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domenica 22 ottobre 2017

Schifosissimi Illuminati : Manipolazione mentale e della società




Gli schifosissimi Illuminati attuano da sempre il loro controllo mentale facendo diventare la società come un branco di pecore pronte tutte ad omologarsi in un unico stile. Questo vale anche per la personalità. Gli introversi vengono emarginati, bisogna essere tutti estroversi. Molti hanno cercato di buttarmi giù nei momenti difficili (vedere link)  ma, come canta Vasco Rossi, io sono ancora qua.

 

É una società, la nostra, che tende a premiare chi appare, chi alza la voce, chi parla troppo e non ascolta, chi predilige l’azione rispetto al pensiero, chi non manifesta insicurezze, chi si allinea alle opinioni altrui sempre e comunque. 

 

Tutto grazie a chi?

 

A LORO :



LA SOCIETA' OGGI


huffingtonpost.it

12 cose che le persone introverse vorrebbero che capiste

Nonostante i numerosi articoli, i libri e le conferenze sull’argomento, le persone introverse (o dalla cosiddetta personalità riservata) possono sentirsi ancora incomprese in una società che promuove continuamente i caratteri estroversi.
Abbiamo raccolto i pareri di alcuni esperti e le risposte della comunità social di HuffPost sulle cause di questa incomprensione. Ecco una serie di cose su cui queste persone vorrebbero essere comprese.

1. Non odiano le feste.
Gli introversi non sono dei guastafeste che odiano divertirsi. Molti di loro amano andare alle feste se questo significa interagire con persone con cui sono a loro agio. La cosa fastidiosa delle occasioni sociali sono l’eccessivo carico di input e le conversazioni prive di sostanza. Come ha spiegato Laurie Helgoe nel suo libro “Introvert Power: Why your Inner Life is Your Hidden Strenght”, le persone riservate non amano le chiacchiere e preferiscono conversazioni più intime. “Chiariamo una cosa: gli introversi non amano chiacchierare, ma non significa che non gli piacciano gli altri” ha scritto. “Odiamo i convenevoli perché non siamo a nostro agio con le barriere che si creano tra le persone”.

2. Non sono asociali anche se desiderano tempo per sé stessi.
Le persone introverse hanno bisogno di tempo per “ricaricarsi”, ma vogliono comunque frequentare gli amici dopo aver trascorso del tempo da sole. Non sono asociali, ma “socialmente selettive”. “Solo perché 9 volte su 10 declino il tuo invito, non significa che non voglio più essere invitato” come ha spiegato la lettrice Carolyn MaeLadas su Facebook.

3. Non sono dei libri aperti (e va bene così).
Difficilmente le persone introverse sputeranno la prima cosa che hanno in mente. L’abitudine di riflettere con calma è uno degli elementi caratteristici di questo tipo di personalità, praticamente opposto a quello degli estroversi, che esternano immediatamente i loro pensieri.
“Spero che le persone riescano a capire che non sento il bisogno di condividere ogni piccolo dettaglio della mia vita”, ha spiegato Claire MaySarlandie-Partiot su Facebook. “Se voglio parlarne, lo farò. Ma se non me la sento, è meglio non forzarmi. Mi renderà ancora più chiusa, come un’ostrica”

4. I loro spazi hanno un valore enorme.
Le persone introverse sono più inclini a scegliere il posto lato corridoio, piuttosto che quello centrale, per evitare di essere “circondati”, come ha spiegato Carolyn Gregoire dell’HuffPost. Questo consente loro di allontanarsi se hanno bisogno di ricaricarsi.

5… Ma sì, vi concederanno un abbraccio.
Dovete solo chiederlo prima. Un fumetto disegnato dall’artista Roman Jones riassume perfettamente l’interazione con una persona introversa: lasciate che v’invitino nella loro “bolla”.

6. Solo perché sono riservati, non significa che siano timidi.
Spesso si accomunano personalità introverse e timide ma non è così. Gli introversi non hanno paura delle occasioni sociali, ma danno più valore alle interazioni personali e significative, e sono perfettamente a loro agio nella loro “comfort zone”.
“Sto bene nel mio guscio, ma non vuol dire che sia timido” ha spiegato il nostro lettore Jeremy Flowers su Facebook.

