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venerdì 9 marzo 2012

Film e mistero : L'arrivo di Wang



Mentre è alle prese con la traduzione di un film cinese da consegnare il giorno dopo, Gaia riceve per telefono un misterioso e urgente ingaggio profumatamente pagato. Dopo mezz'ora un'auto passa a prenderla a casa per condurla nel luogo in cui dovrà tradurre il dialogo tra Curti, l'agente che l'ha prelevata, e il fantomatico Mr. Wang. Prestare la sua professionalità le risulterà però difficile a causa della strana richiesta di lavorare al buio per non essere compromessa in una situazione della massima gravità. Solo dopo aver preteso e ottenuto di accendere la luce, la giovane interprete comprenderà il motivo di tanta segretezza.
In realtà, quando la luce viene accesa, Gaia scopre il motivo delle sue difficoltà: Wang è in realtà un essere proveniente da un altro mondo. E quell'incontro sarà destinato a cambiare la sua vita e quella di tutto il pianeta. Come, si direbbe nella paleoastronautica, alieni in Mesopotamia abbiano insegnato il sumero alla popolazione (vedi post), forse anche il cinese ha avuto manipolazioni o provenienza da esseri di altri mondi (vedi seguente articolo) e per questo Wang dialoga con la "sua" lingua ?






Ufo e alieni in Cina (e nel lontano Oriente)

di Carlo Di Stanislao
Ufo e alieni in Cina (e nel lontano Oriente)
Sono in molti poi a sostenere la grande cultura Han abbia avuto misteriose origini aliene e progenitori extraterrestri. Nel 2007, ad esempio, una incredibile scoperta archeologica ha minato le fragili fondamenta della Storia Antica Cinese. Dopo un lavoro di circa 16 anni, un gruppo di archeologi cinesi, capeggiati dal Professor Xiao Jing Jin Xi Yong, ha scoperto nei pressi della Mongolia,un grande regno sotterrano. Gli esecutori del sensazionale regno restano sconosciuti.


Doppio avvistamento Ufo nei cieli della Cina nello scorso mese di luglio. Dopo che il 7 l'avvistamento di un oggetto volante non identificato aveva bloccato l'aeroporto di Hanghzhou, capitale dello Zhenjiang (vedihttp://centroufologicotaranto.wordpress.com/2010/07/11/resta-misterioso-lufo-avvistato-in-cina-intanto-spunta-un-video/), nel sud del Paese, il 15, quattro oggetti volanti non identificati sono stati notati nei cieli di un parco della municipalità di Chongqing, nella parte sud occidentale della Cina. Molti i testimoni che giurano di aver visto i medesimi velivoli, oggetti volanti con quattro forti luci a forma di diamante, che avrebbero volato per oltre un'ora sullo Shaping Park della città industriale cinese. Come per quelle dell'Ufo di Hanghzhou, le foto degli ufo avvistati ieri sera a Chingqing sono state messe online. Tre dei quattro velivoli avevano luci bianche mentre uno aveva la luce rossa. Una commissione governativa composta da sei esperti da indagando sui due avvistamenti. Gli avvistamenti di Ufo non sono infrequenti in Cina. Ad esempio, alle ore 18.00 del 24 febbraio 2009, un gruppo di giornalisti a bordo di un aereo di linea delle Southern Airlines, ha notato e fotografato uno strano oggetto luminoso volare parallelamente al loro aereo. Le foto non lasciano molto spazio ai dubbi sulla natura non convenzionale del misterioso velivolo, ma gli stessi testimoni hanno avuto modo di confrontare l'UFO con un normale aereo osservato più tardi all'orizzonte, convenendo tutti che quello che avevano visto poco prima era sicuramente un oggetto sconosciuto. In quella occasione un ufologo cinese commentò che l'agenzia di stampa nazionale, la Xinhua, stava dando sempre più spazio alle notizie di carattere ufologico, seguendo quello che è un po' il trend della stampa mondiale dal 2008, forse per preparare - ad un sorta di annuncio pubblico del governo che probabilmente sa molto più di quanto non abbia fin'ora rivelato sul fenomeno. Il 22 luglio dello scorso anno, durante la spettacolare eclissi di sole, La Purple Mountain Observatory, Chinese Academy of Sciences ha dichiarato che durante l’osservazione del fenomeno, lo staff ha scoperto, nei