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domenica 19 giugno 2011

I SEGRETI DEI TEMPLARI - parte 3


Illuminati o eretici ?
I Templari furono una Setta esoterica? I sostenitori dell’innocenza dell’Ordine del Tempio lo negano mentre i suoi detrattori, e coloro che lo ritengono effettivamente colpevole, sono invece propensi a sostenere che i Templari fossero una Setta non solo esoterica, ma anche eretica. Del tutto particolare la posizione della Massoneria, la quale, nel ritenersi erede della sapienzialità templare, oltre ad affermare che l’Ordine fu ingiustamente perseguitato, lo considera anche una fonte primaria del suo esoterismo e il continuatore occidentale della Tradizione, intesa ovviamente nella sua accezione ermetico-esoterica.
 
 
 
 
E’ significativo osservare come esoterismo ed eresia vengano continuamente accostati tra loro quando si parla di Templari e che questa circostanza si verifica per la prima volta proprio a partire dalla vicenda del loro processo per continuare, in maniera palese, ma mai ufficialmente affermata dalla Chiesa, fino ai nostri giorni.
Ovviamente esoterismo ed eresia sono due cose assai diverse perché essere cultori di esoterismo non significa affatto essere eretici, né la Chiesa ha mai esplicitamente condannato l’esoterismo, pur annoverandolo tra quei percorsi esistenziali e spirituali che, in quanto strettamente connessi con l’ermetismo e lo gnosticismo, non ricevono la sua approvazione.  
Pur cancellando l’Ordine del Tempio delle istituzioni ecclesiastiche la Chiesa infatti non pervenne alla sua condanna per eresia perché in questo caso sarebbe stata costretta ad affermare che quello esoterico era un atteggiamento eretico, sconfessando in questo modo un suo operato secolare e perdendo così ogni presa psicologica sul mondo della Cavalleria.
 
Un’inchiesta condotta male
L’episodio del processo ai Templari fece però emergere tutti i rischi ai quali un’interpretazione dell’esoterismo, fatta alla luce della Tradizione orientale, poteva esporre la Chiesa, la quale infatti, proprio a partire da questa circostanza,  iniziò a prendere le distanze da quel percorso esoterico verso la conoscenza e la spiritualità che invece per secoli si era adoperata perché diventasse elemento fondante dell’Ordo cavalleresco e della sua  visione cristiana dell’esistenza.  
Assai incerte appaiono le ragioni della persecuzione dell’Ordine del Tempio, come pure la fondatezza e la natura stessa di gran parte delle accuse che vennero accampate per addivenire alla sua distruzione. Nell’ambito di queste accuse alcune risultano decisamente inverosimili mentre altre appaiono invece più che altro strane e sconcertanti perché sembrano mostrare un qualche fondamento o quantomeno sembrano indicare la presenza di qualche cosa talmente anomala e poco ortodossa da giustificare quell’assoluto segreto di cui l’Ordine si era sempre circondato, soprattutto per ciò che  riguardava le iniziazioni, i riti e i capitoli.       
 E’ piuttosto strano infatti che gli inquisitori abbiano così tanto indagato sui motivi di tale segreto comportamento il quale, pur essendo comune a tutti gli ordini monastici, e quindi anche a quelli monastico militari, per costoro rappresentava evidentemente una circostanza così inquietante da costituire una delle principali ragioni dell’inchiesta.
I roghi e la tortura non sono riusciti a far emergere la verità, anzi hanno finito per rendere impossibile discernere quanto certe affermazione fossero il frutto della coercizione o quanto invece provenissero da confessioni spontanee e quindi attendibili. L’impressione che si ricava dagli studi sul processo è che sull’Ordine del Tempio venne riversata una valanga di accuse del tutto artefatte, ma è peraltro innegabile che alla fine resta anche la chiara impressione che qualche cosa di inconfessabile vi fosse e che nonostante tutto non sia emersa.
Se l’Ordine del Tempio detenesse particolari segreti di natura esoterica gli inquisitori non riuscirono mai a scoprirlo, ma della loro esistenza labili tacce traspaiono però da alcune deposizioni rese dai Templari interrogati. Tutto ciò ovviamente oltre alle note circostanze, più volte confessate sotto tortura: dello sputo sulla croce, del rinnegamento di Cristo e del misterioso Bafometto, sulle quali molto ancora si disputa e si dibatte.
 
Da dove viene il monaco guerriero?
La figura del monaco guerriero fu recepita nell’Occidente cristiano dal mondo islamico il quale a sua volta l’aveva mutuata da quel lontano Oriente raggiunto e conquistato dalle sue armate. Le concezioni filosofiche e religiose dell’India, assimilate ed elaborate dal grande centro spirituale cinese di Shaolin, condussero alla prima formulazione del monaco guerriero[1] così come, raggiungendo il Giappone, incisero profondamente sul Bushido[2] e delinearono i tratti fondamentali della via ascetico eroica dei Samurai.
Non è affatto vero che i Templari, come afferma Alain Demurger, siano una “originale creazione dell’Occidente cristiano” perché come abbiamo appena illustrato essi trovano la loro radice in un lungo cammino religioso filosofico di matrice orientale e i combattenti dei Ribat, largamente diffusi nel mondo islamico, rappresentanosenza alcun dubbio un archetipo di combattente le cui caratteristiche lo rendono del tutto paragonabile ai Templari.
 
