oggetto più nascosto e protetto di Hogwarts, quello che anche Harry Potter cerca di raggiungere.

Quanta verità c’è nei libri di Harry Potter? Quanti riferimenti ci sono alle tradizioni più antiche? E perché? E’ questo il segreto di tanto successo? Harry, per esempio, scopre di parlare il SERPENTESE, il linguaggio dei rettili. In realtà in tutte le tradizioni antiche il serpente rappresenta la conoscenza, intesa come mezzo per l’uomo di elevarsi. E’ solo un caso?

Castello di Alnwick, Scozia

Tra le pagine della saga di Harry Potter, però c’è anche chi ci ha visto l’anticipazione di una tecnologia sempre più vicina alla più sfrenata fantasia.
Per esempio, Harry Potter, a Hoghwarts gioca nella squadra di Quidditch. E lo fa volando su una scopa. Ma possono volare le scope…? Volare non è concesso agli umani/babbani. A meno che non facciano uso di tecnologie avanzate. Quella della scopa di Harry è ancora ignota, ma la Nasa ha ammesso di stare lavorando a dei prototipi. Si parla di SCOPE ANTIGRAVITA’ antigravitazionali con guida a curvatura. Nel 1992 lo scienziato russo Evgenij Podkletnov è riuscito a creare una zona di antigravità, grazie a correnti elettromagnetiche. Da allora le ricerche si moltiplicano. E’ così che Ron Koczor della NASA sta lavorando ad una “machina antigravitazionale” che segue le teorie di Podkletnov. Se dovesse funzionare, per metterla in moto non servirebbe alcuna parola magica, ma un semplice colpetto al manico…
Talvolta scienza e fantasia sono più vicini di quanto non pensiamo.

I PASSAPORTA, per esempio, gli oggetti che i maghi usano per spostarsi da un luogo all’altro rimaterializzandosi a chilometri di distanza, esistono veramente? La fantascienza da sempre chiama questo fenomeno TELETRASPORTO. E’ di questa estate la notizia di due gruppi di ricercatori che sono riusciti a teletrasportare degli atomi. Prima di loro, il fisico italiano Francesco De Martini era riuscito a trasportare fotoni, le particelle di cui è fatta la luce. Secondo la fisica però non sarebbe Harry Potter ad attraversare fisicamente una passaporta. A passare sarebbero in realtà le informazioni necessarie a ricostruire tutte le molecole del piccolo mago all’altro capo del globo.

Anche l’alchimia, vista solo come la ricerca della trasformazione del vile metallo in oro, oggi potrebbe perdere di significato perché per trasformare un elemento chimico in un altro pare che basti cambiare il numero delle particelle che compongono quegli atomi.. Nel 1980, ad esempio, Peter Ambruster riferì di aver ottenuto atomi d’oro, mescolando rame e stagno. Il problema è che per queste operazioni servono enormi quantità di energia per ottenere quantità minime d’oro.

Insomma, la storia di Harry Potter è piena di coincidenze, troppe per non essere volute. E c’è né un’altra piuttosto curiosa: Harry Potter ha la stessa data di nascita della sua autrice, Jeanne Rowling, nata il 31 luglio. Ed il 31 luglio è anche il compleanno di una delle più celebri esoteriste dell’Ottocento: Madame Blavatsky.

In Ucraina, terra natale della Blavatsky, si pensa che chi nasce la notte tra il 30 e il 31 luglio possieda grandi virtù e sia chiamato a fare grandi cose inoltre ad Hogwarts si studierebbe divinazione, cioè la facoltà di vedere nel futuro, sul libro di testo di una certa Cassandra Vablatsky. Un anagramma che richiama effettivamente il nome della celebre occultista di un secolo fa.
Tutto casuale? Forse, ma non è tutto. Fino ad ora sono usciti tre film su Harry Potter un quarto è in lavorazione, ma alla fine saranno sette, come i libri che la Rowling ha sempre dichiarato di voler scrivere su Harry Potter. Non uno di meno, non uno di più. Perché proprio sette? Una scelta, anche questa, forse non casuale.

Già per i babilonesi il sette era il più magico dei numeri: per loro sette erano i pianeti e, come oggi, i giorni della settimana. Sette sono i colori, sette le note, sette le virtù e sette i peccati capitali mentre innumerevoli i modi di dire che richiamano sempre questo numero: essere al settimo cielo, sudare sette camicie fino al 70 volte 7 di Gesù.

Insomma, il 7 è il numero che più di altri richiama i cicli della Terra e l’armonia dell’Universo. E questa sua unicità è ribadita dal fatto che è il risultato della somma del 3 (simbolo dello spirito o del maschile) e del 4 (simbolo della materia o del principio femminile).

Insomma, la saga di Harry Potter è un’alchimia
, è il caso di dirlo, ben riuscita tra fantasia e tradizione, tra immaginazione e conoscenza.. E’ come se avessimo bevuto una pozione i cui ingredienti ci sono familiari, e non sappiamo perché.