pressi del Sole, un oggetto non identificato, la cui natura fisica rimane ignota. Nella regione di Deqing , provincia di Guangdong, un gruppo di 22 studenti che si erano piazzati sui tetti di alcune case per ammirare l’evento astronomico, si sono accorti della presenza di un ufo,che hanno tempestivamente filmato con la loro fotocamera ed è visibile on-line su: http://evidenzaliena.wordpress.com/2009/07/30/cinaufo-filmato-da-alcuni-studenti-poco-prima-delleclissi-solare/. In Cina l’ufologia è molto seguita e mentre sino agli anni ’70 circoli ufologici dovevano agire di nascosto a causa delle sanguinose rappresaglie scatenate dal regime verso tutto ciò che era controcorrente; ora, finalmente, le associazioni sono pubbliche. Come la Chinese UFO Research Organisation (CURO), che conta migliaia di aderenti, anche negli ambienti scientifici, e qualche milione di abbonati al proprio bollettino. Nel dicembre del '93 la CURO ha reso noto al mondo, con un dispaccio stampa, che nel proprio Paese, negli ultimi trent'anni, erano stati catalogati ben 6000 avvistamenti. Una delle prime foto di UFO, scattata dall'ingegnere Chan Ching-lai il 28 ottobre 1961 nel cielo di Kaifeng, arrivò in Occidente solo undici anni dopo grazie ad una organizzazione nipponica, la CBA International di Yokohama, fondata nel '57 da Yusuke J. Matsumura. Nella foto diffusa si vedeva semplicemente, nello sfondo di un cielo terso, una macchia scura la cui sagoma poteva ricordare effettivamente un disco volante. Altro materiale sarebbe uscito per vie traverse grazie a due ricercatori, Shi Bo, che riuscì a pubblicare in Francia un libro intitolato "La Cina e gli extraterrestri", e Paul Dong, nato a Canton ma rifugiatosi a Oakland, California. Da quest'ultimo, editore del "Journal of UFO Research", si apprende che "poiché la Cina fu chiusa al mondo per 35 anni, fu solo nel '78 che essa riconobbe gli UFO. Ciò generò immediatamente molto interesse e fu ben presto compilato un catalogo dei casi degli ultimi dieci anni e dei tempi antichi, comprendente 6000 casi. Naturalmente molti di questi erano dei falsi, ma la percentuale di casi inspiegabili raggiunse il 12 per cento, contro il 5-6 degli americani". Questi casi venivano puntualmente recensiti ed analizzati nella rivista di Dong che nel 1981 vendeva 150.000 copie e nel 1988 ben 325.000. A dimostrazione dell'interesse dei cinesi per la materia, si pensi che riviste più antiche e consolidate arrivavano persino al mezzo milione di copie vendute. Una cifra bassa, se paragonata al miliardo e trecento milioni di abitanti della Cina, ma comunque indicativa di una crescita di interesse che ha portato, il 30 luglio del 1988, alla celebrazione del decennale della nascita delle associazioni ufologiche in Cina, a Guangzhou, con una kermesse che ha attirato un milione di persone. Dal 1988 oltre la Grande Muraglia circolano libri, riviste, francobolli ufologici e persino un documentario, "UFOs over China", di 80 minuti, che fa il punto su 5 anni di ufologia locale. Esso ha ottenuto un enorme successo, al punto che Dong ha potuto stimare l'esistenza di "dieci milioni di entusiasti del fenomeno UFO". Sono in molti poi a sostenere la grande cultura Han abbia avuto misteriose origini aliene e progenitori extraterrestri. Nel 2007, ad esempio, una incredibile scoperta archeologica ha minato le fragili fondamenta della Storia Antica Cinese. Dopo un lavoro di circa 16 anni, un gruppo di archeologi cinesi, capeggiati dal Professor Xiao Jing Jin Xi Yong, ha scoperto nei pressi della Mongolia,un grande regno sotterrano. Gli esecutori del sensazionale regno restano sconosciuti. L'aspetto certo è che il regno risale al Paleolitico ma gli esecutori erano raffinati. Aspetto ancor più intrigante è che sono state trovate delle statuine (oltre a degli scheletri) tutte di colore nero, molte incurvate. Le statue trovate hanno la forma di insetti, umani, bestie (tra cui anche quelle di un drago) e divinità. Le statuine ricordano il cosiddetto "Uomo di Pechino". L'aspetto davvero