Bernardo teologo
L’operazione di assimilazione della figura del monaco guerriero nell’ambito della religione cristiana si deve alla grande sapienza teologica di San Bernardo il quale, con la sua impareggiabile capacità di argomentare, il suo alto profilo mistico e il suo elevato livello culturale, riuscì nella difficile impresa di rendere compatibile con una religione di pace l’idea che un ecclesiastico potesse diventare strumento di guerra e di morte.
La tradizione, l’impostazione filosofica e le concezioni religiose dell’Oriente islamico rendevano abbastanza facile l’assimilazione della figura del monaco combattente in quel contesto mentre altrettanto non poteva dirsi per l’Occidente cristiano. Perfettamente consapevole di come questo fosse il nodo centrale da sciogliere, Bernardo, nel De Laudae, torna più volte sul tema della morte da parte dei Cavalieri delineando con maestria e consumata sapienza teologica le motivazioni spirituali che dovevano spingere, non tanto a dare quanto a cercare una morte gloriosa in battaglia. Non era l’odio verso l’avversario che doveva incitare al combattimento, ma la ricerca della morte quale sublime viatico per la ricerca della Gerusalemme celeste da parte del Cavaliere Templare. Il sacrificio della vita, quale gesto estremo d’amore verso Dio, avrebbe schiuso ai Militi di Cristo le porte del paradiso.
 Fino a quando fu in vita il grande Abate cistercense la delicata e complessa impalcatura teologico filosofica sulla quale si reggeva la formula cristiana del monaco combattente non subì particolari crisi o modifiche, anche se la nomina a gran maestro dei Templari di Andrea de Montbart, zio di Bernardo, subito dopo la morte di questi, fa supporre che qualche avvisaglia cominciasse a manifestarsi o che si fosse quantomeno consapevoli dei rischi di deviazione a cui la nuova e anomala figura di combattente era esposta.
 
Il fascino esoterico dell’Oriente
Vivere immersi nel contesto medio-orientale a contatto continuo con la cultura, la tradizione, gli insegnamenti e l’affascinante panorama filosofico e religioso delle innumerevoli sette che popolavano quel mondo, dove con grande tolleranza queste professavano le loro idee, non poteva non contaminare in qualche modo la parte più intellettualmente elevata dell’Ordine del Tempio.
Se questo è genericamente riconosciuto, assai neglette sono invece due circostanze che in maniera particolare influirono col tempo sulla natura dell’Ordine: la possibilità che questo ebbe di riallacciare le fila della Tradizione orientale con quella occidentale, divenendo così un prezioso e occulto anello di congiunzione tra due diverse visioni dell’esistenza e della trascendenza e la possibilità che gli si offrì di percorrere la via del guerriero nei termini originari in cui questa era stata concepita e si era sviluppata.
Tutto ciò consentì ai Templari di vivere la loro esperienza ascetico militare  nel contesto di un esoterismo raffinato, di matrice totalmente orientale, il quale affondava le sue radici nella spiritualità indiana, cinese e persiana non disgiunto dalla complessità affascinante dell’ebraismo.  Non v’è dubbio che i Templari percorsero la via del guerriero inoltrandosi negli stessi sentieri esoterici che avevano ispirato la nascita dei monaci combattenti del Tibet, la visione spirituale del bushido dei Samurai in Giappone e l’esperienza ascetica dei combattesti del Ribat nell’Islam. 
Questo non fece dei Templari degli eretici, perché non alterò in alcun modo le loro convinzioni religiose, ma certamente li indusse a pensare che la comune matrice esoterica delle tre religioni del libro trovava anche ampio riscontro in una analoga visione della spiritualità e delle credenze religiose. Proprio questi aspetti, se filtrati alla luce dell’esoterismo e della Tradizione, mostravano indubbiamente più elementi di unione che di divisione e aprivano la strada a una tolleranza e a una possibile pacifica convivenza con altre confessioni religiose. Nello spirito di crociata e nel clima di contrapposizione armata che presidiava la realtà dell’epoca, concezioni di questa natura, che spesso suscitarono dubbi di collusione e sospetti di tradimento, non solo non erano ammissibili, né considerati ortodossi dalla Chiesa, ma finirono per determinare all’interno dell’Ordine stesso una serie di divisioni di varia natura.
 