Harry Potter 5 - L'ordine della Fenice Trailer ITA



Harry Potter e l'ordine della Fenice - parte 1



Harry Potter e l'Ordine della Fenice - Parte 2



Harry Potter e l'Ordine della Fenice - Parte 3


venerdì 25 luglio 2008

MIB - Uomini in Nero - Men in Black


Sigla nata per indicare dei misteriosi personaggi che sarebbero più volte apparsi per costringere al silenzio ufologi e testimoni di avvistamenti. L'origine della sigla è nelle iniziali di Men In Black ovvero Uomini in nero. Generalmente sono più di due e da come si può facilmente comprendere, tutti vestiti di nero.

Vittime del Satanismo

La dottoressa Loreda Fox è una psichiatra che ha seguito molte vittime del satanismo, ecco cosa ha scritto..

Riesci a Vedere Oltre? ( Parassiti Dimensionali )

Chi potrebbe mai negare che nel bel mezzo di un concerto ci si sente pervasi da un'energia particolare? Quante volte è capitato di sentirsi coinvolti più del dovuto?

Larve Astrali

Le larve sono entità neutre ma che si nutrono di energia psichica, energia emotiva (chiamate pure vampiri psichici) e sono temibili, in quanto hanno una sintomatologia molto simile a quella di una fattura, di un maleficio. ( Questa loro caratteristica le rende difficili da individuare e debellare )

Se vedete un UFO


SE VEDETE UN UFO...

Corrado Malanga


“Se vedete un UFO, scappate!”
Con questa frase Salvador Freixedo, un latino-americano ex-gesuita, spretato, descrive
quello che dovete fare quando vedete un UFO, in un libro il cui titolo, tradotto in Italiano,
suonerebbe così:
"Difendiamoci dagli dei"

Lo scrittore, studioso di fenomeni legati alle apparizioni mariane, sostiene, infatti, che
esisterebbe una forte relazione tra apparizioni della Madonna ed alieni.
In pratica Freixedo afferma che gli alieni "si travestono" da Beata Vergine Maria, per
ottenere l’effetto di raggruppare il numero più ampio possibile di persone in un luogo ben
definito, di convincerle che lì appare una divinità ed indurle a pregare.

Così facendo, una notevole quantità di endorfine legate, come confermato dagli esperti, all’atto della preghiera, insieme ad una certa dose di onde cerebrali, verrebbero emesse dalla massa di
individui in preghiera e "succhiate" dagli alieni, che se ne servirebbero come "nutrimento".

Questo atteggiamento nei confronti del fenomeno ufologico mi fa pensare che, se da un
lato la Chiesa Cattolica sarebbe contenta se fuggissimo di fronte ad un fenomeno per Lei
scomodo, dall’altro sarebbe anche molto restia ad ammettere che, in effetti, i nostri
creatori sarebbero gli alieni, che ci avrebbero creato non per un atto d’amore, ma per
sfruttare appieno le nostre endorfine.

Così la Chiesa Romana non dice di scappare, ma si limita a dire:
“Se vedete un UFO, voltatevi dall’altra parte!”
Si fa, in tal modo, salvo il concetto secondo cui non bisogna aver paura di Dio, ma si dice
anche di non guardare… a volte ci si dovesse accorgere della vera natura dei nostri
creatori…

Rimaniamo sempre in campo religioso con Veronica Leuken, veggente newyorkese,
mentre, durante una dei suoi numerosi colloqui con la Madonna, appare in cielo un vero e
proprio UFO. La Madonna stessa si esprime in termini estremamente negativi
sull’apparizione dell’UFO:
"…sono segni del Maligno che vi confondono la mente…"
dice la Beata Vergine a Veronica.

Così:
“ …se vedete un UFO in cielo, dovete pregare per scacciarne la visione!”

Di ben diverso avviso fu il rappresentante ufficiale della Chiesa Cattolica inviato a Cova de
Iria, nel 1917, quando apparve la Madonna davanti a decine di migliaia di persone. In
realtà, come ormai tutti sanno, l’apparizione era solo per pochi intimi: un paio di pastorelle
ed un loro cugino, così piccolo che non riusciva, in realtà, nemmeno a vederla.

Gli altri sessantamila videro, invece, il mezzo con cui la Beata Vergine era scesa dal Cielo: un
disco metallico che ruotava attorno al suo asse, emettendo bagliori multicolori, scaldando
l’aria circostante ed emettendo una strana bambagia (i capelli degli angeli, appunto), che
dovevano essere rimasti impigliati in qualche ingranaggio rotante di quello strano mezzo di
trasporto…

Dunque:
“…se vedete un UFO avete visto l’automobile della Madonna e ve ne dovete rallegrare.”
È, pertanto, evidente che c’è un poco di confusione tra i vari mistici religiosi, praticanti ed
osservanti: osservanti soprattutto fenomeni che sarebbe meglio non vedessero.

