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domenica 24 febbraio 2013

Giganti del passato - 4: Dal mito alla storia




Nuovi ritrovamenti in ogni parte del mondo confermano antiche leggende sull'esistenza di un popolo di giganti nel passato. 

Reperti ossei e, in alcuni casi, scheletri completi di eccezzionale altezza, trovati in Bolivia, Stati Uniti ed Ecuador, sono allo studio di "archeologi non allineati.

Individui di enorme statura sono esistiti in ogni epoca. Le creature di cui ci parlano miti e leggende non vanno però scambiate per "anomalie della natura". 




I giganti, talvolta caratterizzati come titani, ciclopi e mutanti, sono stati una specie a sé. Golia, Polifemo, Rtibezahl (il genio del monte dei giganti) e altri colossi sono esempi che derivano dal mondo delle leggende. Tutti i popoli della Terra narrano dell' esistenza di esseri incredibilmente alti e dotati di forze sovrumane.

 Talvolta appaiono come esseri dotati solo di forza bruta, in altri casi sono considerati eroi o addirittura creatori del mondo (cfr. HERA n° 46, pag. 70).

IL RUOLO DEL MITO

L'origine di coloro che erano chiamati giganti risale ad epoche antidiluviane. In quei tempi, secondo le fonti, popolarono la Terra. Anche coloro che erano nati dall'unione tra figli degli dèi e donne terrestri sarebbero stati « giganti sulla terra» (Genesi, 6,4). Qui si inserisce la mitologia norvegese. Essa racconta che la prima crea­tura vivente fu il gigante Ymir. Da questi, secondo la leggenda, avrebbe avuto origine sia l'attuale razza umana sia una diversa di uomini giganti.
Gli indiani del nord-ovest degli Stati Uniti hanno tramandato racconti su giganti primitivi che divoravano gli uomini. Da alcune descrizioni risulta che queste mostruose figure possedevano parti del corpo di animali, come i serpenti velenosi ai piedi o la coda squamosa del drago. In Giappone il prode Raiko annientò, insieme a fedeli soldati, un'intera banda di giganti, i quali stando a quel che si dice aggredivano le donne e bevevano il loro sangue. Lo stratagemma di Raiko fu quello di travestirsi da scimmia insieme ai suoi' soldati e di indebolire i giganti facendogli bere un filtro magico.
Nell' Antico Testamento vengono nominati diversi giganti, come ad esempio gli Anakiti, i Refei, Og e il noto Golia, sconfitto da Davide, Nella Bibbia si legge: «Davide corse contro il filisteo... trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra [...], Davide corse e si fermò sulfilisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa» (Samuele 1, 17-51). Da allora il suo trionfo vale come simbolo della vittoria del buono sulla violenza del malvagio. Questa storia del Vecchio Testamento è una delle tante tradizioni che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l'astuzia. Stando a ciòche si dice, Golia raggiungeva i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza doveva pesare 104 chilogrammi.
Og è un altro gigante citato nella Bibbia. Mosè lo sconfigge durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri,21, 32-35). «Il suo letto di ferro - sta scritto - aveva nove cubiti di lunghezza e quattro cubiti di larghezza» (Deuterono­mio, 3.11).
Og dev' essere stato dunque un colosso di circa 4 metri di altezza. Secondo la mitologia ebraica, Og faceva parte dei numerosi giganti antidiluviani. Tra di loro egli è stato l'unico sopravvissuto, perché l'acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia. Si dice anche che Noè lo abbia preso con sé nell'arca durante il diluvio. Dentro la nave il gigante non aveva posto, ma poté sedere sul tetto.