 
Le divisioni nell’Ordine del Tempio
Inevitabilmente una prima distinzione avvenne tra coloro che avevano le capacità di perseguire un cammino di ascesi così elevato e coloro i quali era invece opportuno che non ne venissero affatto a conoscenza.
Questo spiega come si venne formando una ritualità che conteneva accenti esoterici di ispirazione orientaleggiante difficilmente comprensibili dalla massa illetterata dei Cavalieri. Una ritualità destinata a sollecitare stati d’animo e riflessioni iniziatiche che certamente la Chiesa non avrebbe considerato ortodossi e che fornirono materiale sufficiente a imbastire un processo per eresia contro l’Ordine.
In questo confuso contesto cominciarono ad intersecarsi esoterismo ed eresia, sia per effetto della mancanza di conoscenza del contesto in cui l’esoterismo orientale aveva influenzato i Templari, sia per la necessità pratica, da parte degli inquisitori, di dimostrare che l’Ordine del Tempio era eretico.
 D’altra parte questa stessa problematica finì per determinare una vera e propria frattura di natura politica all’interno dei vertici dell’Ordine dividendo coloro che intendevano impiegare le loro segrete conoscenze nella vasta opera di trasformazione della società occidentale in cui l’Ordine era impegnato da coloro i quali, più militarmente motivati, credevano in una superiorità spirituale che prima o poi li avrebbe condotti alla vittoria. La parte più propriamente guerriera dei vertici dell’Ordine interpretava in chiave militare l’esaltante ascetismo della via del guerriero mentre la sua parte più specificatamente dedicata agli aspetti sociali vi scorgeva lo strumento vincente di un progresso spirituale che avrebbe potuto condurre a una pacificazione universale nel segno di una tolleranza verso l’Islam, indotta da una comune visione esoterica dell’esistenza. La presenza all’interno dell’Ordine del Tempio di due anime a presidio del duplice impegno, militare in Oriente e sociale in Occidente, è un fattore estremamente importante per decifrare la complessa struttura di questa Istituzione e le diverse logiche alle quali questa doveva rispondere. I due diversi campi d’azione necessitavano, e quindi determinavano, una diversità di concezioni, di interessi, di strategie e di politiche che gli studiosi raramente prendono in considerazione, sia per mancanza di elementi sia per l’estrema difficoltà di definirle chiaramente. E’ peraltro innegabile che gli uomini preposti a questi due diversi aspetti dell’attività dell’Ordine del Tempio avevano una formazione culturale e una predisposizione psicologica assai diverse tra loro.
Queste brevi considerazioni inducono chiaramente a comprendere come all’interno dell’Ordine si agitassero una serie di atteggiamenti diversi e fossero presenti conoscenze, custodite in totale segretezza, le quali andavano a sommarsi all’altro grande segreto dell’Ordine costituito dalla vera finalità per la quale era stato pensato e creato dalla Chiesa. La natura politica che aveva ispirato la nascita dell’Ordine era a conoscenza solo di pochissimi dignitari, perché avrebbe potuto esporre la Chiesa a gravi rischi di aggressione da parte del potere politico. Il fine ultimo dell’operato della Chiesa, portato avanti per secoli con sapienza e tenacia, era infatti quello di determinare un profondo e radicale cambiamento della società Occidentale in modo da determinare la fine del barbaro e oppressivo regime feudale.

I segreti dei Templari non vengono svelati
I due grandi motivi che giustificavano la segretezza di cui i Templari si circondavano, nonostante gli sforzi dell’inquisizione, non vennero mai alla luce. L’aspetto politico, la cui conoscenza era particolarmente circoscritta, venne forse a conoscenza del re di Francia per effetto di alcuni tradimenti che indubbiamente vi furono nella fase finale della vita dell’Ordine, ma la loro stessa natura sconsigliava che se ne facesse un qualsiasi uso pubblico e probabilmente furono solo strumento di segrete pressioni sul papa.
Altrettanto avvenne per quanto riguardava gli aspetti morali e religiosi i quali a loro volta, almeno per la parte più esteriore, essendo un patrimonio più largamente condiviso tra i Cavalieri, furono in qualche modo acclarati dall’inchiesta. Anche in questo caso però la vera ratio che presidiava la ritualità e le cerimonie dei Templari sfuggì agli inquisitori, peraltro sufficientemente paghi di quanto riuscivano ad estorcere con le torture inflitte agli interrogati, solo in minima parte composti da Cavalieri o da alti dignitari.
Si può quindi comprendere come i verbali del processo offrano un panorama assai vasto, variegato e confuso di azioni blasfeme dalla scarsa attendibilità le quali presentano però alcuni punti in comune, non completamente riconducibili solo all’uniformità degli interrogatori e certamente tali da suscitare dubbi e perplessità.

La vera natura del Tempio
Risulta però, in maniera piuttosto chiara, che nella sua generalità l’Ordine del Tempio presenta per molti versi i caratteri di una Società segreta mentre i suoi vertici appaiono più decisamente come una vera e propria Setta. Proprio questa caratteristica ha generato l’idea, solo parzialmente fantastica, dei “Superiori Incogniti”, dei “Figli della Valle” o del cosiddetto “Tempio nero”.
Come si vede l’Ordine del Tempio continua ad essere una nebulosa affascinante il cui ruolo è stato di importanza fondamentale nello sviluppo sociale dell’Occidente “a dispetto di coloro che vorrebbero escludere dalle vicende terrene del glorioso Ordine le categorie del mistero, della Tradizione e della Gnosi”.[3] come giustamente afferma il Prof. Vinicio Serino.
«Guarda il pensiero nel tuo cuore. Addio in questo mondo, la pace del Signore sia con te, ma pensa al Tempio e ai Templari. Noi abbiamo perduto le nostre speranze terrestri ma abbiamo mantenuto in cuore la fede, perché siamo Cavalieri di Cristo - I lebbrosi resusciteranno e ricostruiranno il Tempio distrutto di Salomone, in modo celeste, contro l’impero del dragone».
(decifrazione di un graffito sulla parete di una cella del castello di Chinon- traduzione dell’autore)
 

[1] Gli Yamabushi, i monaci combattenti tibetani.
[2] Il codice d’onore dei Samurai.
[3] V. Serino, introduzione al volume, I Templari Setta esoterica, Roma 2009.
 
http://nuke.templariordo.it/

sabato 18 giugno 2011

I SEGRETI DEI TEMPLARI - parte 2

Lo scopo iniziale delle crociate fu quello di proteggere i pellegrini che volevano recarsi in Terra Santa senza rischiare di essere attaccati da predoni di ogno sorta . Fu creato così questo ordine cavalleresco che sarebbe entrato nella leggenda. Durante le Crociate i Templari trovarono anche la corona di spine del Cristo a Costantinopoli? Nel tempio di Salomone custodivano il Graal? Tutto nasce dalle Crociate. Cosa scoprirono veramente i Templari in Terra Santa?

