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venerdì 5 dicembre 2008

Un classico falso: i Protocolli dei Savi di Sion


CESNUR - center for studies on new religions

La menzogna infinita dei Savi di Sion

di Massimo Introvigne (il Giornale, 16 marzo 2004)

img Non si arresta la saga dei Protocolli dei Savi di Sion, il più noto falso antisemita del XX secolo esposto due mesi fa nella nuova grande Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Dopo avere presentato ai visitatori di una mostra sui testi sacri ebraici un’edizione dei Protocolli come fonte di informazioni autentiche e importanti sull’ebraismo, la direzione della Biblioteca ha ceduto alle critiche della stampa di diversi paesi (Italia compresa), e ha tolto dall’esposizione il volume contestato. Ora l’associazione dei Fratelli Musulmani, la maggiore organizzazione fondamentalista mondiale che ha la sua sede centrale in Egitto, chiede le dimissioni del direttore della Biblioteca, accusato di servilismo nei confronti dell’Occidente e di Israele. Cinquecento intellettuali lo difendono in un appello, dove non manca peraltro l’immancabile riferimento ai «legittimi diritti arabi».
I Protocolli sono il presunto «documento» di un piano ebraico di controllo del mondo, compilato secondo le ipotesi più recenti e attendibili in Russia tra il 1902 e il 1903 da ambienti antisemiti russi, da cui passa alla polizia zarista, che sembra non ne sia stata però il committente, sulla base di un testo anti-bonapartista del 1864 dell’avvocato parigino Maurice Joly (1829-1879), cambiando il soggetto del complotto, dalla famiglia Bonaparte agli ebrei, e del romanzo Biarritz (1868) del giornalista tedesco antisemita Hermann Goedsche (1815-1878). Sono pubblicati per la prima volta, in russo, nel 1903 in versione ridotta sul giornale Znamia, quindi nel 1905 come opuscolo a San Pietroburgo. Di qui passano più o meno in tutto il mondo. Che si tratti di un falso è da decenni del tutto ovvio a chiunque abbia studiato la questione.
O, almeno, è ovvio in Occidente. Scrive il professor Menahem Milson in uno studio del 2003 che «quando i Protocolli sono menzionati nei media arabi, sono sempre presentati come assolutamente autentici». Nel 2002 la serie televisiva egiziana «Cavalieri senza cavallo» ha messo in scena i Protocolli nel mese di Ramadan, con indici di ascolto fenomenali in tutto il mondo arabo. Dopo le proteste occidentali, per il Ramadan 2003 diverse stazioni televisive arabe hanno mandato in onda un altro sceneggiato – questa volta siriano, La Diaspora – che nella sostanza ha gli stessi riferimenti e anzi rincara la dose, pur dichiarando in un’avvertenza prima di ogni puntata di non essere basato sui Protocolli.
L’antisionismo arabo spesso usa alla rinfusa argomenti tratti dall’antigiudaismo e dall’antisemitismo occidentali, Protocolli compresi, senza dimenticare l’esistenza di un antigiudaismo religioso specificamente islamico. La miscela è esplosiva. Può esplodere facilmente, anche grazie alla tolleranza di quello che in Occidente si manifesta, come ha dichiarato il filosofo Jürgen Habermas in un’intervista a Le Monde, come «antisemitismo di sinistra sotto forma di amalgama di temi anticapitalisti e antisionisti», unito a un «anti-americanismo che serve agli incorreggibili come copertura al loro antisemitismo». Un autentico complesso antisionista spinge questa sinistra a tollerare benevolmente presso gli “amici” arabi quella che non è una legittima critica a Israele ma un ritorno alle manifestazioni più oscure dell’antisemitismo. E i medici compiacenti alimentano il morbo da cui il mondo arabo dovrebbe semmai essere aiutato a guarire.

