L'incontro ravvicinato di Nostradamus
Verso la fine dell'inverno del 1554 il medico e astrologo francese Michel de Nostredame, detto Nostradamus, avvistò un Ufo a Salon, in Francia, e scrisse la cronaca di quell'esperienza:
«Il 10 marzo vi è stata un'apparizione mostruosa e terrificante che, secondo me, è stata vista fino a Marsiglia. Più tardi è stata notata anche sul mare, a St. Chamas. Vicino al primo quarto di luna, un grande fuoco è sfrecciato nel cielo, da oriente a occidente. Sembrava un'asta o una fiaccola accesa, meravigliosa a vedersi. Emetteva scintille, come il ferro sotto il martello del fabbro. Sembrava un'altra Via Lattea, un'altra galassia.Veloce come una saetta, produceva un forte strepito e rumore. Come una tempesta, ha spazzato via alberi e foglie. Il fatto è durato venti minuti, il tempo di raggiungere Arla, la Via di Pietra, cioè fin dove lo sguardo poteva giungere. È scomparsa nel mare verso sud, in lontananza, lasciando dietro di sé una scia di scintille e lingue di fuoco rosso, rimaste a lungo in aria e poi ricadute come uno spettacolo pirotecnico. Dove è passata in prossimità del suolo, ha ridotto ogni cosa in cenere». FONTE : http://www.tanogabo.it/nostradamus.htm
Il porto di St. Chamas (lettera "A") dove, dopo Nostradamus, l'UFO sarebbe stato nuovamente avvistato e sarebbe "scomparso nel mare, verso Sud". |
" Dove è passata in prossimità del suolo ha ridotto ogni cosa in cenere" sosteneva Nostradamus. In effetti quando un UFO o sorvola a poca distanza dal terreno o atterra lascia una serie di tracce. Nel seguente articolo verranno descritti alcuni casi.
In Italia ad interessarsi ufficialmente del fenomeno UFO è il Secondo Reparto dell'Aereonautica, che periodicamente riceve e compila, per scopi statistici, le segnalazioni UFO ricevute perlopiù da personale militare.
Ma, come accade anche negli altri paesi, il grosso del lavoro lo svolgono i centri di ricerca privati come il Centro Ufologico Nazionale o il Centro Italiano Studi Ufologici, che, oltre a raccogliere e classificare tutta la documentazione nazionale e internazionale si occupano anche di indagini sul campo.
La ricerca ufologica si basa essenzialmente sulle testimonianze e, dove possibile, sull'analisi di tracce fisiche. Una foto, un filmato, o il racconto di un'esperienza sotto ipnosi, sono tutti indizi utili per cercare di determinare la genuinità di un fenomeno.
In Italia due delle più recenti testimonianze fotografiche risalgono all'aprile 1994. La prima viene da Busto Garolfo, dove un giovane cameriere, Michele Castellana, in compagnia di due amici, ha avuto la prontezza di spirito di fotografare un UFO che evoluiva sopra la terrazza di casa. La seconda viene da Serrungarina, dove il contadino pesarese Lamberto Roberti ha immortalato per nove volte un "cono volante", che ha attirato anche l'attenzione del Quinto Stormo dell'Aeronautica.
L'ultimo filmato di UFO in Italia, invece è una breve sequenza girata il 18 agosto 1994 da un ragazzo milanese, Massimo Bianchi, in vacanza a Lubiazzo Piacentino. La ripresa mostra un velocissimo ordigno in volo verso Lodi. Difficilmente però gli ufologi considerano foto e filmati come delle prove inconfutabili; i trucchi e gli imbrogli sono infatti molto frequenti anche se le moderne tecnologie informatiche possono aiutare i ricercatori a smascherare eventuali burloni.
Di fatto i ricercatori italiani oggi orientano la loro attenzione verso indizi più tangibili, come le bruciature lasciate sul terreno dai presunti velivoli alieni.
Nel 1989 a Luogosano e nel 1990 a Cicciano, nel napoletano, sono rimaste impresse nel terreno e su un marciapiede asfaltato delle impronte circolari dalle caratteristiche molto particolari.
"Il terreno non era bruciato, ma cotto", ha dichiarato il chimico Corrado Malanga, accorso per le indagini. "Cotto da microonde. Sì, come quelle prodotte dai forni da cucina, ma 50 milioni di volte più potenti".
"Al momento nulla di conosciuto è in grado di provocare un effetto simile, sul terreno e sul bitume di un marciapiede" ha affermato l'ufologo napoletano Umberto Telarico, fra i primi a raccogliere campioni e testimonianze.
Le stesse misteriose microonde hanno cotto, nell'estate del '94, un triangolo di terreno a Marozzo di Ferrara, dove un pescatore del posto ha avvistato "sei o sette luci azzurre che decollavano da un campo". Del caso si è occupato il chimico Sebastiano Di Gennaro il quale è convinto di essersi imbattuto in un fenomeno che non ha origini terrestri.
Del resto la zona compresa tra Rovigo, Bologna e Ferrara non è povera di avvenimenti misteriosi.
Dagli inizi degli anni '80, infatti, la gente ne vede di tutti i colori: globi di fuoco, impronte gigantesche e palmate lungo le rive del Po, peli sintetici tra le frasche, strane sostanze gelatiose, animali mutilati o mummificati da un insolito calore e via dicendo.
Tuttavia è con l'inizio della seconda metà degli Anni 90 che le evidenze fisiche di possibili atterraggi di ordigni misteriosi nel nostro paese acquistano più consistenza. Qualcosa di simile agli episodi di Cicciano e Luogosano è infatti capitato recentemente in provincia di Pordenone e precisamente nelle vicinanze della cittadina di Arba.