“Se vedete un UFO dovete pagare una multa!”
Così dice la legge americana. Sì, perché vedere un UFO senza il permesso delle autorità
in America sembra essere un reato. La multa, che è di circa diecimila dollari, ha il sicuro
effetto di evitare che, se a qualcuno venga in mente di vedere un UFO…

“Se vedete un UFO siete malati di mente!”
Così diceva l’aeronautica americana (e quella italiana, ovviamente). Se un pilota si
azzardava a stendere un rapporto su di un avvistamento in volo veniva subito sospeso
dalle missioni, quindi gli si facevano test e controtest per verificarne la sicura pazzia.

Tale pazzia guariva quando il pilota abiurava quello che aveva visto, dicendo che non era più
sicuro e che forse aveva visto un’altra cosa.
Questo atteggiamento aveva, però, una controindicazione. Infatti erano diventati così tanti
i piloti che vedevano UFO in giro che, se si fosse applicata questa procedura a tutti, non ci
sarebbe stato più personale sufficiente per far volare gli aerei…

Gli Americani hanno risolto brillantemente questo aspetto della questione, mentre noi
ancora no: l’ho sempre detto che loro sono dieci anni avanti a noi… Loro hanno
semplicemente abolito i moduli di segnalazione in dotazione all’aviazione.

Prima i moduli andavano compilati, poi bisognava consegnarli all’autorità, col rischio di essere considerati non idonei alle missioni, quindi intervenivano gli organi di sicurezza interni che facevano sparire il rapporto.

Troppa fatica! Così, ora che non c’è più nessun modulo da riempire, si fa prima.
Ma gli esperti ribadiscono:
“Se vedete un UFO, guardate che ora è, così saprete a che ora siete impazziti…”
Ma vediamo più in dettaglio questa meraviglia di logica terrestre, che è rappresentata dal
rispondere ad un questionario che è stato studiato dalla sezione ufologica del Comitato
Universitario Nazionale.

Se doveste osservare un UFO:

1. Prendete subito nota dell'ora esatta dell'apparizione.

2. Fissate punti di riferimento (alberi, montagne ecc.), onde poter calcolare, poi, la
distanza, le dimensioni, la velocità e la quota dell'oggetto.

3. Prendete nota del colore e della variazione cromatica dell'oggetto.

4. Stabilite sommariamente l'elevazione in gradi dell'oggetto sull'orizzonte (ciò non si
riferisce all'altezza dell'oggetto).

5. Seguite la direzione di volo dell'oggetto.

6. Osservate la forma dell'oggetto ed eventuali dettagli strumentali visibili,
possibilmente con uno strumento ottico (binocolo, ecc.).

7. Prendete nota delle manovre eseguite dall'oggetto e della sua velocità apparente.

8. Notate se l'oggetto emette qualche rumore.

9. Rilevate se l'oggetto lascia una scia o qualche altra traccia del proprio passaggio
(vapori o condensazione, filamenti volatili, ecc.).

10. Osservate il comportamento di eventuali animali presenti nel luogo
dell'osservazione.

11. Osservate se il funzionamento di apparecchi elettrici è disturbato durante
l'avvistamento.

12. Se l'osservazione è notturna, assicuratevi che l'oggetto si trovi contro le stelle
rispetto a voi, e rilevate la posizione di oggetti celesti visibili (Luna, Venere, Giove,
ecc.).

13. Prendete nota dell'ora esatta in cui il "fenomeno" si è esaurito.

14. Prendete nota del nome e dell'indirizzo di eventuali testimoni.

15. Eseguite eventuali foto dell'UFO, consegnate la macchina a esperti o ad autorità
inquirenti, in modo che lo sviluppo avvenga alla presenza di più testimoni qualificati
e insospettabili.


Se doveste osservare un UFO prendere terra, regolatevi come segue:

1. Non avvicinatevi troppo: potrebbe essere pericoloso.

2. Se l'oggetto è a poca distanza da voi, restate fermi dove siete, mettendovi
all'occorrenza al riparo. Non fatevi prendere dal panico.

3. Osservate ogni dettaglio strutturale dell'oggetto e qualsiasi attività avesse da
svolgersi presso di esso, inclusa quella di eventuali occupanti.

4. Di fronte a questi ultimi, in particolare, mantenetevi calmi e non fate movimenti
bruschi.

5. Orologio alla mano, cercate di controllare la durata di qualsiasi fenomeno avesse a
verificarsi. Prendete nota di ogni sensazione psicologica e fisiologica che provate a
causa dell'accaduto.

6. Una volta scomparso l'UFO, avvicinatevi al luogo in cui esso si trovava e rilevate le
eventuali tracce rimaste sul posto. Se ne siete in grado, fotografatele. Proteggete
comunque i segni della presenza dell'oggetto prima di allontanarvi,
contrassegnando l'area interessata con delle pietre od altro.