7. E non sono pieni di sé.
Un atteggiamento riservato non è necessariamente altezzoso. Quando le persone introverse non partecipano più di tanto ad una conversazione, è perché preferiscono osservare. “Il mio essere riservata non ha a che fare con gli altri. Non significa che sono sgarbata o snob… Non è una cosa che posso controllare, ma ne sono perfettamente cosciente. Posso solo sforzarmi fino a diventare fastidiosa”, ha spiegato la lettrice Brittany Pettus su Facebook, spiegando che è stata anche presa in giro per questo suo modo di essere.

8. Non desiderano essere più socievoli.
Molte persone credono che essere introversi sia un difetto, ma non i tipi più riservati, amano il loro carattere e non vogliono cambiare.
“Il rimedio non è diventare improvvisamente estroversi. Alcuni di noi non vogliono mai diventarlo”, ha ammesso Lori Armstrong su Facebook.

9. Hanno un atteggiamento diverso sul posto di lavoro.
Le persone introverse non amano gli spazi di lavoro condivisi e a volte possono incontrare difficoltà a trovare un ambiente lavorativo ideale. Trovare un posto tranquillo, partecipare solo alle riunioni importanti e avere degli scambi di routine con i colleghi, può aiutarli a superare questi ostacoli, secondo Susan Cain, autrice di “Quiet: The Power of Introversts in A World that can’t stop talking”.
“Durante gli incontri di lavoro dove tutti esprimono chiaramente le loro idee, tendo a tirarmi indietro, ma ciò non significa che non sia interessata all’argomento sul tavolo o che non stia prestando attenzione”, ha spiegato la lettrice Marisa Honeb Fedele. “Ho solo bisogno del mio tempo per raccogliere i pensieri prima di esternarli all’interno di un gruppo”.

10. Non vanno proprio matti per le telefonate.
Quando volete una conversazione “tecnologica”, optate per un messaggio. Le telefonate improvvise possono risultare invadenti e questo può portare ad evitare le vostre chiamate.
“Parlare al telefono può essere una forma di tortura. Preferisco i messaggi o la chat” ha spiegato Cindy Spreg su FB. “Vi prego, non offendetevi quando vi scrivo invece di richiamarvi. Non siete voi, sono io”.

11. Le feste a sorpresa sono una pessima scelta.
Una grande festa dove l’introverso è al centro dell’attenzione? Assolutamente NO!
“Non voglio una festa di compleanno da sogno”, ha spiegato la nostra lettrice Jacke George “Preferisco avere accanto pochi amici per una serata di giochi, vino e conversazioni, piuttosto che una stanza piena di persone che conosco a malapena. NO!"

12. Hanno un’indole “intuitiva”.
Le persone introverse riescono ad essere in armonia con quanto le circonda. Spesso colgono gli aspetti più sottili di conversazioni ed umori che non sono così evidenti ai soggetti estroversi. "Gli introversi sono ottimi osservatori”, ci ha detto la lettrice Cora Donnel. “Se non ci piacciono i vostri amici, è perché riusciamo a cogliere qualcosa in più”.


 
iltempoperse.it

La forza tranquilla degli introversi in un mondo caotico

Dedichiamo quest’articolo agli introversi, uomini e donne che preferiscono parlare a bassa voce e muoversi sotto traccia, in un mondo che spesso premia chi urla.

Nel passato, agli introversi sono state attribuite una serie di caratteristiche negative; poco sociali, molto musoni, tristi, poco partecipativi, a volte psicotici… In realtà sono persone con una vita interiore dinamica e profonda. Amano apparire poco, partecipano alla vita con calma e tranquillità, preferiscono il silenzio alla confusione.

Se qualcuno di voi avrà iniziato a leggere con attenzione questo articolo, è perché probabilmente ne possiede alcune caratteristiche.

Gli introversi sono numerosi. Chi di voi, per esempio, si è mai trovato a disagio, quando eravate bambini, durante i saggi di fine anno scolastico in cui eravate costretti a cantare o recitare davanti a una folla di genitori ansiosi? Oppure da adolescenti, mentre partecipavate a feste con gioia e insieme inquietudine, quando vi trovavate circondati da sconosciuti? Sentendovi come oggetti, incapaci di parlare. O, adulti, quando vi siete dovuti sforzare violentemente per parlare in pubblico oppure fare una domanda a voce alta?

A questa minoranza importante, è rivolta la nostra attenzione (secondo Susan Cain, rappresentano un terzo o metà della popolazione). Per cui guardatevi intorno, ce ne sono molti tra di voi, dichiarati o meno.

Jung e le due “strutture”

Sono due personalità studiate per la prima volta dallo psichiatra Carl Jung insieme a Sigmund Freud, ma è stato soprattutto Jung ad approfondire il tema e a strutturare ulteriormente gli introversi e gli estroversi in quattro sottocategorie.