sconvolgente è quello che il periodo è il Paleolitico Superiore (35.000/10.000 anni fa), dove mentre in Europa il clima era quasi Glaciale, dove Mammuth e Rinoceronti Lanosi scorazzavano nei pressi dei primi Homo Sapiens Sapiens, qui in Cina qualcuno era già in grado di costruire un gigantesco e misterioso Regno Sotterraneo, un Civiltà evoluta in grado di creare statuine di varie entità elaborate e perfette. E per di più avevano tutte le statuine umanoidi il colore nero o per un innocuo colore della pietra o per qualche riferimento ad esseri intelligenti di origine diversa da quelli Han che avrebbero poi dato vita alla storia nota cinese. E vi è una scoperta ancora più antica ed inquietante, Nel 1937, nelle montagne di Baian-Kara-Ula, tra i sentieri poco invitanti che si trovano sul confine che divide Cina e Tibet. Una spedizione archeologica, guidata dal professor Chi Pu Tei, scoprì una serie di sepolture all’interno di grotte le quali si aprono in quei luoghi. Ciò che il professore e il suo team trovarono in queste cavità sconosciute, sarebbe presto stato considerato come qualcosa di molto insolito. Per alcuni si tratterebbe di una delle più grandi scoperte archeologiche del novecento, in grado di cambiare la percezione che generalmente si ha della preistoria. Chi Pu Tei, un professore di archeologia all’università di Pechino, diresse l’indagine archeologica in una serie di caverne interconnesse. In un rapporto ha rilevato che queste aperture nella roccia potrebbero essere state scavate artificialmente, apparendo più simili a un complesso sistema di gallerie e magazzini sotterranei. Le pareti erano squadrate e vetrificate, come scolpite dalla montagna grazie a una fonte di calore estremo. All’interno delle grotte furono trovati luoghi di sepoltura dall’apparenza molto antica - disposti in modo ordinato - e in essi vi erano i resti scheletrici di esseri umani dallo strano aspetto. Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo. In un primo momento, fu suggerito che potevano trattarsi dei resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Sulle prime, la comunità dei ricercatori mise in ridicolo le conclusioni di Chi Pu Tei, pubblicate con un articolo. L’immagine di un gorilla che seppellisce i suoi piccoli dentro una caverna non poteva che suscitare il riso, ma ha comunque lasciato in sospeso delle questioni importanti sulle quali riflettere: “A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli scheletri? Ed erano davvero esseri umani?” Altre scoperte, compiute più profondamente dentro le grotte, eliminarono la possibilità che delle scimmie avessero vissuto lì dentro. Sulle pareti scolpite, infatti, furono trovati dei pittogrammi rappresentanti degli astri celesti. Vi erano raffigurati la terra, il sole, la luna oltre a diversi gruppi stellari, ed erano tutti collegati tra loro da una serie di puntini che formavano delle linee. Era ovvio che le immagini dovevano essere una specie di mappa o un grafico di qualche tipo, e che furono create da esseri intelligenti. Uno dei dischi conservati meglio è stato datato tra 10.000 e 12.000 a.C., perciò di gran lunga più vecchio di ogni possibile datazione delle piramidi egizie. Alla fine, venne trovato un totale di 716 lastre circolari, e ciascuna di queste ha un proprio mistero. Le scanalature, a un esame più approfondito, non risultano essere semplici solchi, ma la riga continua a spirale di una scrittura sconosciuta. Dopo anni di ricerche il team riuscì anche ad interpretare le misteriose incisioni che ricoprivano i dischi. Il racconto che ne emerse fu talmente sconvolgente e strabiliante da convincere le autorità a non divulgare nulla e, quindi, a celare i risultati degli studi e delle analisi effettuati. Dopo molti anni il Prof. Tsum Um-Nui, grande studioso cinese di civiltà antiche, nonostante il divieto delle autorità militari e politiche, in un'apparizione pubblica rese noto il resoconto dei suoi studi e delle traduzioni dei geroglifici. Ecco uno stralcio della sua relazione: "Da un pianeta lontano 