LE CROCIATE : Baliano, maniscalco di uno sperduto villaggio francese, viene raggiunto da Goffredo di Ibelin, che gli rivelerà essere suo padre, conducendolo poi a Gerusalemme. Qui Baliano conosce diversi personaggi, a partire dal saggio re lebbroso Baldovino IV e dal malvagio Guido di Lusignano, passando attraverso il crudele Reginaldo di Chatillon e per l'affascinante principessa Sibilla, sorella del re. Baliano si ritrova così in un territorio sconosciuto, dove regna una precaria tregua d'armi tra il re e il sultano Saladino. La tregua però non può durare a causa della morte prematura del re e della nomina a re di Guido che vede nella guerra un'opportunità per costruirsi una fama e conquistare il potere. Quando Gerusalemme viene assediata da Saladino, toccherà a Baliano difendere la città e la sua popolazione. Ed egli dopo essere riuscito a difendere la città, la cede al nemico a patto che la popolazione non venga uccisa, e che possa andarsene senza che le venga fatto alcun male.




Chi è interessato alle leggende cristiane, come quella del Santo Graal o della Santa Sindone, non può non ritrovare citati su innumerevoli saggi e libri storici una congregazione che viene dal passato: i Cavalieri Templari. Durante le Crociate, i Templari divennero un ordine molto potente non solo in Oriente, ma anche in Europa Nonostante siano stati dispersi, accusati di eresia e torturati, continuano ad essere ritenuti i più devoti cavalieri che presero parte alle Crociate in Terra Santa. Essi vennero chiamati eretici perché si riteneva adorassero una testa barbuta, identificata con quella del diavolo Baphomet (Bafometto). In realtà la testa poteva essere l'immagine di Cristo su una tela, e può essere identificata con il Mandilion di Edessa, il Fazzoletto della Veronica, o ancora con la Sindone di Torino

Una importante domanda sulle leggende del Graal è la seguente: "Dove incomincia la sua storia?" Nonostante alcune fonti sembrino indicare nella cultura celtica o orientale le radici della letteratura graaliana, la versione classica della storia comincia al tempo delle Crociate. 

Uno dei primi a parlare di Graal fu un monaco francese chiamato Elinando, che nelle sue cronache compilate nel 1204 scrisse che il Graal era la coppa usata da Cristo durante l'Ultima Cena. Il testo più conosciuto, intitolato "Perceval", scritto dal chierico e poeta francese Chrétien de Troyes, nacque circa nel 1135, mentre i crociati si trovavano ancora a Gerusalemme. Egli scrisse con il patronato della Contessa Maria di Champagne, figlia del Re Luigi VII ed Eleonora di Aquitania; ella viveva in un regno dove grande importanza era data all'amor cortese e alla cavalleria, molto più di quanto viene raccontato nei racconti arturiani. Il Conte Enrico, marito di Maria, morì una settimana dopo il suo ritorno dalla Terra Santa.
Un altro autore che scrisse sul Graal fu Wolfram von Eschenbach; egli scrisse che Chrétien aveva ispirato la sua storia del calice a ciò che aveva udito da un chierico chiamato Kyot, probabilmente da identificarsi con Guyot de Provins, un affiliato dei Templari.
"Secondo Wolfram, Kyot o Guyot de Provins sarebbe vissuto a Gerusalemme, alla corte di Federico Barbarossa, ed era stato iniziato ai misteri del Graal"*
In molti romanzi del Graal, compreso il "Parzival" di Eschenbach, i cavalieri del Graal sono indentificati, direttamente o indirettamente, con i Templari, i quali vestivano bianchi mantelli e croci rosse. Eschenbach descrisse il Graal come una pietra sacra, e ciò fece pensare alla Pietra Filosofale.
Non è una coincidenza che il potere dei Templari abbia fatto guadagnato loro un posto preminente nella leggenda del Graal e di altre reliquie.
"I Templari furono definiti guardiani del Graal anche nell'anonimo romanzo "Perlesvaus", ma in questo caso essi erano descritti come crociati contro l'Islam pagano. Il Graal era il calice del Sangue di Cristo, non una pietra mistica; veniva definito anche "vas Hermetis", vaso ermetico, e dunque di nuovo poteva esser identificato con la Pietra Filosofale degli alchimisti, in grado di trasmutare tutto ad una armonia spirituale. Nel "Perslevaus" c'è scritto che tra Templari e la cavalleria musulmana non potrà mai esserci pace né alcun compromesso. L'autore disse d'aver basato la sua storia su un libro scritto in latino da un monaco di Glastonbury; ma i molti riferimenti ad armi e a straregie militare, e il lungo encomio che fa ai Cavalieri del Graal che proteggono il loro sacro segreto con i loro mantelli rossocrociati, fa pensare che lo scrittore abbia fatto parte dell'ordine Templare. Il Graal fu descritto come il calice Eucaristico dell'Ultima cena, portato in Britannia da Giuseppe d'Arimatea" *
Istintivamente si è portati a pensare che un gruppo ricco e potente come quello Templare non abbia avuto difficoltà ad ottenere un controllo della scrittura e della storia. E altre reliquie sembrano suggerire l'idea che i Templari siano legati molto strettamente alla leggenda del Graal. Per esaminare questa ipotesi, è necessario comprendere l'importanza della città di Costantinopoli, odierna Istanbul, conquistata dai Crociati.