7. Prendete nota del nome e indirizzo, nonché delle reazioni, di eventuali testimoni. In
qualsiasi episodio relativo alla presenza di UFO vi trovaste coinvolti, avvertite
immediatamente, in ogni caso, i Carabinieri della locale stazione ed il Centro
Ufologico Nazionale, il quale invierà, all'occorrenza, una équipe di ricercatori sul
posto, garantendo, a richiesta, il vostro anonimato.

Nel frattempo sono venuti di moda i protocolli, cioè quella serie di regole che distinguono un impiegato della CIA da una persona intelligente. I protocolli li hanno inventati gli Americani per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. In America c’è un protocollo per ogni occasione.

Per aprire una scatoletta di carne... Afferrare la scatoletta con la mano sinistra, se non
siete mancini. Afferrate l’apriscatole con la destra e, con l’altra mano, aprire il manuale
d’istruzione dell’apriscatole…
Così ecco sorgere il protocollo d’intesa tra ufologi ed astrofili.

Nel protocollo, solo poche righe, non c’è, però, scritto granché, al di là del fatto che gli ufologi e gli astrofili non sono mai andati d’accordo, ma da oggi andranno d’accordo, in quanto i primi si
impegnano a dire che il progetto SETI serve a qualcosa e gli ultimi diranno che, se un
astrofilo vedesse un UFO, lo direbbe subito all’ufologo.

Perché mica tutti gli UFO sono uguali! Già: quelli visti da un astronomo valgono dieci punti, quelli visti da un astrofilo cinque punti, quelli visti da un ufologo un punto e quelli visti dagli altri zero punti... Così, se un astrofilo è anche ufologo i punti si sommano, ma non tanto da essere eguali a quelli ottenuti da un astronomo, a parità di avvistamento...
Un protocollo d’intesa fra ufologi e psichiatri-psicologi per lo studio dei rapiti è, da
diverso tempo, già in vigore.

Si sente nell’aria un protocollo di intesa tra il Secondo Reparto dell’Aeronautica e gli
ufologi seri. Del resto anche il "Majestic 12", nota commissione segreta americana,
aveva un protocollo su come incartare l’alieno recuperato durante un eventuale Ufocrash.

C’è persino la figurina che insegna a piegare i bordi della scatola di cartone destinata a contenere l’alieno. Per non parlare del manuale di istruzioni in dotazione ai pompieri americani, nel caso
dovessero vedere un UFO.
Ma allora, se vediamo un UFO da vicino, cosa dobbiamo fare? Risuona nelle orecchie
la disperata domanda dei lettori.

È semplice:
Se vedete un UFO da vicino non fate niente, perché tanto ha già fatto tutto lui e voi non
e ne siete nemmeno accorti. Per dirla con le parole di un filosofo:
“Quando Dio ha deciso di colpirvi sulla testa, non c’è nessun luogo al mondo dove possiate rifugiarvi".

giovedì 24 luglio 2008

Dal Regno di Sardegna ad oggi - Storia di un torbido passato

Il Regno di Sardegna

Il Regnum Sardiniae et Corsicae ebbe inizio nel 1297, quando Papa Bonifacio VIII lo istituì per dirimere le contesa tra Angioini e Aragonesi circa il Regno di Sicilia (che aveva scatenato i moti popolari passati poi alla storia come Vespri siciliani). La realizzazione della licentia invadendi così concessa ebbe inizio nel 1323, col re Giacomo II e poté dirsi conclusa nel 1420 sotto Alfonso V d'Aragona. Attraverso varie fasi, la storia del Regno sardo percorre l'ultimo periodo del medioevo e giunge alla sua conclusione tra il 1847 (Unione Perfetta con gli stati di terraferma) e il 1861 (proclamazione del Regno d'Italia).

La Sardegna e la Corona d'Aragona

Per approfondire, vedi la voce Storia della Sardegna aragonese.
Stendardo aragonese
Stendardo aragonese

Il periodo che va dagli inizi del XIV secolo a circa la metà del secolo successivo rappresenta per la civiltà occidentale un periodo di transizione dal Medioevo all'età moderna. La società si svincola dai miti e dalle tradizioni medievali e si avvia verso il Rinascimento. Purtroppo, questi cambiamenti non si riscontrano in Sardegna: questo periodo corrisponde infatti all'occupazione aragonese; (ebbe inizio nel 1323 - 1324) ed è considerato da molti come il peggiore di tutta la storia dell'isola. Il cammino verso l'età moderna viene bruscamente interrotto e tutta la società isolana regredisce verso un nuovo e più buio Medioevo. Le maggiori cause furono viste nelle continue guerre contro il Regno di Arborea e nel regime di privilegio, di angherie e di monopolio esclusivo di ogni potere, instaurato a proprio favore dai Catalano-aragonesi e poi dagli spagnoli.