Un altro episodio biblico si svolge nei dintorni di Ebron. Lì vive da anni una stirpe di giganti che discende da Anak, gli Anakiti (o Anakim ­cfr. HERA n° 41, pago 80). In particolare tre figli di Anak, Achiman, Sesai e Talmai, gettano nel panico gli israeliti durante il loro cammino verso la terra promessa (Numeri, 13, 22 e 31 sgg.). Qui vi è una relazione col mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli anachi. Il nome deriverebbe nuovamente dai giganti biblici. La mitologia greca è una miniera di racconti sui giganti.
Sono universalmente noti i viaggi di Ulisse, re di Itaca. In essi si parla dell'incontro con il ciclope Polifemo. Gli studiosi di mitologia ritengono che a far nascere la saga dei ciclopi siano stati teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo. Quei teschi presentavano un grande foro all'altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è "l'antro del ciclope", situato presso Maronia, a nord del Paese.

Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell'ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di "sigillo di pietra di Polifemo".
Non lontano si trova una grande galleria, denominata "zona dei giganti". Molte leggende e racconti sui giganti hanno a che fare con le grotte. Il Bayernkonigloch (tana dell'imperatore bavarese), ad esempio, situato tra le rocce del Kaisergebirge, nella regione settentrionale del Tirolo, secondo il cultore di leggende Anton Karg deve il suo nome ad alcuni giganti che avevano cura di sorvegliare «l'ingresso ai padiglioni dell'imperatore».

Anche la tradizione inglese è ricca di storie fantastiche e impressionanti sulla nascita di colline, valli e altre forme paesaggistiche. Così i giganti avrebbero più volte gettato cumuli di terra e scagliato in mare imponenti blocchi di roccia. Nelle loro poesie gli anglosassoni citano spesso giganti che sarebbero esistiti prima del loro arrivo in Inghilterra.
Nelle antiche leggende, il noto santuario megalitico di Stonehenge, nell'Inghilterra meridionale, viene definito il luogo della "danza dei giganti". Il mago Merlino, coi suoi poteri magici, avrebbe trasferito quel colosso di pietra dall'Irlanda alla sua sede attuale.

Anche i tedeschi hanno i loro giganti. Riibezahl, il genio del monte dei giganti, secondo la leggenda ha assunto numerose sembianze. Egli avrebbe aiutato i viandanti, ma si sarebbe anche vendicato dei suoi dileggiatori: così viene detto nei testi antichi. Sono molti i giganti che rivestono un ruolo nelle saghe del Reno. Un gigante di nome Tannchel avrebbe fatto saltare le rocce che facevano ristagnare le acque del Reno tra la Foresta Nera e il Volgi. Dicono poi che l'imperatore Massimiliano in persona abbia sconfitto l'ultimo gigante dell' 0denwald in un torneo medievale svoltosi nella città di Worms, situata sulla riva sinistra del Reno.

 


MAMMUT O UMANI?


La maggior parte degli scienziati dubita che per tutte queste tradizioni mitiche vi siano fondamenti reali. «La figura dei giganti è nata probabilmente da molteplici rappresentazioni originarie», presume lo scrittore e divulgatore scientifico Ernst Probst. Secondo lui la fonte è da cercarsi «nei criteri di misurazione assai diversi che esistevano allora, nel vedere in insoliti fenomeni della natura la manifestazione di creature dalla forza eccezionale (si pensava che l'avversario sconfitto aves­se proporzioni sovrumane: tali concezioni avevano un loro ruolo nell storie di draghi), forse anche nelle al­lucinazioni dovute al consumo di droghe».
Per Ernst Probst la faccenda è chiara: «Quasi ogni Paese aveva un tempo il suo gigante nazionale, che risaliva quasi sempre al ritrovamento di ossa di elefanti, la cui vera natura era sconosciuta. 