"E' certo che Costantinopoli fu conquistata dai Crociati perché, da sola, possedeva più reliquie del restante mondo cristiano. Si sa che dalla città proveniva la Corona di Spine di Gesù: corrompendo alcuni uomini, il Re Luigi IX di Francia riuscì a sottrarla alla città di Venezia e a portarla in Francia, presso la Sainte Chapelle. Anche se il tesoro della basilica di San Marco fu distrutto nel 1231, la maggior parte del tesoro fu risparmiata dalle fiamme." *

Questo non è difficile da credere. La storia indica che nel passato molti sapevano dell'esistenza di reliquie come la Santa Croce. In Scozia, i Templari di San Clairs, furono per anni i guardiani delle sacre reliquie, tra cui si trovava un pezzo della Croce, una pietra sacra e alcuni testi apocrifi che si diceva fossero nascosti da qualche parte nella Cappella di Rosslyn (Rosslyn Chapel), costruita dalla famiglia dei St.Clair.
"La Rosslyn Chapel può essere considerata il Terzo Giorno della Creazione scolpito nella pietra. Si tratta della ricostruzione del Tempio di Salomone decorato con lussurreggianti piante, foglie, fiori. Si tratta anche della cappella costruita dai Templari per nascondere il Graal, che giace nascosto nelle sue volte. Nella mia ricerca per decifrare questo segreto ho dovuto cercare che cosa significasse il Graal, prima di poter scoprire che si trovava a Rosslyn. Il suo mito deriva certamente dal tempo delle Crociate." *
Un'importante connessione tra la Rosslyn Chapel e la leggenda del Graal sembra consistere in una piccola pietra tombale, nascosta in un oscuro angolo della Cappella.
"Sulla pietra tombale di Sir William de St. Clair a Rosslyn, compare un calice in cui è inscritto una rosa-croce ottagonale con un fiore nel centro che sta ad indicare il Sangue di Cristo. Si tratta di una delle più antiche rappresentazioni del Sangue di Cristo, che deriverebbe dalla scoperta di rivelazioni Gnostiche contenute in segreti Vangeli ritrovati dai Templari e in seguito trasmessi alla Confraternita della Rosa+Croce, che considerava il cuore di Gesù come il tempio ove la vita del mondo veniva generata, come la rosa e la coppa. Ciò suggerisce anche una connessione tra i Templari e i Catari, prima della Crociata contro gli Albigesi. I Catari erano anch'essi Gnostici, e furono molto influenzati dal trovatore Courst che scrisse in lingua d'Oc, in particolare nell'epico e cavalleresco "Roman de la Rose", e nel successivo romanzo sul Graal. In questi scritti i Templari, avvolti nelle loro tuniche rosso-crociate, sono i custodi del segreto della "rosa dentro il calice". Il Graal sulla pietra tombale di St. Clair spiega anche il motivo per cui attualmente esso venga custodito nel pilastro dell'apprendista nella Rosslyn Chapel, un pilastro costruito proprio per custodirlo. Se le reliquie Templari raggiunsero Rosslyn, potrebbero esser state affidate ai St. Clairs per sicurezza. Gli odierni templari di Scozia possiedono una coppa ingioiellata risalente al Medio Evo, che potrebbe essere appartenuta al tesoro dei Templari. E come sono esistiti i guardiani della Santa Croce, così i St. Clairs potrebbero essersi sentiti investiti del compito di custodire il Santo Graal nella loro cappella." *
Dunque, in che modo c'è legame tra i Templari e la Rosslyn Chapel? Il mio punto di vista è questo. Se uno sospende per un momento la propria incredulità e immagina che il Graal possa effettivamente esistere, il mezzo tramite cui le leggende sono giunte a noi deve aver coinvolto i Templari. La Rosslyn Chapel in Lothian (Scozia), fu costruita dalla famiglia St. Claire e riporta molti elementi architettonici che richiamano la geometria sacra dei Templari, per esempio la croce di Malta ad otto punti (croix pattée). Sotto la Rosslyn Chapel ci sono sepolti molti Cavalieri templari, ed la cappella è piena di misteriose e simboliche sculture che sembrano indicare dove si trovi il sempre cercato e mai rinvenuto Tesoro dei Templari. All'interno del pilastro dell'apprendista, si dice si trovi un calice metallico, che potrebbe essere il Graal. Sebbene sembri inverosimile, Rosslyn fu il centro di una intensa attività dei Templari, oltre che residenza di alcuni di essi. La famiglia di St. Clair era guardiana di alcune sacre reliquie. Se il Graal esistette, potrebbe essersi trovato lì. Ma non ha importanza che cosa giaccia sotto o dentro la Rosslyn Chapel: si tratta di un reliquiario innalzato verso Dio che richiama all'uomo l'infinita ricerca, cominciata mille anni fa, del Santo Graal.