Una testimonianza evidente della situazione creatasi è fornita dagli stessi Catalani, che ancora nel 1481 e nel 1511 chiedevano al Re - nel loro Parlamento - la conferma in blocco degli antichi privilegi, ricordando che erano stati concessi «per tenir appretada e sotmesa la naciò sarda» (mantenere bisognosa e sottomessa la nazione sarda). Con il dispotismo e la confisca di tutte le ricchezze si arrestò bruscamente il processo di rinnovamento economico, culturale e sociale che gli Arborensi, i Genovesi, i Pisani e la Chiesa stessa, con i suoi ordini monastici, avevano suscitato nei primi tre secoli dopo l'anno Mille.

In realtà gli aragonesi non disponevano dei mezzi per una tale invasione e riuscirono solo dopo un secolo di guerre e di sanguinose battaglie ad unificare il Regno di Sardegna e Corsica, che fu composto - per lungo tempo - unicamente dalle città di Cagliari e di Alghero. I due popoli sconteranno duramente - in epoche successive - il loro combattersi accanitamente fino ad annullarsi a vicenda. Sia i sardi che i catalano-aragonesi saranno assorbiti in realtà nazionali sostanzialmente estranee alla loro storia.

La Sardegna e la Corona Spagnola

Per approfondire, vedi la voce Storia della Sardegna spagnola.

Con la riconquista di Granada - il 2 gennaio 1492 - si realizzò pienamente la riunificazione dei regni iberici, assiduamente perseguita da Ferdinando II di Aragona e da Isabella di Castiglia.

Dopo il loro matrimonio celebrato a Valladolid il 17 ottobre 1469, con un accordo conosciuto anche come la concordia di Segovia, nel 1475, i due sovrani avevavo giurato di non fondere le due corone in un unico Stato e ciascuna entità conservò le sue istituzioni e le sue leggi. Entrambi infatti si chiamarono: re di Castiglia, di Aragona, di Leòn, di Sicilia, di Sardegna, di Cordova, di Murcia, di Jahen, di Algarve, di Algeciras di Gibilterra, di Napoli, conti di Barcellona, signori di Vizcaya e di Molina, duchi di Atene e di Neopatria, conti di Rossiglione e di Serdagna, marchesi di Oristano e conti del Goceano.

La Sardegna e i Savoia


Il regno di Sardegna
Per approfondire, vedi le voci Regno di Sardegna, Storia della Sardegna sabauda e Lista dei re di Sardegna.

In seguito agli aggiustamenti territoriali seguiti alla Guerra di successione spagnola, finita nel 1713, per un brevissimo periodo, tra il 1713 ed il 1718, l'isola passò agli Asburgo austriaci che la cedettero poi al duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, che ottenne in questo modo il relativo titolo regio.

Per più di cento anni mantenne lo status di regno autonomo, fino al 1847 quando fu poi pienamente integrata nell'amministrazione piemontese (Unione Perfetta): questo significò de iure l'annessione piena del Piemonte alla Sardegna, de facto la scomparsa di quel che restava delle istituzioni autonome dell'isola di Sardegna all'interno del Regno (carica viceregia, parlamento degli Stamenti, tribunale supremo della Reale Udienza).

In quel periodo varie riforme provocarono forti cambiamenti nell'assetto del territorio e delle strutture produttive: l' editto delle chiudende («tancas serradas a muru») introdusse la proprietà privata ponendo fine alla gestione collettiva dei terreni e determinando forti malumori e rivolte.

Il Regno di Sardegna fu poi,dal punto di vista istituzionale, la culla del Risorgimento italiano.

La Sardegna contemporanea

Per approfondire, vedi la voce Storia della Sardegna contemporanea.

La Sardegna tra Otto e Novecento è una regione marginale, povera e spopolata del nuovo stato italiano. La modernizzazione forzosa e superficiale e i conflitti commerciali con altri paesi europei (specie con la Francia) ne condizionano pesantemente l'assetto produttivo e sociale. A ciò si accompagna poi il fenomeno del banditismo.

Contemporaneamente tuttavia emergono anche pulsioni ed espressioni culturali al passo con i tempi e di livello assoluto (scrittori, artisti, uomini politici). Le contraddizioni accompagnano tutto l'arco della storia contemporanea dell'Isola, a fasi alterne tra momenti di crisi e momenti di crescita, sia pure problematica.

La Grande Guerra (nel corso della quale i sardi vennero arruolati nella Brigata Sassari, quasi un corpo militare a base etnica) fa emergere tra i sardi stessi tutta la portata della questione identitaria e del rapporto con lo Stato italiano. Ne nasceranno fermenti politici nuovi, che però il fascismo soffocherà o ingloberà (vedi la vicenda del Partito Sardo d'Azione).

Con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, parallelamente alla Costituzione repubblicana italiana, viene promulgato lo Statuto di autonomia della nuova Regione sarda, una delle cinque a statuto speciale previste nel nuovo ordinamento statale.

Il dopoguerra, caratterizzato dalla battaglia vinta contro la malaria e dalle richieste e rivendicazioni di condizioni economiche migliori, vede da un lato l'imporsi delle servitù militari (come pegno agli assetti geopolitici internazionali cui l'Italia deve far fronte) dall'altro la politica dei così detti Piani di Rinascita, misure legislative speciali per il finanziamento dell'industrializzazione della Sardegna.