Su tali errori si basano anche le leggende dei draghi e degli unicorni».
Questo significa che tutte le tracce scoperte finora sui giganti debbono necessariamente essere relegate nel regno della fantasia? Noi riteniamo vi siano indicazioni sufficienti che, nonostante le valutazioni errate, fanno pensare chiaramente alla remota esistenza di giganti.
Non tutti i fossili possono essere identificati con sauri o mammut. In tutto il mondo esistono ritrovamenti di fossili e gigantesche impronte pietrificate, lasciate da antiche generazioni di uomini. Un esempio tra i più noti sono le impronte giganti ritrovate nel letto essiccato del fiume Paluxy in Texas. Anche il ritrovamento di enormi attrezzi potrebbe fare pensare ai giganti. Alcuni di questi oggetti sono esposti nel museo di Weilbauer a Quito (Ecuador). Gigantesche asce e coltelli di pietra sono stati presentati nella mostra Unsolved Mysteries.

Il significato di quei reperti risalenti a 2.000 anni fa non è ancora chiaro. A causa della loro smisurata grandezza, sono stati etichettati ufficialmente come "scuri di culto" e "coltelli di culto", serviti non per scopi artigianali ma religiosi. Accanto ad altri utensili che, in base al peso e alla grandezza, avrebbero potuto essere impiegati solo da uomini di enormi dimensioni, queste testimonianze destano il sospetto che un tempo vi sia stata una popolazione di uomini giganti. Inoltre, sul modo con cui sono state realizzate tonnellate di enormi pietre in tutto il mondo, sulla risoluzione dei problemi del loro trasporto nelle culture megalitiche, non è ancora stata fatta completa chiarezza.




 



I GIGANTI NEGLI USA
Impronta di un piede gigante ritrovata presso il fiume Paluxy, in TexasNel corso delle nostre ricerche abbiamo scoperto verosimili tracce relative ai giganti. Le dimensioni di questi individui potevano oscillare tra i 2,5 metri fino all'incredibile altezza di 10 metri. Ho avuto l'occasione di incontrare uno dei nativi americani più autorevoli: Vine Deloria. Ricevetti un suo invito per un meeting di tre giorni in una riserva indiana di Lacey, nello Stato di Washington. Il tema dell'incontro era inusuale: "Giants and little people" alla conferenza presero parte 15 capi di grandi tribù indiane e tutti raccontarono degli antichi miti della loro stirpe, degli incontri con nani e giganti. Fu un grande onore il fatto di poter essere presente. Quell'esperienza indimenticabile confermò il sospetto che in passato su questa terra vi fossero stati ovunque giganti e nani.
Nel XIX secolo, negli Stati Uniti, furono scavati molti dei mound (tumuli) presenti sul territorio. Vi furono trovati diversi scheletri umani che presentavano una lunghezza compresa tra i 2 e i 3,70 metri. Alcuni di questi scheletri, secondo le descrizioni che ne fecero i giornali dell' epoca, possedevano due file di denti. Ritrovamenti i cui resoconti sono conservati ancora nei vecchi archivi, ma che nell'ultimo secolo sono caduti nel dimenticatoio.

Enormi sandali ritrovati all'interno delle tombe dei giganti nello UtahDai nostri amici indiani abbiamo però ricevuto una copia di alcuni promemoria scottanti. Ci èstato promesso che saremo avvertiti non appena uscirà fuori qualcosa di nuovo su questa storia. Se vi saranno scavi, saremo presenti!
Vogliamo rivelare al lettore alcune di quelle notizie riportate negli archivi americani:

nel 1800 furono ritrovati a Willamson County e a White County, nel Tennessee, diversi scheletri umani dalla lunghezza di oltre 2,10 metri;

nel 1879, in un mound situato nei pressi di Brewersville, nell'Indiana, fu scoperto uno scheletro lungo 3,40 metri;
nel 1883 alcuni soldati, mentre effettuavano scavi a Lompock Rancho, in California, trovarono uno scheletro umano di 3,70 metri. Lo scheletro era stato seppellito con conchiglie e pietre, sulle quali erano presenti incisioni non decifrabili. Nella tomba si trovava inoltre un'enorme ascia di pietra. Un'ulteriore particolarità: il gigante aveva una doppia fila di denti nella mascella superiore e inferiore;
nel 1926 alcuni minatori scoprirono in una galleria della miniera di Bay Creek (Montana) grossi zigomi umani. Con grande sorpresa degli antropologi, i denti erano conficcati in uno strato roccioso che risaliva ad almeno 30 milioni di anni fa.