Come spesso avviene, strutturare in categorie serve a organizzare la realtà, per facilitarne lo studio e la comprensione. Ma nella vita quotidiana è difficile che ognuno di noi sia o completamente introverso, o completamente estroverso. Probabilmente la differenza non è così netta, magari ci collochiamo esattamente nel mezzo (ambiversi).

Nel 1921 Jung ha scritto un testo, Tipi Psicologici, che rappresenta, tra l’altro, la base teorica di un test a cui sicuramente sarete stati sottoposti una o più volte durante la vostra carriera lavorativa. Il test si chiama di Myers – Briggs Type Indicator (MBTI); fotografa la vostra personalità e aiuta a indirizzare i cambiamenti durante il vostro percorso professionale. Certificheranno se siete portati a diventare dei leader, o se non lo siete, oppure se è meglio che lavoriate da soli… Per semplificare.

Principali caratteristiche degli introversi

  • Fanno riferimento al loro mondo interiore

  • I loro stimoli sono principalmente dati da emozioni e pensieri

  • La solitudine, per alcuni di loro, è importante come l’aria che devono respirare. (Susan Cain)”. Solitudine come piattaforma di creatività

  • Sviluppano una visione autonoma della realtà

  • Abbracciano principi fortemente idealistici

  • Possiedono un forte senso della giustizia e della dignità

Susan Cain – Ted Talks

In uno dei Ted Talks maggiormente ascoltati e visti nella storia del canale, Susan Cain arriva sul palco con una valigia, pretesto per iniziare a parlare del suo libro . Quella valigia, piena di libri che rappresentavano il suo universo, è la stessa con la quale, all’età di nove anni, si presentò in un campeggio estivo.

Susan era una bambina introversa e, arrivata nel campeggio, doveva socializzare in fretta; per questo, spinta dalla capogruppo, adottò delle regole per lei inusuali. Accantonò i libri, si abituò a urlare una specie di grido di battaglia per fraternizzare con le compagne, fece festa continuamente ( come lei dice ). La sensazione provata da Susan fu quella di sentirsi inadeguata.

Questo senso di inadeguatezza, percepito come aspetto negativo del suo essere introversa, per lei ha avuto origine in un cambio culturale avvenuto nel passato.

Prima predominava una CULTURA DI CARATTERE, dove venivano valorizzate le persone per la loro vita interiore e onestà, mentre oggi prevale una CULTURA DELLA PERSONALITÀ, dove il magnetismo e il carisma sono gli elementi dominanti. Quindi, quando prevaleva una cultura di carattere, gli introversi erano valorizzati, oggi lo sono meno.

Nel primo tempo della sua vita Susan abbracciò una professione, quella di avvocato, l’esatto contrario di quello che desiderava fare. Si “camuffò” da estroversa per un lungo periodo, anche se sentiva che gli introversi possiedono caratteristiche uniche ed eccezionali.

Più avanti gettò la maschera di estroversa, per lei troppo faticosa, per fare quello che realmente desiderava fare: la scrittrice. Si dedicò a un progetto di scrittura durato sette anni, durante i quali approfondì il tema della introversione, per spiegare al mondo la forza degli introversi. Come quella di alcuni leader; Gandhi, E. Roosevelt, A. Lincoln. Leader importanti, loro malgrado: “non perché a loro piacesse controllare gli altri, o per il piacere di essere in primo piano, erano lì perché non avevano scelta, perché erano spinti a fare quello che pensavano fosse giusto”…

Quiet. Il potere degli introversi

Oggi questa aura negativa che circonda gli introversi sta riducendosi, grazie al successo di pratiche come la meditazione, la mindfulness che fanno riferimento al mondo interiore e ad alcuni lavori, tra i quali quello di Susan Cain ( Quiet. Il potere degli introversi ).

É una società, la nostra, che tende a premiare chi appare, chi alza la voce, chi parla troppo e non ascolta, chi predilige l’azione rispetto al pensiero, chi non manifesta insicurezze, chi si allinea alle opinioni altrui sempre e comunque ma…

Gli introversi hanno numerosi ‘poteri’ che sono e saranno sempre più valorizzati perché viviamo in una società che frulla le intelligenze individuali e loro non si fanno ‘frullare’ facilmente. Preferiscono la forza del pensiero, la capacità di sviluppare ed esercitare indipendenza intellettuale, hanno grandi capacità di ascolto e forti attitudini all’empatia.


 
 

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