Ne conseguono sostanziali fallimenti socio-economici e limitazioni a quella stessa autonomia pure costituzionalmente riconosciuta. A ciò si accompagna un nuovo fenomeno migratorio e il ripresentarsi del problema del banditismo, che imperverserà . Cresce e si afferma intanto il settore turistico, fino a fare dell'Isola una delle mete più appetite a livello italiano e internazionale. Rimangono inoltre sempre vivi i fermenti culturali, sia nel senso di una costante riproposizione delle tradizioni sia in quello dell'espressione di talenti artistici e letterari e di figure politiche ai massimi livelli.

Alla fine del ventesimo secolo, la Sardegna, come regione dello Stato italiano, risulta attestarsi a mezza via tra le regioni a più alto reddito annuo pro capite del nord peninsulare e quelle meridionali a reddito pro capite più basso. Altri indicatori ne sanzionano gli innegabili progressi sia economici, sia sociali, ma non annullano le obiettive difficoltà di crescita e di sviluppo ancora presenti.

Negli anni più recenti, l'espansione delle nuove tecnologie e il miglioramento dei collegamenti con l'esterno (specie quelli aerei, grazie alle compagnie c.d. low cost) sembrano tendere ad attenuare lo storico svantaggio dell'insularità.

mercoledì 23 luglio 2008

martedì 22 luglio 2008

APOLLO 20 - Astronave Madre e Alieni a Bordo

Sardegna e Massoneria - 7 : La gran Loggia Regionale della Sardegna



La Gran Loggia Regionale della Sardegna, all’obbedienza della gran Loggia Regolare d’Italia, viene rappresentata da un sigillo che riporta al proprio centro un Nuraghe sormontato da un Delta luminoso, dal Sole e dalla Luna, con sfondo di montagne, Squadra e Compasso alla base, anno Vera Luce 5995 per la fondazione. Il Delta Luminoso è il sacro simbolo del G:. A:. D:. U:. – l’Assoluto. Esso è dato da un triangolo, il Principio Trino in tutte le sue forme, con all’interno il simbolo dell’occhio di Dio, il Logos che crea e dona la Luce e che tutto vede. Il Sole e la Luna irraggiano la loro Luce, simbolo di saggezza e comprensione, di mascolinità e femminilità.


La scelta del Nuraghe come marchio centrale del sigillo regionale avvenne sin dall'origine per la grande radice culturale che ancora oggi, per i sardi, è rappresentata dalla Civiltà Nuragica degli "SH-R-DN", uno dei "popoli del mare" che combatterono contro il Faraone Ramses III nel XIII secolo a.C..
Sviluppatasi in Sardegna e diffusasi anche in Corsica, dal 1.700 a.C. al II secolo a.C., sempre più viene apprezzata dagli archeologi per la grande qualità e individualità culturale e commerciale che è riuscita ad esprimere per ben 1500 anni nel mediterraneo occidentale, avendo contatti con il mondo egizio, miceneo ed etrusco nell’età del ferro.


I Nuraghi, circa 8.000 torri attualmente alte da 1 a 18 metri, ma che in origine arrivavano fino a 26 metri (oltre 8 piani di un edificio moderno!), sono unanimemente considerati come i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati d'Europa, la cui funzione ancora oggi è da chiarire: fortezze? tombe? Templi di culto del sole o degli astri? Tutto ciò ma in epoche diverse?


Se considerassimo valida la matrice linguistica del mediterraneo orientale, NUR AKE, significherebbe "torre della luce", e probabilmente questa interpretazione ci avvicinerebbe a quella autentica, che ci piace: una cultura fortemente improntata su due Arti Liberali da noi amate come la Geometria e l'Astronomia, trattandosi di monumenti sacri, eretti per marcare i territori dei clan locali, perpetuando sul suolo quanto studiato e ammirato nel movimento degli astri, con il loro influsso sulle stagioni e sull'agricoltura fonte di vita.
La Gran Loggia Regionale da tutto ciò trae ispirazione e identità.
I lavori regionali avvengono circa 3 volte l'anno, preferibilmente in occasione dei solstizi ed in località scelte per offrire suggestive esperienze rituali ai partecipanti

Sardegna e Massoneria - 6 : Le Logge


Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori d'Italia
Unica Obbedienza Massonica Italiana Riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra

logo_sardegna



Gran Loggia Regionale della Sardegna.


