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giovedì 26 gennaio 2023

Matteo Messina Denaro protetto per 30 anni dalla Massoneria !

Teresa Principato, ex procuratrice aggiunta di Palermo, in un’intervista a Repubblica afferma che Matteo Messina Denaro ha potuto contare «...su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo ... Ha viaggiato molto, anche all’estero. In Venezuela, ad esempio, dove c’è una larghissima, intricata, realtà massonica». Di massoneria si parla anche per via di Alfonso Tumbarello, medico indagato nell'ambito dell'arresto di Matteo Messina Denaro. Faceva parte del Grande Oriente d’Italia, dal quale è stato immediatamente sospeso. Ma non è un fenomeno di limitato a Castelvetrano: Principato parla di una grossa rete di carattere massonico che lo proteggeva, interessata all'enorme giro di denaro che il boss poteva garantire con i suoi agganci, il «gioco grande» di cui parlava Falcone: relazioni a New York e in Venezuela, Spagna e Inghilterra, eolico, edilizia, supermercati, cliniche, villaggi turistici, un giro stimato attorno ai quattro miliardi. Insomma, meno sparatorie e più business, tanti legami occulti, fino a farsi, secondo qualche pentito, una loggia segreta tutta sua, "La Sicilia". Dietro la latitanza del Boss secondo il senatore Roberto Scarpinato c'è uno "Stato occulto", un sistema di protezione composto da “apparati di servizi segreti deviati”. Secondo quanto emerso nel corso del processo "'Ndrangheta stragista", nel luglio del 1993 a Nizza si tenne un incontro per discutere la possibile evasione di Totò Riina, a cui partecipò Maurizio Broccoletti del Sisde, un agente libico, Nucera e Vittorio Canale, membro dei cavalieri di Malta, legato alla ‘ndrangheta e massone. Il collegamento tra Mafia, servizi deviati e massoneria è ormai lampante: persino l'ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, a capo del Grande Oriente d'Italia dal 1990 al 1993, in seguito all'arresto del Boss ha commentato: "Le logge massoniche sono piene di mafiosi".

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