Piccolo brano del discorso tenuto da Papa Wojtyla ad Agrigento nel 1993 contro la mafia
I diversi presunti miracoli segnalati da varie zone nel mondo ed attribuiti a Giovanni Paolo II hanno spinto moltissimi fedeli a volerlo proclamare santo ma la Chiesa ha bisogno di tempo per il processo di beatificazione e canonizzazione (leggere linq in merito). |
MILANO - Si parla di un bambino guarito dalla sordità, di un carcinoma al seno scomparso, di «mali spietati» che non hanno lasciato traccia, e più spesso di istanti che arrivano a interrompere la catena di tragedie quotidiane, il bimbo che non arriva, il figlio che non ti parla più, l'adozione attesa invano, processi, debiti, o il vuoto senza senso che d'improvviso si riempie delle ultime immagini di Giovanni Paolo II in San Pietro, come scrive Gabriella di Aosta, «la serenità che emana da questo Papa, pur nella sofferenza, mi ha dato l'assoluta certezza dell'esistenza della vita eterna».
Basta un clic nel sito del Vicariato di Roma, al www.vicariatusurbis.org/Beatificazione, e la piazza virtuale riflette lo stesso clima dell'8 aprile 2005, un milione di fedeli ai funerali del pontefice, l'affetto del mondo, la gente che gridava «santo subito» in san Pietro. Alla «causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Giovanni Paolo II», aperta il 28 giugno 2005, il Vicariato ha di lì a poco dedicato un sito. L'idea era di catalogare le e-mail che arrivano all'indirizzo postulazione.giovannipaoloII @vicariatusurbis.org, materiale che sarà vagliato dal postulatore don Slawomir Oder. Finora si registrano 356 utenti che hanno scritto 19.837 messaggi in italiano, polacco, inglese, francese e spagnolo. Per lo più non hanno l'aria di voler «suffragare» la causa di Wojtyla. La Chiesa procede con i suoi tempi e va benissimo, il miracolo da accertare (la guarigione di una suora francese, in ottobre) è già stato individuato, ma per i fedeli la santità di Giovanni Paolo II è, semplicemente, un dato di fatto. Lo chiamano già santo, come in San Pietro. E raccontano le loro storie, Tommaso d'Aquino avrebbe distinto tra miracoli «soprannaturali» e miracoli «naturali».
Quasi tutti, comunque, si riferiscono al periodo successivo alla morte di Wojtyla: nelle cause di canonizzazione, per cercare un sostegno alle «virtù eroiche» del candidato, si prendono in considerazione solo i «segni» avvenuti dopo la sua scomparsa. E così Maria Teresa, il 15 luglio, racconta dell'amica Carmela, «ha 34 anni, è sposata, ha due bambine di 13 e 5 anni e vive come a Palermo». In aprile, nei giorni dei funerali, «si è accorta di avere un nodulo al seno» e in ospedale «le è stato diagnosticato, con una mammografia, un carcinoma maligno allo stadio G4». I medici le consigliarono l'«asportazione immediata del seno, preceduta da alcune sedute di chemioterapia». In quel periodo, scrive Maria Teresa, «io e mia madre abbiamo chiesto a Giovanni Paolo II di intercedere per la guarigione di Carmela», dopo una decina di sedute di chemioterapia il carcinoma è scomparso: «Gli stessi medici tuttora sono sbalorditi».
La messicana Leticia Sales De Bores parla invece di sua figlia, «sposata da 14 anni senza essere rimasta incinta», dopo i funerali «continuai a parlare con Giovanni Paolo II e gli chiesi: come la Vergine ti tiene nel suo grembo, così io desidero vedere mia figlia col suo bambino», la notizia della gravidanza è arrivata il 31 maggio. Gianni Montani narra una storia simile, «mia moglie è rimasta incinta a luglio», la bimba si chiamerà Isabel Ester e spera nasca il 2 aprile, primo anniversario della morte di Wojtyla. Manuela, 52 anni, di Roma, racconta «del miracolo della rinascita interiore». Bruno, anche lui di Roma, aveva un altro problema, «mio figlio Andrea non voleva più incontrarmi dall'ottobre 2004», dopo la preghiera di intercessione «tre settimane fa mi ha telefonato invitandomi a cena», scrive il 26 luglio.
Allo stesso periodo risale la storia di Andrew Jospeph, due anni, la mamma Jennifer la scrive da Baltimora, nel Maryland: «In maggio ci fu detto che aveva una sostanziale perdita dell'udito come effetto di una infezione permanente. Pregai Papa Giovanni Paolo II perché potesse risparmiargli una simile disgrazia». Alla visita seguente l'otorinolaringoiatra era stupefatto, «ci fece: non so che dire, il suo udito è perfetto!». C'è anche un prete, Octavio Alberto, che ha trovato i soldi per raggiungere i funerali da Medellin. Brunetto che parla di problemi economici e «cause devastanti» scampate a maggio. Il messaggio più semplice lo scrive E., da Padova, ma contiene l'essenziale: «Dopo la morte del Santo Padre ho ritrovato la fede».
Gian Guido Vecchi
FONTE - http://www.corriere.itOfficial (Classics) Era - Bach + Ritus Pacis (Giovanni Paolo II) + Concerto N°3 [Real Music]:
Nessun commento:
Posta un commento