Sede: Casa Massonica
Via Garibaldi, 105 - Cagliari
Gran Segretario Regionale: Fr. Massimiliano Oppo



Logge della Regione Sardegna
Stemma
Nome Città Giorni Riunioni
8 Landmarks Sassari il 1° e 3° lunedi del mese
80 San Graal Cagliari Il Mercoledì secondo un
calendario deciso trimestralmente
103 NUR Andrea Salis Nuoro programmati sulla base di
un calendario trimestrale
124 Angelo Poliziano Nuoro il 2° e 4° venerdì del mese.
126 Olbios Olbia il 2° e 4° venerdì del mese
157 Astrea Oristano il 1° ed il 3° Venerdì del mese.
175 Pitagora Cagliari Tutti i Martedì del mese
208 Asclepio Tortolì Incontri programmati sulla
base di un calendario trimestrale
216 Plotino Cagliari Il Lunedì
217 Ermete Trismegisto Nuoro il 1° e 3° venerdì del mese

Le date e i luoghi di riunione possono variare nel tempo, i Fratelli sono invitati a comunicare al Webmaster gli aggiornamenti da apportare usando il

Modulo comunicazioni al Webmaster


Sardegna e Massoneria - 5 : Antonio Piras


Un tormento di curve. Bisogna attraversare tutta la Barbagia per arrivare a Gavoi, un paesino solare e pulito, 3500 abitanti. Tutti sanno dove abita Antonio Piras. Abita in una grande villa gialla appena fuori il paese.
E’ avvocato ma nella sua vita (attivissima) praticamente ha fatto di tutto meno che l’avvocato. Ha settant’anni, molti acciacchi e moltissimi amici.
Anche l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha dichiarato:
Piras e’ un vecchio amico mio. Massone. Uomo di grandissima probita’. Gli hanno chiesto: ma lei e’ amico dei banditi? E lui: manco per sogno, mi portano rispetto”.
Piras si definisce un uomo saggio. Sul muro della villa c’e’ una grande targa di marmo bianca con questa scritta: "Questa casa e’ aperta a Dio, al sole, agli amici sinceri e a tutti coloro che posso aiutare". La targa non è antica, anzi molto recente. “Amici? E’ vero. In una settimana sono passate da casa mia almeno trecento persone, solo per salutarmi. Ma ho anche tanti nemici, o comunque gente a cui non piaccio. Ancora oggi la mia casa e’ piena di cimici e microspie. Chissa’ cosa si aspettano di trovare. Una volta i carabinieri mi hanno chiesto: avvocato, non verranno da lei anche pregiudicati? Risposi chiaro: da mio nonno e da mio padre ho imparato a non chiedere la fedina penale a coloro che incontro. E’ in quei giorni che misi la targa fuori la porta. Cosi’ non ci sono equivoci”.

- La sua casa e’ aperta innanzitutto a Dio. Ma lei crede in Dio?
“Credo sicuramente in un grande architetto dell’universo”.

- Parliamone subito. Lei e’ massone dichiarato.
"Certamente. Sono massone fin da giovane.
In Sardegna questa e’ una tradizione antica, secolare, che ha prodotto una rete ancor oggi ben funzionante di aiuti reciproci, di mutui soccorsi”.


In Sardegna, gli amici massoni di Piras non si contano. Stanno dovunque: nelle banche, nella politica, nella sanità, nelle professioni, nelle imprese.
Dall'ex gran maestro della massoneria Armando Corona, all’avvocato Garau, all’ingegner Tito Melis, anche lui massone dichiarato, fino all’ex questore di Nuoro Elio Cioppa, iscritto alla P2. E’ negli elenchi del 1981: tessera 1890, grado terzo (maestro). E’ stato lui ad annunciare a tutti la liberazione di Silvia.

La casa e’ aperta a tutti coloro che posso aiutare”: nell’ultima frase della targa c’e’ tutto l’avvocato Piras che ama il ruolo di grande mediatore, dell’uomo giusto, una persona di rispetto. Quasi un padrino, ma non in senso mafioso.
Io non sono un boss. I boss veri hanno eserciti intorno, fanno del male, lucrano soldi. Io sono solo, ho la mia parola che conta, non ho mai chiesto una lira per i miei consigli. E rispetto soprattutto lo Stato. Anche se spesso mi chiedo: ma cosa ha fatto lo Stato per la Sardegna?”
Ha un vanto: per la Barbagia ha sparsi almeno una trentina di figliocci di battesimo o di cresima. Ne e’ felice perche’ sa di avere amici sinceri.

Nella mia vita – dice – non ho mai mancato alla parola data.
In una terra difficile, piena di odii e di vendette
(notare bene questa affermazione), la parola e’ molto importante”.
Cosi’ attaccato alla sua terra, eppure per molti anni l’ha abbandonata. Dopo gli studi, se ne va a Parma dove fa l’avvocato, politica (con i socialisti) e il direttore di una grande fabbrica di cucine. Ma resiste fino al 1962 quando decide di tornare in Sardegna. Apre un’azienda a Macomer.
Ma e’ solo l’inizio.

La sua fortuna arriva nei primi anni Settanta quando entra nel Banco di Sardegna. Fonda la “Sardaleasing” ed e’ la svolta.
Finanzia ogni tipo di attività: dalla piccola alla più impegnativa. Piras conosce i conti di tutti. Aiuta, fra gli altri, un giovane imprenditore che poi gli sara’ molto riconoscente: Nicola Grauso, detto Niki. “Doveva aprire Viodeolina, oggi la prima tv privata sarda. Grauso aveva un fido bancario di 35 milioni – ricorda Piras -. Io l’ho alzato fino a quattro miliardi e da li’ sono partite tutte le sue imprese”.

