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Amarcord dei tempi che furono dal film "Berlinguer ti voglio bene" del 1977.
Sproloqui e bestemmie si, ma non malignità e violenza pura come vediamo oggi in più una grande passione politica per un ideale (anche se sbagliato perchè creato dall'élite dei banchieri, vedi link) cosa che attualmente è sparita. Mi ricorda l'atmosfera che "respiravo" da ragazzo tra le "case del popolo" e le piazze varie. Un remake per riflettere e ridere. (Benigni all'esordio cinematografico - NB).
TRAMA :
Nella sua casa sull'Appennino Giuseppe Bertolucci ospita Roberto Benigni. Per cinque giorni si chiudono in una stanza. Le pareti sono tinte di rosa, la porta-finestra offre il verde di un grande prato in salita. Benigni parla, Bertolucci ascolta. Ascolta e scava, e raccoglie. Benigni è una miniera inesplorata, una eruzione linguistica, un "flusso di ossitone e di tronche". Bertolucci scopre un mondo: "l'universo suburbano della provincia toscana, rossa, contadina, sottoproletaria e genitale". E' il mondo di Cioni. Un anno più tardi, dicembre 1975, Roberto porta il monologo Cioni Mario di Gaspare fu Giulia in teatro (l'Alberichino), a Roma. Nel 1977 esce il film Berlinguer ti voglio bene .
Cioni ha 25 anni, un gruppo di amici, una mamma, tante delusioni e qualche consolazione. Con gli amici (Bozzone, Gnorante, Buio) parla sempre delle stessa cosa: donne (sesso). Vanno a ballare , giocano a poker
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Dopo averlo "adorato" nel film, Benigni si incontrerà realmente con Berlinguer.
Presente tutto lo stato maggiore dell'allora PCI:
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