12.000 anni luce giunsero un giorno delle astronavi. Atterrarono in Tibet con gran fragore, dieci volte, sino al sorgere del Sole. Gli uomini, le donne ed i bambini (terrestri) si rifugiarono nelle caverne. Questi viaggiatori vennero chiamati Dropa o Kham. Infine gli Umani compresero, dai segni e dal comportamento, che i visitatori venuti dal cielo avevano intenti pacifici e i Dropa poterono avvicinarli". Quando il Prof. Tsum Um-Nui morì per un attacco cardiaco nel 1965, i suoi eredi scoprirono che tutti i suoi appunti, frutto di anni di studio, erano spariti. Quanto ai dischi, ne riporta notizia per l'ultima volta l'ufologo viennese Peter Krassa, che nel 1975 li vide esposti, e li fotografò, in una teca del museo Bampo a Xian (Cina). Dopo, dei dischi di Bayan Kara Ula si è persa ogni traccia. Già nel IV secolo a.C. le documentazioni storiche del Celeste Impero parlavano di popoli biondi, dallo spirito guerriero, presenti nelle zone di confine, in quello che oggi si chiama Turkestan cinese o Xinjiang (Cina occidentale) e il ritrovamento di 400 mummie di razza celtica proprio nel deserto del Turkestan nel maggio scorso ha reso veritiera tale ipotetica affermazione. Una di queste mummie spontanee, con capelli e barba rossicci con spruzzi di grigio, un naso lungo e un’altezza considerevole, quasi 2 metri, chiamato “l’uomo di Cherchen” è stata trasportato in un museo della capitale della provincia dell’Urumgi e l’analisi del Dna ha rivelato con le popolazioni celtiche dell’Età del Bronzo. Ora va detto, che Madame Helena Petrova Blavatsky (madre della Teosofia) nel suo libro "La dottrina segreta", parla diffusamente di come nel bacino del Tarim, in luoghi desertici ove nessun europeo moderno ha mai messo piede esistono gallerie segrete nelle quali sono contenute, al sicuro, immense biblioteche nelle quali sono conservati migliaia di preziosi volumi riguardanti l'antica Dottrina Segreta, una forma di religione universalmente diffusa nel mondo. Tale scienza occulta è stata celata e momentaneamente "perduta" per il profano perché se svelata a una moltitudine impreparata sarebbe estremamente pericolosa. E, soprattutto, tale scienza avrebbe origine extraterrestre e si sarebbe poi diffusa in soprattutto in oriente e più segnatamente in Cina. Sempre negli anni trenta dello scorso secolo, l'archeologo russo Pyotr Kuzmich Koslov, durante alcuni scavi archeologici della città di Khara Khoto, trovò un'antichissima tomba risalente a 18 mila anni fa. Sulle pareti erano raffigurati la coppia di sovrani sepolta ed un curioso simbolo formato da un cerchio diviso in quattro settori e con la lettera greca M, o Mu. Questa città, secondo il colonnello britannico James Churchward, era in realtà la mitica Uighur, una importante colonia del continente scomparso di Mu. Questo vasto continente comprendeva molte delle attuali isole dell'Oceano Pacifico, tra cui le isole Fiji, le Marianne, Ponape, le Tonga, le Caroline fino ad arrivare all'isola di Pasqua, come testimoniano le varie rovine megalitiche ritrovate su quasi tutte le isole del Pacifico. Queste rovine presentano tra loro delle similitudini impressionanti; questo fa pensare che un tempo esse facevano parte infatti di un'unica grande terra ormai scomparsa, e che ciò che rimane oggi non siano altro che le vette più alte dei monti che affiorano dall'acqua. Oltre alle leggende anche i saggi cinesi raccontano di un'epoca remotissima in cui in questa zona, dove oggi c'è il deserto, si estendeva il Mar di Gobi nel quale si trovava un'isola abitata da "uomini bianchi dai capelli biondi o rossi e occhi azzurri" da cui sarebbe nata anche la loro civiltà. La cosa ancor più stupefacente è che, a detta di questi saggi, questo antico popolo venne dal cielo, discesi dalla grande "Stella Bianca", nome che gli antichi Indiani, cinesi e tibetani davano al pianeta Venere, ed avrebbero apportato agli abitanti del luogo notevoli conoscenze. Nella zona furono trovate enormi gallerie che componevano una rete di tunnel, disposte in modo da sbucare in