Piras concorre in quegli anni allo sviluppo di grosse industrie.
E tesse molte reti, le amicizie massoniche e attraverso gli sportelli di credito agricolo del Banco quello delle campagne. Si fa molti amici. Praticamente ha l’isola in mano.
Cinque anni fa decide di andare in pensione. Unica passione la caccia (ancora oggi ci va: il giovedi’ e la domenica, nelle campagne di Macomer). Ma soprattutto ha un impegno. Deve preoccuparsi dei suoi 174 chili di peso: colpa di un metaboslismo alterato da un’improvvisa rinuncia alle sue quaranta sigarette al giorno. Cosi’ in crisi con il peso al massimo si fa portare dai parenti nella casa di Sassari. Altrimenti se ne sta chiuso nel suo studio di Gavoi.

Una sera d’inverno riceve la visita di Tito Melis. Era marzo. Silvia era stata rapita da poche settimane, 19 febbraio. Non l’avevo mai visto prima – racconta Piras -. Mi saluto’ premendo l’indice della mano sulla mia: capii che era massone come me. Arrivammo presto non a un accordo, ma diciamo a un atto di fiducia, illimitato. Puoi fare qualcosa? mi chiese e io gli risposi: posso far girare la voce che venga trattata bene. Basta andare in giro, al bar o al mercato. Non e’ difficile. Ma ricordati: io sono solo un garante”.

In ottobre la svolta. Melis, che ha affidato all'avvocato il miliardo raccolto per il riscatto, lo va di nuovo a trovare alle cinque del mattino, piangendo. Piras lo sta ad ascoltare. In campo e’ entrato un altro intermediario, don Pinuccio Solinas. Passato glorioso: aveva risolto molti sequestri. Il frate garantisce per un miliardo la liberta’ di Silvia. Piras storce la bocca, non accetta un ruolo marginale. Quando incontra don Pinuccio lo tratta male. “Si vergogni, non si gioca sulla vita di un ostaggio” gli urla e lo mette alla porta. Piras non puo’ muoversi: era stato appena operato, aveva perso cinquanta chili e ripreso a fumare quaranta sigarette. Ma indica a Melis la persona giusta, fidata che puo’ occuparsi del riscatto: quel giovane imprenditore, Grauso.

Da quel momento, Melis si affida completamente nelle mani di Piras e si fidera’ solo delle ambasciate di un altro legale, Luigi Garau, un avvocato cagliaritano (anche lui) di fede massonica e in ottimi rapporti con un magistrato una volta sulla cresta dell'onda, Luigi Lombardini, poi messo in disparte perché ha il vizio di mettere lo zampino nelle indagini senza averne ormai titolo.
Lombardini indaga nella zona di Tertenia. Segretamente. Entra in scena invece con tutti i clamori Niki Grauso. Dalle colonne del suo quotidiano “L'unione Sarda” agli schermi della sua televisione “Videolina” fa da grancassa al grido disperato di Tito Melis (“Lo Stato mi impedisce di salvare mia figlia”) che diventa da quel momento il suo grido di battaglia politico.

La regia del sequestro Melis si allarga dunque a un singolare triangolo: Piras, Lombardini e Grauso che candidamente ammette: “Per me il caso di Silvia e’ stato un’eccellente occasione per farmi pubblicita’ a costo zero”. Una vicenda triste come il sequestro di una giovane mamma si trasforma percio’ in un affare per un imprenditore senza scrupoli, un personaggio che vuole essere il puntodi riferimento dell’isola e un magistrato in disparte che vuole dimostrare di essere un grande investigatore.
Dopo il caffe’, prima di uscire, chiedo all’avvocato Piras un giudizio sul giallo della tenda, su Silvia che si libera da sola delle catene. Accende l’ennesima sigaretta, mi risponde quasi diverito: “Conosco bene la zona. Ricordo di aver ucciso un cinghiale, proprio li’. Un cinghiale enorme, il piu’ grande che ho abbattuto”.

La sua casa e’ piena di Dio, di sole e di amici (forse) sinceri. Ma certamente anche di infiniti silenzi.
Dal libro "Sequestro di persona" di Pino Scaccia - ed. Editori Riuniti - 2000
Antonio Piras è morto il 7 giugno 2007 all'età di 78 anni.


Nonostante tutto questo c'è chi accusa ancora la Toscana di essere la regione leader della Massoneria. Proprio da qualcuno che proviene da questa non immacolata regione arrivano certe sentenze. Da che pulpito? Come avrete potuto leggere fino adesso la Sardegna ha la stessa affiliazione massonica del resto d'Italia, nè più nè meno...e siamo solo all'inizio su questo mio personale viaggio nella LIBERA MURATORIA dell'isola.