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fonte : http://www.cesnur.org/2004/mi_sion.htm



PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION
Il più celebre tra i falsi prodotti dagli ambienti antisemiti intorno al 1900. Collegato forse al primo congresso sionista avvenuto a Basilea nel 1897 (vedi sionismo), il libello con questo titolo presentava un piano ebraico di dominio del mondo da realizzarsi attraverso il controllo della finanza internazionale e la promozione di guerre e rivoluzioni ovunque. Pubblicato in Russia nel 1903, ebbe diffusione molto limitata fino al 1917, quando cominciarono a moltiplicarsi le traduzioni. Nel periodo 1918-1921 i Protocolli furono ritenuti da molti un documento autentico che consentiva di attribuire al sionismo la guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica e la crisi economica. Nel 1921 un giornalista del "Times" di Londra dimostrò che si trattava di un falso. In realtà erano stati redatti da agenti al servizio della polizia segreta zarista, che si erano serviti, cambiandone il contesto, di brani interi di un libello satirico diretto contro Napoleone III.

N. Cohn, Licenza per un genocidio. I "Protocolli degli Anziani di Sion". Storia di un falso, Einaudi, Torino 1969.


Fonte : http://www.viaggidierodoto.com/dizionari/storia_mod/p/p225.htm






Eisner Will - Il complotto. La storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion

Il complotto. La storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion
Zoom della copertina
TitoloIl complotto. La storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion
AutoreEisner Will
Prezzo € 15,50
Prezzi in altre valute
Dati2005, IX-135 p., ill., brossura
TraduttorePacifico F.
EditoreEinaudi (collana Einaudi. Stile libero extra)

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In sintesi
Nei Protocolli dei Savi di Sion si racconta di un fantastico piano ebraico per arrivare con l'astuzia al dominio del mondo. In realtà I Protocolli sono un clamoroso falso, un documento fabbricato dalla polizia zarista per giustificare l'odio contro gli Ebrei. Un documento tuttora spacciato per verità indiscussa dalla peggiore propaganda antisemita. Will Eisner, il padre della "graphic novel", racconta la storia documentata dei Protocolli in questo romanzo per immagini, un capolavoro finito di scrivere e disegnare a un mese dalla morte. Introduzione di Umberto Eco.
La recensione de L'Indice
Recensione de L'indice

“Per tutta la mia carriera ho sempre raccontato storie usando l'arte del fumetto. Ora che quest'arte è universalmente accettata anche nell'ambito della letteratura popolare si presenta l'opportunità di contrastare questa propaganda con un linguaggio più accessibile. La mia speranza è che questo lavoro possa contribuire a distruggere quest'inganno terrificante”. Si conclude così la prefazione di Will Eisner al suo ultimo lavoro terminato un mese prima di morire. Eisner è un monumento nel mondo del fumetto è l'uomo che ha scritto il più diffuso manuale per aspiranti fumettisti e soprattutto quello che ha inventato la graphic novel il romanzo a fumetti capace di dare dignità artistica e letteraria a un genere prima relegato nell'ambito del puro divertimento. Con Il Complotto però Eisner si è spinto oltre la graphic novel nell'ambito della ricostruzione storica e della denuncia di uno dei falsi antisemiti più celebri di tutti i tempi I protocolli dei savi di Sion. Il fumetto ripercorre tutta la storia del falso documento prodotto dai servizi segreti russi riadattando un testo di Maurice Joly originariamente scritto come accusa contro Napoleone III. Eisner mostra quindi come nonostante i Protocolli siano stati dichiarati un falso dal “Times” fin dal 1921 il presunto complotto ebraico contro tutti i governi del mondo sia stato impiegato non soltanto dai nazisti ma anche in seguito ogni qualvolta in qualche parte del mondo ci sia stato un rigurgito di antisemitismo. E purtroppo nonostante questo coraggioso e bellissimo fumetto – che potrà essere usato utilmente nelle scuole per affrontare un soggetto altrimenti considerato ostico dai ragazzi – i protocolli sono ben lontani dall'avere esaurito il loro impatto nefasto anche perché come dice Umberto Ecco nell'introduzione al volume: “Non sono i Protocolli a produrre antisemitismo è il profondo bisogno di individuare un Nemico che spinge a credere ai Protocolli”.


