Il sogno di Tartini, illustrazione di Louis-Léopold Boilly (1761-1845) riferita all'aneddoto del sogno che avrebbe ispirato la composizione della sonata. |
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Il trillo del diavolo
Sonata per violino e basso continuo (Il trillo del diavolo) | |
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Compositore | Giuseppe Tartini |
Tonalità | sol minore |
Tipo di composizione | sonata barocca |
Durata media | 15 minuti |
Organico | violino, basso continuo |
Movimenti | |
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La Sonata per violino in sol minore, più notoriamente conosciuta come Il trillo del diavolo, è una sonata per violino e basso continuo scritta dal compositore Giuseppe Tartini (1692–1770), famosa per essere tecnicamente molto impegnativa.
Ci sono diverse ipotesi sulla sua datazione: il 1713 se si dà fede al racconto del viaggiatore francese Jérôme Lalande, ma l'analisi dello stile musicale la colloca più verosimilmente negli anni 1740.
Ci sono diverse ipotesi sulla sua datazione: il 1713 se si dà fede al racconto del viaggiatore francese Jérôme Lalande, ma l'analisi dello stile musicale la colloca più verosimilmente negli anni 1740.
La composizione è strutturata in tre movimenti:
Allegro, in 2/4. È la prima variazione sul tema del larghetto. Ha una struttura molto più complessa rispetto al precedente movimento: per quanto riguarda il basso, mentre nel primo movimento si limitava a delle cadenze, qui fa anche degli accenni di melodia, mentre il violino per la prima volta in questo brano assume parecchi passaggi virtuosistici.
Andante-Allegro-Adagio, con alternanza di 2/4 (Allegro) e 4/4 (Andante, Adagio).
Aneddoto sulla nascita della sonata
Secondo un aneddoto, riportato dall'astronomo francese Jérôme Lalande nel libro "Voyage d'un Français en Italie, fait dans les années 1765 et 1766" ("Viaggio di un francese in Italia, fatto negli anni 1765 e 1766"), l'ispirazione che porterà alla nascita della sonata Il trillo del diavolo deriva da un sogno, fatto in una notte del 1713, descritto così dal compositore:
«Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità, il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava.»
Orchestra Sinfonica Metropolitana
Direttore: Nicola Colafelice
Violino: Maria Serena Salvemini
Orchestrazione: Michele Cellaro
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