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giovedì 15 ottobre 2009

Gagarin rapito da extraterrestri?

GagarinIl caccia sovietico MIG-15 con a bordo il primo uomo nella storia dell’umanita’ che porto’ a compimento un volo spaziale attorno alla Terra, il leggendario cosmonauta sovietico Yurij Gagarin in compagnia dell’esperto pilota collaudatore del Cremlino Vladimir Serioghin, precipito’ al suolo il 27 marzo 1968. Tutte le informazioni concernenti l’inchiesta aperta e condotta da una speciale commissione governativa vennero allora classificate (e lo sono tuttora) come segreto di stato. La tragedia avvenne a circa tre chilometri da un paesino chiamato Novoselovo situato nella provincia della citta’ di Vladimir e molti abitanti di Novoselovo ricordano tuttora perfettamente cosa avvenne quel giorno.

Ad esempio il falegname Vladimir Morozov verso le ore 14:00, nel momento cioe’ della sciagura, beveva tranquillamente una tazza di te’ nella sua garitta quando d’improvviso il silenzio della notte venne interrotto da un terribile fragore proveniente dalla zone del cimitero. “La prima cosa che mi e’ venuta in mente e’ che si trattasse di un terremoto dal momento che i vetri della mia garitta hanno iniziato a tintinnare – racconta il falegname che conserva tuttora nella sua memoria tutti i minimi particolari di quel giorno. – Uscito dalla garitta ho visto subito una nuvola di fumo ed un mare di fiamme, per cui ho deciso di recarmi in motocicletta sul luogo dell’accaduto”.

Vladimir Morozov fu la prima persona in assoluto a vedere coi propri occhi cosa fosse successo, senza neanche lontanamente immaginarsi chi fosse il pilota coinvolto nella sciagura, dal momento che gli abitanti di Novoselovo solamente verso sera vennero a sapere che si trattava proprio di Gagarin.

“Tutta la neve circostante si era annerita, le betulle tutt’attorno spezzate e dai rami pendevano degli strani fili (che si sono poi rivelati gli intestini…) – ricorda il falegname – Appena mi sono ripreso dallo shock ho iniziato a dare un’occhiata tutt’attorno e ricordo di essermi inchinato su di uno strano oggetto”. Lo strano oggetto a cui fa riferimento Morozov si rivelo’ essere la dentiera dell’istruttore di volo Serioghin, che venne successivamente identificata, mentre e’ tuttora ignoto se siano stati ritrovati resti di Gagarin sul luogo della sciagura.
Sconvolto da cio’ che aveva visto, Morozov dapprima non fece caso ad un altro aereo da caccia MIG-15, uguale in tutto e per tutto a quello precipitato, che volava su questo inferno ad un’altezza insolitamente bassa per tali aerei, meno di un chilometro. Solamente in seguito il falegname si ricordo’ che il caccia volava in modo completamente silenzioso, come fosse un fantasma, per poi sparire nel nulla.

Come gia’ sapete, la terribile notizia giunse agli abitanti di Novoselovo solo verso ora di cena e tutti indistintamente presero a parlarne.

“Ricordo che erano circa le ore 14″ – racconta l’impiegata comunale Margarita Shustova. “Il tempo era nuvoloso, e c’era’ molta umidita’. In quel momento mi ero appena recata a fare la spesa e nel negozio tutti stavano gia’ discutendo ad alta voce la caduta dell’aereo. Poco dopo e’ giunta un’intera brigata di militari che si e’ diretta verso il cimitero. Noi abbiamo cercato di chiedere spiegazioni sull’accaduto sentendoci pero’ rispondere che non si trattava di cose di nostra competenza”.


Allora Margarita Shustova assieme ad altri abitanti del paesino decise di recarsi sul luogo dell’accaduto che nel frattempo era gia’ stato recintato dai militari, i quali da parte loro correvano da una parte all’altra in silenzio come fossero dei robot, mentre gli abitanti di Novoselovo iniziarono a parlare a bassa voce di una sensazionale notizia: una degli abitanti del paesino, Liudmila Yarzeva, poco prima della catastrofe aveva visto nel cielo un qualcosa simile ad un disco volante, un oggetto fosforescente di forma ovale, dai raggi talmente penetranti che nemmeno le nuvole riuscivano a nascondere. Liumila Yarzeva giuro’ su Dio che aveva visto coi propri occhi lo scontro tra il caccia militare e lo strano oggetto volante e che dalla paura si era messa a correre all’impazzata lungo un bosco vicino per poi gettarsi a terra dopo aver udito l’assordante fragore dell’impatto.
“Io all’epoca non credevo a tutte le storie sugli UFO e spettegolare non e’ mai rientrato nel mio carattere”, – racconta Liudmila Yarzeva – “Successivamente mi sono avvicinata ad un giovane soldato che assieme ad altri stava setacciando il campo per chiedergli cose stessero cercando e lui mi rispose che erano alla ricerca della scatola nera”.

Ma la scatola nera del MIG-15 con a bordo Yurij Gagarin non venne mai ritrovata: la commissione governativa alla quale venne affidata l’inchiesta, dichiaro’ che a bordo del MIG-15 schiantatosi al suolo non c’era nessuna scatloa nera, cosa che tra l’altro viene confermata ancor’oggi.