Chiara Bongiovanni




Fonte :
http://www.ibs.it/code/9788806177850/eisner-will/complotto-storia-segreta





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20 - I protocolli dei Savi di Sion

"I Falsi Protocolli" Gabriel con i Protocolli

Cosa sono:
Nei primi anni del Novecento iniziò a circolare - prima in Russia, poi in Europa Occidentale e in America - un libro misterioso intitolato I Protocolli dei Savi Anziani di Sion che descrive minuziosamente la strategia ebraica per la conquista del mondo. Infiltrati come gigantesca quinta colonna nelle società cristiane gli ebrei lavorano a corromperne la fibra morale, pervertirne le tradizioni, distruggerne l'econimia, sovvertirne le istituzioni. Banchieri, intellettuali, artisti, giornalisti, politici obbediscono a uno stesso disegno e si preparano a raccogliere il frutto del complotto.
Il libro era stato scritto, probabilmente a Parigi, da agenti dell'Ochrana - il servizio segreto zarista - per giustificare e fomentare i pogrom che divampavano nell'impero. Fu facile dimostrare che il testo era desunto da un pamphlet antinapoleonico del secondo Impero e da altri testi antisemiti dell'Ottocento. Alcuni grandi processi confermarono la tesi del plagio.
Ma il libro, da allora, riappare periodicamente alla superficie - nella Germania nazista, nell'Italia fascista, nelle democrazie opccidentali e più recentemente nei paesi arabi - per giustificare campagne antisemite. In Russia oggi esso è lo strumento privilegiato di Pamjat' e di altre associazioni per cui il regime comunista non è che la più raffinata delle armi di cui gli ebrei si sono serviti per distruggere i loro nemici cristiani.

(da: I Falsi Protocolli - Sergio Romano - Edizioni Corbaccio)

Ce ne parla Luca Enoch:
[...] l'argomento di questo episodio è tutto deidcato a quei simpaticoni delle crape pelate, ormai veri tormentoni delle avventure di Liz & C. A loro e ai "cattivi maaestri", dato che quello che pensano - ooops! Che parola grossa! - l'avranno pur imparato da qualche parte. E infatti qui compare un famigerato libello, "I Protocolli dei Savi di Sion", che forse pochi di voi avranno sentito nominare ma che fu, era, è tuttora e, temo, sarà ancora uno dei cavalli di battaglia dei mangiaebrei di ogni latitudine. Non ho usato la parola "antisemiti", perché il libro, in versione antisraeliana, è un vero successone tra gli arabi, che sono popolazioni semitiche quanto gli ebrei. Spunti e materiale didattico per questa sotria li ho tratti dal "Mein Kampf" del piccolo Adolfo e dal bel libro di Sergio Romano, "I Falsi Protocolli - il complotto ebraico dalla Russia di Nicola II a oggi", edito da Corbaccio, di cui consiglio caldamente la lettura. Ora... ache scopo tirare in ballo un libretto in auge solo tra glie epigoni del caporale imbianchino dai baffetti alla Charlot? A parte la libidine personale di tirare palate di sterco sopra le camicie brune d'ogni epoca, ai tempi della passata legislatura mi capitò di vedere in tv un talk show in cui un famoso regista italiano, candidato all'epoca per un partito politico tendente allo scuro, commentava così la discussione in corso su chi manovra le leve del potere culutrale in Italia e nel mondo: "Andate a leggervi i Protocolli dei Savi di Sion e capirete un sacco di cose!" AGGHIACCIANTE! Soprattutto perché questa sparata fu seguita dal silenzio imbelle del resto dei partecipanti alla trasmissione. Per cui se un uomo politico e di cultura si può permettere frasi del genere senza essere sommerso da liquami puteolenti un secondo dopo, allora ci dev'essere qualcosa che non va nel nostro "sentire comune" [...]

(dall'Editoriale di Sprayliz III serie n. 4 - Edizioni Comics & Dintorni)

Riferimenti:
Sprayliz III serie n. 4 (Comics & Dintorni)

Archivio:
I Falsi Protocolli (in preparazione)


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Fonte :
http://www.see.it/ok/sprayliz/schede/pdss.htm





Nonostante tutto ancora oggi noto come molti (antisemiti chiaramente) non solo considerino i Protocolli reali al 200.000% ma spesso ne fanno la loro Bibbia innalzandoli proprio come dei veri testi sacri.

NON ESISTONO PROVE CERTE DI UN COMPLOTTO MONDIALE EBRAICO NE' TANTOMENO PROVE CHE DIMOSTRINO COME TUTTI GLI ILLUMINATI SIANO EBREI.






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