IMPRONTE E SCHELETRI

Vi sono numerosissimi esempi di spettacolari ritrovamenti di scheletri di giganti, avvenuti negli Stati Uniti tra il 1800 e il 1930. La maggior parte dei reperti furono spediti allo Smithsonian Institute; non è stato possibile (o non si è voluto) rispondere alle domande in merito.
Il prof. James. J. Hurtak, filosofo, teologo, orientalista e presidente dell' Academy of Future Science, ci ha inviato diverse foto dell'enorme impronta di un piede, rinvenuta su una roccia in Sudafrica. Queste le misure gigantesche: lunghezza 130 cm, larghezza 69 cm, profondità 18 cm. L'impronta si trova in una roccia di granito antica diversi milioni di anni. Si tratta di una scoperta che risale già al 1912. Le ricerche hanno dimostrato che non si tratta assolutamente di una moderna falsificazione. Inoltre, è possibile vedere come il fango di allora sia stato schiacciato tra le pesanti dita del piede del gigante. La cosa più misteriosa è che si tratta dell'impronta di un piede sinistro. Come si spiega, allora, il fatto che in una zona del tutto diversa come lo Sri Lanka sia stata trovata l'orma di un piede destro altrettanto grande? E come interpretare i reperti dissotterrati in Australia dal dottor Rex Gilroy (direttore del Mount Natural History Museum, situato nei pressi della città di Bathurst, nel Nuovo Galles del Sud). Negli ultimi anni il dott. Gilroy ha rinvenuto utensili, scuri, mortai, clave e diverse impronte di eccezionale dimensione fossilizzate in cenere di vulcano.
Tali fanno pensare ad una razza umana sconosciuta che, in base alle dimensioni, può essere definita come "razza di giganti". Wayne May (curatore della rivista di archeologia Ancient American) ci ha comunicato la notizia di una sorprendente scoperta nello Utah: in un luogo di sepoltura sono stati tro­vati diversi scheletri umani, tutti della grandezza compresa tra 2,20 e 2,40 metri (cfr. HERA n° 34, pago 20). Sono stati riportati alla luce sandali, parti di reti e altri oggetti. Inoltre, sono state scoperte sconosciute iscrizioni incise sulle pareti dei sepolcri. Grazie alle favorevoli condizioni climatiche, questi ornamenti sepolcrali si trovano in ottime condizioni. Purtroppo su tali entusiasmanti ritrovamenti non è stata ancora effettuata nessuna analisi del DNA e nessuna indagine per la datazione. Diventa di estremo interesse sapere in quale epoca hanno vissuto queste persone in America e quali sorprese riserveranno le analisi genetiche.

GIGANTI IN SUDAMERICA

A quella che è forse la prova più significativa dell'esistenza di una sconosciuta razza di giganti, siamo giunti attraverso una notizia riportata su un sito internet brasiliano. Riguardava il ritrovamento di un enorme scheletro umano in Ecuador. Secondo l'articolo, nel 1992 un sacerdote di nome Carlos Vaca avrebbe trovato, in una musica; ha composto oltre 300 brani musicali. La famiglia mi ha accolto amichevolmente, e dopo un po' il discorso è caduto sulle ossa dei giganti. Mi è stato confermato che tutto corrisponde ai fatti e sono stato condotto nella stanza di padre Vaca.
Vi si trovavano molti reperti archeologici, per me quasi incomprensibili, e un intero m'madia era stato riempito con le ossa dello scheletro del gigante umano. Mi è stata mostrata una conferma scritta, datata 1993 e firmata da 11 scienziati ecuadoriani. Secondo quel documento sonò state fatte ricerche precise, in base alle quali questa ricerca sensazionale riguarderebbe davvero le ossa di un gigante.