piccole piazze da cui partivano condotti, che si ricongiungevano con altre consimili reti per tutto il deserto del Gobi. Il tutto come si trattasse di un lavoro ciclopico svolto da un popolo evoluto. Secondo gli scienziati questo sistema di gallerie potrebbe arrivare addirittura in Cina ed in Tibet: infatti da quel che dicono i monaci tibetani è qui che si troverebbe la capitale di Agharti, e i condotti si collegherebbero al palazzo del Dalai Lama a Lhasa. Purtroppo nonostante i ritrovamenti di queste grotte in tutto il mondo non si è potuto procedere oltre a causa di imponenti crolli che ne hanno ostacolato per sempre l'ingresso a causa delle loro ciclopiche dimensioni; altre volte sono stati occultati deliberatamente gli ingressi dai saggi che conoscono l'ubicazione delle entrate, o altre ancora si dice che gli stessi abitanti del sottosuolo, ancora vivi e vegeti, ne avrebbero mascherato gli accessi. Infine ricordiamo che, agli inizi degli anni '90, la rivista tedesca Der Bund, pubblicava un articolo intitolato "Le Piramidi del Lago Tungfling" riguardante la scoperta compiuta da un team di archeologi guidati dal Prof. Chi Pen-Lao dell'Università di Pechino, di alcune piramidi alte circa 300 metri, situate nei fondali del Lago Tungfling, nello stato dello Yunnan, al confine tra Tibet e Cina. Le piramidi, di cui non è stata ancora determinata l'età, secondo il Prof. Pen-Lao, sarebbero state inghiottite dalle acque del lago in seguito ad un terribile cataclisma avvenuto circa tremila anni orsono. Su un'isola dello stesso lago e sulle pareti dei monti che lo circondano sono stati ritrovati geroglifici e disegni straordinari, risalenti a circa 45 mila anni fa, raffiguranti personaggi con arnesi simili a trombe musicali, che gli archeologi presumono trattarsi di armi. Nella parte superiore di tali iscrizioni rupestri spiccano enigmatici oggetti cilindrici che navigano nel cielo, aventi come passeggeri esseri umani recanti trombe più piccole. Il Prof. Chi Pen-Lao, in una intervista per il quotidiano Ximing Evening News, parlò di un popolo antichissimo che abitava in alcune caverne di una zona remota ed inesplorata delle montagne di Nimu, a 5000 metri di quota, nel Tibet occidentale, vicino al confine con la Cina. La tribù, avvicinata per la prima volta da una pattuglia di militari, era composta da circa 300 individui, alti un metro e trenta, che parlavano un linguaggio incomprensibile e si coprivano con foglie e pellicce. In altre caverne, situate sui monti di Bayan Kara Ula, erano state scoperte delle incisioni rappresentanti il Sol levante, la Luna e le stelle, collegate ad una raffigurazione della Terra tramite un nugolo di puntini che indicherebbero la via percorsa dai cosmonauti. Un'altra curiosa vicenda, che riguarda la regione in questione, viene narrata nel libro "La caverna degli antichi" (Ediz. Ubaldini - 1976) il cui autore, il monaco tibetano Lobsang Rampa Chakpori, racconta che molti anni prima un altro Lama, il maestro Dondup Mingyar, gli aveva rivelato l'esistenza di una grotta straordinaria, ricca di congegni misteriosi, occultata tra le montagne tibetane. L'unica foto esistente, risalente al 1910, della coppia reale degli Dzopa o DropaIl maestro Mingyar, nel libro, racconta così la sua esperienza: "… ero con altri tre Lama e stavamo esplorando alcune catene montuose tra le più remote, allo scopo di scoprire la causa di un forte boato udito qualche settimana prima. Perlustrando le vette circostanti, individuammo una grande crepa molto profonda che immetteva in una 'caverna degli antichi'. Penetrammo tutti e quattro nella crepa e dopo alcuni metri notammo che una debole luce argentea, mai vista prima, illuminava un'ampia ed enorme sala, come se la montagna fosse vuota. Mentre avanzavamo constatammo con grande stupore che la luce argentea illuminava anche degli apparecchi e altri meccanismi strani. Alcuni di questi si trovavano dentro dei contenitori di vetro, mentre altri si potevano toccare”.


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