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venerdì 18 luglio 2008

Sardegna e Massoneria - 4

Da chi fu scalzato Licio Gelli? Semplice!
Dal nuovo Gran Maestro Armando Corona (sardo).



Giovanni Spadolini, subentrato a Forlani alla guida del governo, istituì una commissione parlamentare d’inchiesta e rese operativo l’articolo 18 della Costituzione riguardante le società segrete, disponendo, con la legge n. 17 del 25 gennaio 1982, lo scioglimento della P2. Il GOI non venne colpito da alcun atto restrittivo poiché sia la commissione d’inchiesta sia la magistratura in tempi successivi ritennero che la P2 fosse una deviazione con coperture individuali e un fenomeno estraneo alla tradizione massonica giustinianea.

A questa convinzione si arrivò anche grazie al ruolo svolto nella vicenda dell’espulsione di Gelli dal nuovo Gran Maestro Armando Corona, medico sardo e dirigente del Partito repubblicano eletto il 28 marzo del 1982.

Amico personale di Ugo La Malfa, Corona aveva rivestito la carica di presidente della regione Sardegna ed era un politico molto esperto. Conosceva bene gran parte della classe politica italiana, ed essendo dotato di un’indubbia intelligenza e di una buona dose di astuzia non si fece impressionare né scoraggiare dal crucifige cui venne sottoposto il GOI da parte del mondo politico giornalistico, il quale, da parte sua, nascondeva ben altri scheletri nei propri armadi. A quel punto era comunque necessario fronteggiare la valanga di accuse e insinuazioni che con grande compiacimento i media riversavano sulla massoneria italiana. Corona provvide innanzitutto a rintuzzare con una serie di querele le calunnie più smaccatamente false. Quindi il nuovo Gran Maestro, assai sensibile alla pubblica opinione ma assai meno data anche la sua limitata anzianità massonica alla continuità della tradizione, si dispose a introdurre rapidamente quelle modifiche normative che potevano assicurare all’Ordine una maggiore funzionalità e una più solida protezione dagli addebiti impropri che le venivano rivolti.

Inoltre, allo scopo di ridare al GOI un’immagine dignitosa si cominciò anche a prendere in considerazione l’uso di un altro strumento di riqualificazione dell’Istituzione, di cui il Gran Maestro, pur non essendo uno studioso di discipline storiche o filosofiche, intuiva la grande importanza: lo strumento culturale.

Nel 1984 fu varata la nuova Costituzione col relativo regolamento. Fra le innovazioni più rilevanti figuravano: l’abolizione del giuramento e dei “cappucci e delle spade”; il cambiamento del meccanismo elettorale, congegnato in modo da ostacolare i condizionamenti che si erano verificati all’epoca di Salvini, introducendo l’elezione diretta e, nell’ipotesi non si fosse raggiunto il quorum della maggioranza assoluta, il ballottaggio riservato ai Maestri Venerabili da svolgersi durante la Gran Loggia; la nomina diretta del Gran Segretario (la cui carica cessava così di essere elettiva) da parte del Gran Maestro.

Superata la crisi della P2 e avviata la risoluzione dei problemi che si erano presentati negli anni precedenti, i fratelli del GOI si mostrarono nuovamente animati da un senso di sicurezza nel condurre i lavori delle logge ripopolate e desiderosi di riproporsi all’esterno, come avvenne in occasione del convegno storico dedicato a temi risorgimentali - intitolato La liberazione d'Italia nell'opera della Massoneria - che si svolse a Torino nel settembre 1988, a cui presero parte 14 relatori italiani e 8 stranieri.
Ma si era ormai vicini alla scadenza del quinquennio, che seguiva un precedente mandato triennale, della gran maestranza di Armando Corona.

tratto dal sito http://www.grandeoriente.it/istituzione.php?ar=1f

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