* Le citazioni sono tratte dal libro "The Sword and The Grail" di Andrew Sinclair, che purtroppo non è ancora stato tradotto in Italiano.

http://www.icavalieritemplari.it/templari/santo_graal.htm


I SEGRETI DEI TEMPLARI








di Gian Luca Todini

Misteri, leggende e segreti dei Templari

L'Ordine del Tempio è stato da sempre avvolto dal mistero e dalla leggenda. Scopriamo alcuni dei misteri che circondano la storia dell'Ordine



Misteri, leggende e segreti dei Templari




Introduzione


Parlare di misteri significa implicitamente trattare argomenti che molto spesso vanno oltre la storia provata.
Con questa doverosa premessa intendo illustrare alcuni dei più noti misteri che circondano l'Ordine del Tempio, lasciando al lettore le dovute considerazioni ed interpretazioni del caso.


Cristoforo Colombo e le Americhe





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Le croci sulle caravelle di Colombo ricordano quelle templari
Alcune ipotesi sono state formulate circa il "patrocinio" Templare nella scoperta dell'America. Si pensa che sin dal 1269 i Templari avessero contatti con il continente americano, ben duecento anni prima della scoperta da parte del famoso navigatore genovese. Un lecito interrogativo a tal proposito: perché la flotta Templare era dislocata nel porto francese di La Rochelle, situato nell'Oceano Atlantico?
A cosa serviva ai Templari un porto sull'Oceano se i loro viaggi erano rivolti verso la Terrasanta? Da qui l'ipotesi che le flotte Templari avessero anche altre destinazioni.
Possibile che il famoso tesoro dei Templari venisse dalle miniere del continente americano?
Ritornando a Colombo, c'è da chiedersi: come faceva ad essere così sicuro di trovare terra? Come ha fatto su una rotta mai percorsa ad indovinare i venti, sia all'andata che al ritorno? Come ha fatto a non finire sulle barriere coralline? Sapeva certamente di non essere nelle indie, e continuando, l'equipaggio stanco ed impaurito cercò di rivoltarsi al proprio comandante, Colombo offri la sua testa in cambio di tre giorni di navigazione, ebbene il terzo giorno apparvero le terre di San Salvador.
La certezza dell'approdo avvenne di notte, ma Colombo per non correre rischi come se conoscesse le insidie di quei mari, ordinò lo sbarco la mattina del 12 ottobre.
Stesso giorno, stesso mese in cui, nell'anno 1307, Filippo il Bello (Re di Francia) durante il pontificato di Papa Clemente V, fece scattare lo stermino dell'Ordine dei Templari.
E ancora, perché Colombo usò stendardi, e vele bianche con croce rossa del tutto simili allo stemma dei Templari?
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i Templari conoscessero la rotta delle Americhe.
Si tratta di fantasiose congetture o vi è qualcosa di vero intorno alla questione? Innanzitutto un punto di vicinanza si ha con la storica scoperta di Colombo: l'esploratore genovese, infatti, arrivò nel Nuovo Continente con le caravelle ornate di grandi croci rosse in campo bianco. È stato recentemente dimostrato che nella scoperta dell'America aveva un ruolo tutt' altro che secondario l'Ordine del Cristo, filiazione diretta dei Templari in Portogallo dopo la loro soppressione nel 1312. L'Ordine del Cristo è tra i maggiori promotori di importanti scoperte geografiche, dall'Africa, all'Asia e alle Americhe; geografi e cartografi, soprattutto di origine ebrea si trovavano da tempo in Portogallo e in Spagna, uomini che da secoli conoscevano i segreti della navigazione in mari che per altri dovevano risultare completamente ignoti.
Un altro aspetto misterioso è legato al fatto della misteriosa sparizione della flotta Templare al momento dell'ordine d'arresto: nel porto militare di La Rochelle, sull'Atlantico, un luogo, come già accennato, apparentemente decentrato rispetto alla mappa dei possessi Templari, erano ancorate decine di navi battenti la croce del Tempio. Forse che i Templari in fuga si diressero verso luoghi che solo essi potevano dichiarare di conoscere? Esistono alcune prove archeologiche, portate da Jacques de Mahieu, che testimonierebbero la presenza dei monaci in luoghi addirittura del Sud America. Steven Sora pensa che il famoso e leggendario tesoro dei Templari, mai stato trovato, sia stato nascosto in un posto segreto della Nuova Scozia, dagli eredi Templari della famiglia dei Sinclair.


 

 

 

Le Cattedrali Gotiche





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La Cattedrale di Chartres
In tutta la Francia sorsero in brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250), numerose chiese dallo stile particolare, fino ad allora sconosciuto: le grandi cattedrali gotiche. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della Cattedrale di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva decisamente rivoluzionaria. Come avranno fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità?
I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.
Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l'abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine.
Nella parte nord delle cattedrali sono spesso rappresentate immagini di demoni. Nella cattedrale di Amiens appare un Pentalfa, cioè una stella a 5 punte rivolta verso il basso, una simbologia ritenuta esorcizzatoria.