Nel 1929, apparvero a Cuzco - Peru'- i membri di una comunita' indios, caratterizzati da alta statura. Nella foto il gigante e' alto 2.30 metriDa questa famiglia ho ricevuto cinque pezzi di ossa di dimensioni minori per le mie ricerche in Austria».
Nel frattempo un professore di anatomia dell'Università di Vienna ha identificato come "occipitale" uno di quei frammenti (tali reperti sono stati da me mostrati per la prima volta in TV, alla trasmissione italiana di Rai Due, Voyager).
Ha, però, detto, riflettendoci, che questo individuo, in base a precise misurazioni, avrebbe dovuto raggiungere l'inconcepibile altezza di 7,50 metri. In annotazioni del 1543 di Juan de Olmos, governatore militare di Puerto Viejo, e di Pedro Cieza de Leon, scritte nl 1553, si legge che in Ecuador erano stati rinvenuti diversi scheletri umani di giganti. Tutte le notizie si riferiscono ad individui cinque o sei volte più alti rispetto agli uomini di quell'epoca. È stato calcolato che l'altezza media di una persona a quel tempo doveva essere di circa 1,50 metri. Moltiplicandola per 5 otteniamo nuovamente l'altezza già citata di 7,50 metri. Negli appunti di padre Carlos Vaca sono state annotate tutte le aree di ritrovamento degli scheletri, nonché precise indicazioni di luoghi in cui vi sono state altre scoperte sensazionali. Di più non viene detto su queste zone. Stiamo comunque seguendo attentamente le tracce di questi ritrovamenti.


IL LIQUIDO MIRACOLOSO


La famiglia di padre Vaca ci ha mostrato un altro oggetto singolare: una piccola bottiglia di vetro contenente un liquido rossastro, oleoso. Hanno detto che padre Vaca avrebbe trovato questo liquido accanto allo scheletro, e che con esso, per quanto la cosa suoni strana, si potevano ammorbidire le pietre.

Potrebbe essere questa la soluzione a domande irrisolte, come quella sulla costruzione della fortezza di Sacsayhuaman in Peru'? Il muro settentrionale di quest'ultima, dalle triplici gradinate, nella parte inferiore è composto da enormi blocchi di pietra calcarea grigia, lavorati e messi l'uno sull'altro con precisione. Nella zona delle Ande, il perfetto lavoro di rifinitura era noto già secoli prima della civiltà degli inca ( Tiahuanaco, Picara, Chullpas e Sillustani). La particolarità delle mura di Sachsayhuaman è la collocazione senza giunture di pietre ciclopiche, alcune fino a 100 tonnellate di peso, dai contorni irregolari. Fino a oggi la scienza non ha fornito alcuna spiegazione per questa tecnica.
Il prodigioso liquido con cui si potevano ammorbidire le pietre dure, potrebbe finalmente dame spiegazione, considerando che esiste una leggenda peruviana associata a un elemento di questo tipo, che sarebbe stata ricavata da una pianta ancora non identificata dalla botanica moderna. È stato già fissato il prossimo viaggio in Ecuador. In questa occasione preleveremo un po' di questo liquido misterioso, come ci è stato accordato dalla famiglia Vaca, per farlo analizzare in Austria. Siamo già ansiosi di conoscere il risultato!.
Le tante notizie sui ritrovamenti di giganti non possono più essere ignorate. Tutti questi elementi fanno supporre che i giganti siano esistiti, non furono solo leggenda. Perché si estinsero? Vi sono diverse ipotesi. Personalmente penso che l'impatto con un meteorite, come accaduto per i dinosauri, cambiò radicalmente l'assetto terrestre causando un cambio repentino nella forza di gravità e nelle condizioni climatiche del pianeta. Ma questa è solo un'ipotesi...

(Traduzione dal tedesco di Marco Di Serio)
di Klous Dono e Reinhort Hobeck
Fonte: Heramagazine.net

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.66


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