Raffigurazione di un umanoide volante
Qui il 22 settembre del 1995 l'ex maresciallo dei carabinieri Roberto Boran ha rinvenuto una gigantesca impronta circolare nel suo campo coltivato a soia ed erba medica. A una prima occhiata le piante sembrano essere state cotte, come se qualcuno le avesse immerse nell'acqua bollente.
Allertati dal Boran i carabinieri della vicina città di Malnisio, acconsentivano che a condurre delle indagini parallele a quelle ufficiali, fosse un civile, ovvero il professor Antonio Chiumiento di Pordenone, un personaggio non nuovo a questo tipo di inchieste. Chiumiento infatti si occupa oramai da vent'anni di ufologia e ha al suo attivo oltre 400 investigazioni. Matematico di formazione e consulente scientifico del Centro Ufologico Nazionale, Chiumiento aveva già avuto a che fare con altri episodi di possibili tracce fisiche al suolo.
Arrivato ad Arba per compiere le sue indagini lo studioso ha interpellato gli esperti di numerose discipline, i quali hanno concluso che ogni tentativo di spiegare il fenomeno accaduto ad Arba in termini convenzionali non è soddisfacente ...
"Abbiamo preso delle foto da 25 metri di altezza - dichiara Chiumiento - servendoci di un'autoscala dei Vigili del Fuoco di Pordenone, comandati dall'ufficiale Riccardo Furlan. E abbiamo scoperto che il cerchio di Arba era costituito dal disegno di una ruota formata da un cerchio centrale raggiato. In seguito abbiamo prelevato dei campioni di terreno, soia ed erba medica, per sottoporli ad esami. Sembrava finita lì. Ma ecco che, cinque giorni dopo, una traccia del tutto identica veniva trovata in un altro campo della zona. Ancora una volta nell'erba medica. E ancora un cerchio di 10,60 metri di diametro, la stessa misura di quello di Arba. Questa volta il cerchio era situato a lato della strada che conduce dal paese di Malnisio alla base militare di Aviano... "
Sempre nella zona poi, il 4 ottobre 1995, Pietro Bearzatto, un contadino del vicino paese di Maniago, ha rinvenuto un altro cerchio, sempre di 10,60 metri di diametro, questa volta in un campo di erba medica.
"Quando ho visto quel cerchio di erba gialla - ha dichiarato Benedetto Pacino, l'affittuario del terreno - ho pensato che mi avessero fatto uno scherzo di cattivo gusto. 'Qualcuno ha buttato dell'urina sopra l'erba' ho pensato. E così mi sono affrettato a tagliare tutto... ".
Il terreno analizzato in seguito ha però escluso l'ipotesi del Pacino ...
Così invece si sono espressi i chimici Alessandro Dattilo e Vincenzo Iorio dopo aver effettuato le opportune analisi di laboratorio.
La traccia a terra rinvenuta ad Arba
"In relazione alle prove sperimentali effettuate in laboratorio sui terreni di Arba, Malnisio e Maniago non siamo in grado di formulare nessuna ipotesi scientifica sull'episodio delle strane tracce al suolo. Tuttavia siamo certi di poter escludere qualsiasi azione fisica conosciuta come contraffazione chimica, diserbanti o altro.
Quello che appare evidente è una sorta di disidratazione che ha colpito il letto erboso in corrispondenza delle tracce lasciando segni sulla vegetazione.
Abbiamo trovato tracce di esposizione dei terreni all'effetto di microonde. I terreni di traccia presentano quindi chiare evidenze di alterazioni dovute ad un fenomeno di disidratazione non soltanto termico ma anche elettromagnetico".
Antonio Chiumiento
L'evidenza fisica, dunque, non manca. E a volte è accreditata da persone qualificate al di sopra di ogni sospetto. Come nel caso di quell'UFO visto a Imperia nel dicembre dell' '85 da quattro astronomi. Il passaggio dell'oggetto è stato addirittura registrato dai due sismografi dell'Osservatorio Meteo locale, il cui direttore, il professor Bino Bini, ci ha raccontato: "Sì, non è la prima volta che osserviamo degli UFO. Abbiamo sismografie e fotografie. Certo, non sappiamo dire cosa siano o da dove vengano, ma è certo che esistono. E non capisco perchè la scienza si dimostri così scettica...".
In coincidenza con le ondate ufologiche verificatesi negli ultimi anni in tutto il mondo anche l'Italia ha avuto le sue fasi acute.
Una delle più imponenti risale al 1978, allorché centinaia di dischi volanti vennero segnalati, filmati e fotografati. Nell'Adriatico, all'altezza di Pescara, colonne d'acqua di 40 metri e globi infuocati che fuoriuscivano dal mare paralizzarono per settimane il lavoro dei pescatori, costringendo la Capitaneria di Porto ad intervenire, senza che però venisse risolto il mistero dei misteriosi oggetti sottomarini. Un'ondata di minor rilievo si è verificata nel 1983, ed è culminata con la comparsa di un extraterrestre nelle campagne di Varzi. Il passaggio della creatura avrebbe lasciato su alcuni vitigni del pavese una strana sostanza gelatinosa. Singolare la testimonianza di Gianni Saltarel, che ha indagato questo caso: "Sono andato sul posto" ha dichiarato "e ho raccolto anche dei campioni. Vedete questo tralcio di vite? Era tutto bruciacchiato e coperto da una strana schiuma biancastra".
1 commento:
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