“E questo ha terribilmente complicato il nostro lavoro”, – racconta Serghej Bielozerkovskij, all’epoca insegnante all’Accademia Aeronautica nella quale si laureo’ lo stesso Gagarin e che indago’ autonomamente sulla morte del suo allievo dopo che l’inchiesta di parte governativa venne chiusa.

“La versione relativa ad uno scontro in cielo con volatili o una sonda meteorologica fu l’unica che all’epoca venne data per veritiera. Ma poi noi continuammo nella nostra indagine personale ed escludemmo questa ipotesi. Qualcuno arrivo’ anche a dire che i due piloti avessero deciso di giocherellare con l’aereo in volo e che fosse stata proprio la loro indisciplina a portare alla tragedia, versione che io ritengo priva di fondamento. Serioghin era un pilota militare espertissimo con piu’ di 4000 ore di volo sulle spalle, mentre da parte sua Gagarin, sebbene non avesse troppa esperienza alla guida di caccia militari, per nessuna ragione al mondo avrebbe disobbedito al suo comandante. D’altra parte in questi casi c’e’ una regola ben precisa: in caso di situazione d’emergenza durante un volo istruttivo, il comando dell’aereo passa automaticamente all’istruttore. Sono sicuro che sia successo qualcosa di imprevedibile, qualcosa che fuoriesce dalla logica e che ancor’oggi e’ avvolto nel mistero”.
E nel 1979 il mondo venne sconvolto dalle parole della leggendaria chiaroveggente bulgara Vanga, la quale dichiaro’ di essere in contatto con gli abitanti del pianeta Vamfin, i quali le avevano a loro volta comunicato che Gagarin non era morto, bensi’ era stato da loro sequestrato. Tale dichiarazione di primo acchito potra’ anche lasciare interdetti, ma sulla base di cio’ che ha dichiarato a proposito il dottore di scienze economiche Aleksandr Makarov, il quale ha perso parte dal 1959 al 1992 a tutti i programmi cosmici intrapresi dall’Unione Sovietica, le parole della chiaroveggente non vedente Vanga acquistano tutta un’altra fisionomia.

“E perche’ no? – ha dichiarato a proposito Aleksandr Makarov – Personalmente sono a conoscenza di tutte le versioni relative alla morte di Gagarin, compresi i racconti dei testimoni oculari dell’accaduto, persone assolutamente normali, le quali sostenevano di aver visto coi propri occhi l’aereo entrare in collisione con un oggetto volante non identificato. Per cui non e’ assolutamente da escludere l’ipotesi che Gagarin sia stato effettivamente rapito dagli extraterrestri. Chi lo sa, forse dal momento che e’ stato il primo essere umano ad orbitare attorno alla Terra, e’ entrato in possesso di qualche conoscenza suprema”.

Le parole di Aleksandr Makarov fanno profondamente pensare al fatto che molti particolari del leggendario volo intorno alla Terra intrapreso da Gagarin nel 1961 non siano mai stati illustrati, ma sono state sufficenti le misere informazioni fuoriuscite dalle cartelle ultrasegrete relative alla missione per testimoniare che durante il suo volo attorno alla Terra, Gagarin aveva visto qualcosa che ne aveva pregiudicato il futuro. Ma adesso cerchiamo di ricostruire la cartina dell’accaduto.
Il 27 marzo 1968 alle ore 10,19, il caccia MIG-15 dell’aviazione sovietica con a bordo Gagarin e l’istruttore di volo Serioghin decolla per un volo istruttivo. Dopo undici minuti, cioe’ alle 10:30 esatte, Gagarin a volo ultimato, chiede alla base il permesso di rientrare, cosa che puntualmente riceve. Alcune fonti pero’ confermano che qualche minuto dopo aver ricevuto l’OK, l’equipaggio del MIG-15 avrebbe comunicato alla base la presenza di un misterioso oggetto volante a forma di disco che volava nei pressi dell’aerodromo e che il contatto con il caccia si sarebbe interrotto subito dopo che i due piloti avevano comunicato alla base che “non si vede niente”.


All’epoca il comando della base aveva ritenuto che cio’ fosse causato dalla fitta nebbia che circondava la zona, sebbene cio’ non tolga che Gagarin e Serioghin avrebbero potuto effettivamente venire accecati da una potente luce fosforescente, tanto piu’ che l’espertissimo istruttore di volo Serioghin, nonostante conoscesse l’aereo sul quale volava come le sue tasche, non riusci’ a controllarlo.

Alle 14.15 vennero scoperti i rottami in fiamme del caccia. E’ assai possibile che non sia stato l’aereo ad entrare in collisione con l’oggetto volante non identificato, come sostengono i testimoni oculari, bensi’ che sia stato proprio l’UFO a centrare il suo bersaglio nel momento dell’interruzione del contatto tra il MIG-15 e la base, fenomeno tra l’altro caratteristico della presenza in zona di dischi volanti. Ed e’ cosi’ che si separarono le strade di Serioghin e Gagarin: il primo precipitato al suolo, mentre il secondo rapito e condotto in un mondo misterioso.




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