Il Graal





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Il Parceval di Chrètien de Troyes
Quali sono le origini del Graal? Il primo a nominarlo fu Chretien de Troyes nella sua opera "Perceval le Gallois ou le Compte du Graal" nel 1190: viene visto come una coppa, ma non ci sono riferimenti di un suo legame con Gesù.
Solamente nel 1202 Robert de Baron nella sua opera Joseph d'Arimathie legherà in maniera indissolubile il Graal con il calice dell'Ultima Cena, nel quale in seguito Giuseppe d'Arimatea raccolse il di Gesù crocifisso.Nelle opere letterarie la storia del Graal è legata a quella di Re Artù e di Merlino. In seguito alla morte di Artù e alla successiva scomparsa di Merlino, il Graal nel 540 viene portato in Medio Oriente dove se ne perdono le tracce: solo intorno al XII secolo se ne ricomincia a parlare associando la sua esistenza a quella dell'ordine dei Cavalieri Templari.
Se si analizzano le varie vicende storiche che si sono succedute nel corso dei vari secoli, si trovano testimonianze della presenza del Santo Graal in Inghilterra, Francia, Scozia, Galles, Spagna, Iran, Italia... e persino a Oak Island, nella New England (USA).
Una interessante, quanto suggestiva, ipotesi, vede il Graal individuato dal parroco di Rennes-le-Château: Bérenger Saunière. Il parroco, dopo dei lavori di ristrutturazione alla antica chiesa, nel 1891, rinviene delle misteriose pergamene conteneti messaggi cifrati. Questi messaggi avrebbero portato Saunière ad un quadro di Poussin, e quindi ad una antica tomba nelle vicinanze di Rennes. Che Saunière avesse rinvenuto, magari proprio in quella tomba il Santo Graal? Questo non lo sappiamo, i fatti comunque attestano che il parroco, da una situazione di modesta esistenza, si trovò a spendere cifre elevatissime. Si calcola che abbia speso in totale una somma pari al corrispondente di circa 15 milioni di euro dei giorni nostri.
Un grande interesse verso il mistero del Graal è stato rinnovato dal successo del romanzo "Il Codice da Vinci" di Dan Brown.
Lo scrittore statunitense, tra l'altro, è stato accusato di aver copiato la tesi di base da un saggio del 1982. La denuncia porta la firma di Michael Baigent e Richard Leigh, due dei tre autori del saggio The Holy Blood and The Holy Grail ("Il sangue sacro e il santo Graal").
Nel "Codice" il Graal rappresenta il "Sangue Reale" o "sangreal" da cui Santo Graal, vale a dire la discendenza segreta di Gesù. Alla base del mistero del Graal è la figura di Maria Maddalena, presunta sposa di Gesù.
Proprio questa tesi potrebbe riallacciarsi con il mistero, sopra citato, di Rennes-le-Chateau. Il parroco, devoto proprio alla Maddalena, tanto da far costruire la "Torre Magdala", potrebbe aver individuato proprio la tomba di Maria Maddalena, il Graal.
Allo scopo di proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto sarebbe sorta l'organizzazione del "Priorato di Sion". Al Priorato sarebbero collegati i Templari, per questo perseguitati dalla Chiesa, e più tardi anche la massoneria.
Per Wolfram von Eschembach il vero Santo Graal, comunque, è tutt'altro che un mero oggetto di idolatria. Se viene letto con attenzione il Parzival, racconto iniziatico e alchemico al tempo stesso, descrive bene cosa sia veramente la ricerca del Graal: in poche parole si tratta di un simbolo.
Soltanto il cavaliere che si immerge totalmente nel suo compito, che vi dedica anima e corpo, può trovare il Graal, ovvero l'unione estatica con Dio, la via della perfezione verso la Gerusalemme Celeste.
Nessuno sa dire con certezza cosa rappresenta il "vero" Santo Graal. Una reliquia? Un segreto? Un ideale? Qualunque cosa sia e sotto qualsiasi forma appaia, o qualunque sia il significato che gli venga attribuito, è indubbio che il Graal costituisce uno dei più grandi enigmi impressi nella memoria dell'umanità.
Sembra superfluo perciò affannarsi ancor oggi in tentativi di rintracciare la vera reliquia del Graal, anche se molti rivendicano di esserne i depositari, primi fra tutti i Hierosolimitani di Rocco Zingaro.


 

 

 

 

