La menzogna infinita dei Savi di Sion
di Massimo Introvigne (il Giornale, 16 marzo 2004)
Non si arresta la saga dei Protocolli dei Savi di Sion, il più noto falso antisemita del XX secolo esposto due mesi fa nella nuova grande Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Dopo avere presentato ai visitatori di una mostra sui testi sacri ebraici un’edizione dei Protocolli come fonte di informazioni autentiche e importanti sull’ebraismo, la direzione della Biblioteca ha ceduto alle critiche della stampa di diversi paesi (Italia compresa), e ha tolto dall’esposizione il volume contestato. Ora l’associazione dei Fratelli Musulmani, la maggiore organizzazione fondamentalista mondiale che ha la sua sede centrale in Egitto, chiede le dimissioni del direttore della Biblioteca, accusato di servilismo nei confronti dell’Occidente e di Israele. Cinquecento intellettuali lo difendono in un appello, dove non manca peraltro l’immancabile riferimento ai «legittimi diritti arabi».
I Protocolli sono il presunto «documento» di un piano ebraico di controllo del mondo, compilato secondo le ipotesi più recenti e attendibili in Russia tra il 1902 e il 1903 da ambienti antisemiti russi, da cui passa alla polizia zarista, che sembra non ne sia stata però il committente, sulla base di un testo anti-bonapartista del 1864 dell’avvocato parigino Maurice Joly (1829-1879), cambiando il soggetto del complotto, dalla famiglia Bonaparte agli ebrei, e del romanzo Biarritz (1868) del giornalista tedesco antisemita Hermann Goedsche (1815-1878). Sono pubblicati per la prima volta, in russo, nel 1903 in versione ridotta sul giornale Znamia, quindi nel 1905 come opuscolo a San Pietroburgo. Di qui passano più o meno in tutto il mondo. Che si tratti di un falso è da decenni del tutto ovvio a chiunque abbia studiato la questione.
O, almeno, è ovvio in Occidente. Scrive il professor Menahem Milson in uno studio del 2003 che «quando i Protocolli sono menzionati nei media arabi, sono sempre presentati come assolutamente autentici». Nel 2002 la serie televisiva egiziana «Cavalieri senza cavallo» ha messo in scena i Protocolli nel mese di Ramadan, con indici di ascolto fenomenali in tutto il mondo arabo. Dopo le proteste occidentali, per il Ramadan 2003 diverse stazioni televisive arabe hanno mandato in onda un altro sceneggiato – questa volta siriano, La Diaspora – che nella sostanza ha gli stessi riferimenti e anzi rincara la dose, pur dichiarando in un’avvertenza prima di ogni puntata di non essere basato sui Protocolli.
L’antisionismo arabo spesso usa alla rinfusa argomenti tratti dall’antigiudaismo e dall’antisemitismo occidentali, Protocolli compresi, senza dimenticare l’esistenza di un antigiudaismo religioso specificamente islamico. La miscela è esplosiva. Può esplodere facilmente, anche grazie alla tolleranza di quello che in Occidente si manifesta, come ha dichiarato il filosofo Jürgen Habermas in un’intervista a Le Monde, come «antisemitismo di sinistra sotto forma di amalgama di temi anticapitalisti e antisionisti», unito a un «anti-americanismo che serve agli incorreggibili come copertura al loro antisemitismo». Un autentico complesso antisionista spinge questa sinistra a tollerare benevolmente presso gli “amici” arabi quella che non è una legittima critica a Israele ma un ritorno alle manifestazioni più oscure dell’antisemitismo. E i medici compiacenti alimentano il morbo da cui il mondo arabo dovrebbe semmai essere aiutato a guarire.
[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]
[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]
fonte : http://www.cesnur.org/2004/mi_sion.htm
PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION Il più celebre tra i falsi prodotti dagli ambienti antisemiti intorno al 1900. Collegato forse al primo congresso sionista avvenuto a Basilea nel 1897 (vedi sionismo), il libello con questo titolo presentava un piano ebraico di dominio del mondo da realizzarsi attraverso il controllo della finanza internazionale e la promozione di guerre e rivoluzioni ovunque. Pubblicato in Russia nel 1903, ebbe diffusione molto limitata fino al 1917, quando cominciarono a moltiplicarsi le traduzioni. Nel periodo 1918-1921 i Protocolli furono ritenuti da molti un documento autentico che consentiva di attribuire al sionismo la guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica e la crisi economica. Nel 1921 un giornalista del "Times" di Londra dimostrò che si trattava di un falso. In realtà erano stati redatti da agenti al servizio della polizia segreta zarista, che si erano serviti, cambiandone il contesto, di brani interi di un libello satirico diretto contro Napoleone III. N. Cohn, Licenza per un genocidio. I "Protocolli degli Anziani di Sion". Storia di un falso, Einaudi, Torino 1969. Fonte : http://www.viaggidierodoto.com/dizionari/storia_mod/p/p225.htm Eisner Will - Il complotto. La storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion
“Per tutta la mia carriera ho sempre raccontato storie usando l'arte del fumetto. Ora che quest'arte è universalmente accettata anche nell'ambito della letteratura popolare si presenta l'opportunità di contrastare questa propaganda con un linguaggio più accessibile. La mia speranza è che questo lavoro possa contribuire a distruggere quest'inganno terrificante”. Si conclude così la prefazione di Will Eisner al suo ultimo lavoro terminato un mese prima di morire. Eisner è un monumento nel mondo del fumetto è l'uomo che ha scritto il più diffuso manuale per aspiranti fumettisti e soprattutto quello che ha inventato la graphic novel il romanzo a fumetti capace di dare dignità artistica e letteraria a un genere prima relegato nell'ambito del puro divertimento. Con Il Complotto però Eisner si è spinto oltre la graphic novel nell'ambito della ricostruzione storica e della denuncia di uno dei falsi antisemiti più celebri di tutti i tempi I protocolli dei savi di Sion. Il fumetto ripercorre tutta la storia del falso documento prodotto dai servizi segreti russi riadattando un testo di Maurice Joly originariamente scritto come accusa contro Napoleone III. Eisner mostra quindi come nonostante i Protocolli siano stati dichiarati un falso dal “Times” fin dal 1921 il presunto complotto ebraico contro tutti i governi del mondo sia stato impiegato non soltanto dai nazisti ma anche in seguito ogni qualvolta in qualche parte del mondo ci sia stato un rigurgito di antisemitismo. E purtroppo nonostante questo coraggioso e bellissimo fumetto – che potrà essere usato utilmente nelle scuole per affrontare un soggetto altrimenti considerato ostico dai ragazzi – i protocolli sono ben lontani dall'avere esaurito il loro impatto nefasto anche perché come dice Umberto Ecco nell'introduzione al volume: “Non sono i Protocolli a produrre antisemitismo è il profondo bisogno di individuare un Nemico che spinge a credere ai Protocolli”. Chiara Bongiovanni http://www.ibs.it/code/9788806177850/eisner-will/complotto-storia-segreta
http://www.see.it/ok/sprayliz/schede/pdss.htm Nonostante tutto ancora oggi noto come molti (antisemiti chiaramente) non solo considerino i Protocolli reali al 200.000% ma spesso ne fanno la loro Bibbia innalzandoli proprio come dei veri testi sacri. NON ESISTONO PROVE CERTE DI UN COMPLOTTO MONDIALE EBRAICO NE' TANTOMENO PROVE CHE DIMOSTRINO COME TUTTI GLI ILLUMINATI SIANO EBREI. |
Nessun commento:
Posta un commento