Il tesoro celato

È esistito (o potrebbe ancora esistere) un tesoro dei Templari? Quale potrebbe essere la sua natura e la sua origine? Bisogna partire dall'anno 70 D.C. quando i romani assaltarono il Tempio di Salomone, saccheggiandolo del tesoro là custodito.
Ma alcuni sacerdoti, prima dell'assalto delle truppe romane, erano stati avvertiti del pericolo imminente, ed allora pensarono di nascondere quello che per il popolo ebraico vi era di più sacro nei sotterranei del Tempio, inaccessibili in quanto pieni di labirinti e di trappole. Lo stesso costruttore del Tempio era uno degli ingegneri più importanti dell'epoca e costruì sotto il Tempio la famosa stanza "Sancta Sanctorum" dove Salomone nascose il suo tesoro. Si dice che i romani non trovarono questa stanza.
Il tesoro era composto da importanti reliquie sacre, come l'Arca dell'Alleanza, la Vera Croce, la Sindone, il Graal, la Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d'oro) suppellettili, vasi d'oro, ma soprattutto antichi documenti che rivelavano segreti iniziatici e sapienzali destinati a pochi eletti.
Alcuni di questi sacerdoti riuscirono a sfuggire alla strage perpetrata dalle truppe romane, proprio nascondendosi in questi sotterranei. Gli stessi, non potendo rimanere in Palestina, partirono raggiungendo l'Europa. Essi formarono nuclei familiari, che si tramandarono di padre in figlio quello che consideravano "il segreto del Tempio". Per ogni famiglia, ad ogni primogenito veniva svelato, al momento della maggiore età, questo segreto, e solo a lui. Ovviamente queste famiglie erano di ceppo ebraico, ma con l'andare dei secoli ci fu una vera e propria "cristianizzazione" di questi nuclei, che rimasero comunque sempre in contatto, formando una specie di confraternita che venne chiamata "Rex Deus".
Questa organizzazione, da cui potrebberero aver avuto origine i primi Templari, celò il segreto per secoli, finché non colse l'occasione di tornare in Terrasanta a riprendersi ciò che era loro con la Prima Crociata, quella di Goffredo di Buglione.
I Templari infatti svolsero certamente una attività di recupero, a dimostrarlo sarebbero gli scavi da essi eseguiti nella spianata del Tempio di Salomone, dove venne aperto un pozzo di oltre 20 metri di profondità. La sede scelta dai Templari a Gerusalemme fu proprio sopra l'antico Tempio si Salomone (da qui il nome "Templari").
Che fine ha fatto il tesoro? Su questo argomento è possibile fare due differenti ipotesi.
1) Filippo il Bello riuscì ad impossessarsi del tesoro
L'assalto di Filippo il Bello sarebbe andato a buon fine e insieme ai Templari sarebbe stato preso anche tutto il loro tesoro o almeno la parte situata in Francia. La non reazione dei Templari all'arresto potrebbe essere spiegata dal fattore sorpresa della repentina azione. In effetti, qualora i Cavalieri avessero saputo dell'imminente arresto, si sarebbero potuti mettere in salvo insieme al loro tesoro. Potrebbe non essere un caso che pochi mesi dopo il processo, il re Filippo fece riprendere i lavori di costruzione di Notre Dame e del Palazzo Reale di Parigi, fermi da mesi per mancanza di fondi.
2) Il tesoro rimase in mano ai Templari dopo l'attacco di Filippo il Bello
Filippo il Bello nell'assalto dell'alba del 13 Ottobre 1307 (data in cui il Re di Francia mise sotto arresto in una sola volta tutti i Templari di Francia, con l'accusa di Eresia) non riuscì ad individuare il il tesoro Templare.I Cavalieri potrebbero essere stati informati in tempo dell'imminente agguato ed avrebbero così messo in salvo il loro tesoro (o almeno la maggiorparte).La destinazione del tesoro sarebbe potuta essere:

  • Verso Ovest, precisamente verso il porto di La Rochelle, dove era ancorata la maggiorparte della flotta Templare. A tal proposito si pensa che questa parte del Tesoro sia poi finita in America, in quanto si ritiene che i Templari avessero scoperto l'America molto prima di Colombo. Ci sono delle ipotesi che sostengono tale tesi:

    • Il fatto che il principale porto Templare e quello più collegato con l'entroterra fu La Rochelle, strano, visto che La Rochelle si trova ad Ovest della Francia, sull'oceano, una posizione scomoda per raggiungere la Terrasanta.
    • Quando Colombo arrivò in America con le caravelle, le cui vele erano riportavano la croce Templare, gli indigeni si mostrarono fin troppo amichevoli, forse perché trovavano familiare quel simbolo. In più quando Colombo tornò disse che gli indigeni avevano le orecchie stranamente grandi. Nella Cattedrale di Chartres ci sono bassorilievi raffiguranti persone poco vestite e con orecchie grandissime.
    • I Templari sapevano che la terra era rotonda non piatta come si pensava che fosse allora. Nella Cattedrale di Chartres le misure sono esattamente in proporzione con le misure dell'equatore e del raggio terrestre. Cristoforo Colombo per il suo viaggio consultò i cartolari di Calatrava, redatti dai Templari.
  • Verso l'Italia. I carri Templari potrebbero aver raggiunto l'Abbazia Cistercense di Valvisciolo. Una tradizione radicata, recita che una parte del tesoro del Tempio è nascosta nei sotterranei dell'Abbazia, ma non se ne è mai avuta prova. La particolarità di questa abbazia è quella di essere architettonicamente situata fra il romanico ed il gotico, ed è dotata di contrafforti simili a quelli delle cattedrali gotiche. In questo caso, però, i contrafforti sono perfettamente inutili, in quanto non devono sostenere una cosiddetta "controspinta". In effetti internamente sono vuoti. Anche la struttura interna dell'Abbazzia presenta diversi elementi tipicamente Templari, come il SATOR, cioè il misterioso crittogramma Cristiano che decodificato da il Pater Noster, spesso usato dai Templari.
  • Nella Foresta d'Oriente, una zona che si trova nella Champagne francese, la terra di Uugues de Payns, il primo Gran Maestro dei Templari, e dove San Bernardo fece costruire la sua Abbazia di Clairvaux, roccaforte sapienzale Templare. Per la sua conformazione morfologica si presenta poco accogliente e su di essa si raccontano molte leggende su fate e folletti.
  • Verso il confine con la Francia, più precisamente a Rennes le Chateau.
http://www.medievale.it/getContent.asp?DocFN=misteri-leggende-e-segreti-dei-templari

FINALE :

sabato 4 giugno 2011

Rapimento alieno?

Nel seguente video amatoriale realizzato tramite un cellulare questa coppia in campeggio riprende qualcosa di strano. Chiedono di non fare domande su cosa avessero filmato perchè non ricordano niente di queste scene. Durante la notte, la radio incomincia ad essere disturbata da uno strano fruscio e la coppia asserirebbe di sentire un "ti stiamo aspettando". Il giorno dopo, sempre di sera, riprendono un UFO con strane traettorie.