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Schifosissimi Illuminati : Manipolazione mentale e della società
Gli schifosissimi Illuminati attuano da sempre il loro controllo mentale facendo diventare la società come un branco di pecore pronte tutte ad omologarsi in un unico stile. Questo vale anche per la personalità. Gli introversi vengono emarginati, bisogna essere tutti estroversi. Molti hanno cercato di buttarmi giù nei momenti difficili (vedere link) ma, come canta Vasco Rossi, io sono ancora qua.
É una società, la nostra, che tende a premiare chi appare, chi alza la voce, chi parla troppo e non ascolta, chi predilige l’azione rispetto al pensiero, chi non manifesta insicurezze, chi si allinea alle opinioni altrui sempre e comunque.
Tutto grazie a chi?
A LORO :
LA SOCIETA' OGGI |
Abbiamo raccolto i pareri di alcuni esperti e le risposte della
comunità social di HuffPost sulle cause di questa incomprensione. Ecco
una serie di cose su cui queste persone vorrebbero essere comprese.
1. Non odiano le feste.
Gli introversi non sono dei guastafeste che odiano divertirsi. Molti di loro amano andare alle feste se questo significa interagire con persone con cui sono a loro agio. La cosa fastidiosa delle occasioni sociali sono l’eccessivo carico di input e le conversazioni prive di sostanza. Come ha spiegato Laurie Helgoe nel suo libro “Introvert Power: Why your Inner Life is Your Hidden Strenght”, le persone riservate non amano le chiacchiere e preferiscono conversazioni più intime. “Chiariamo una cosa: gli introversi non amano chiacchierare, ma non significa che non gli piacciano gli altri” ha scritto. “Odiamo i convenevoli perché non siamo a nostro agio con le barriere che si creano tra le persone”.
2. Non sono asociali anche se desiderano tempo per sé stessi.
Le persone introverse hanno bisogno di tempo per “ricaricarsi”, ma vogliono comunque frequentare gli amici dopo aver trascorso del tempo da sole. Non sono asociali, ma “socialmente selettive”. “Solo perché 9 volte su 10 declino il tuo invito, non significa che non voglio più essere invitato” come ha spiegato la lettrice Carolyn MaeLadas su Facebook.
3. Non sono dei libri aperti (e va bene così).
Difficilmente le persone introverse sputeranno la prima cosa che hanno in mente. L’abitudine di riflettere con calma è uno degli elementi caratteristici di questo tipo di personalità, praticamente opposto a quello degli estroversi, che esternano immediatamente i loro pensieri.
“Spero che le persone riescano a capire che non sento il bisogno di condividere ogni piccolo dettaglio della mia vita”, ha spiegato Claire MaySarlandie-Partiot su Facebook. “Se voglio parlarne, lo farò. Ma se non me la sento, è meglio non forzarmi. Mi renderà ancora più chiusa, come un’ostrica”
4. I loro spazi hanno un valore enorme.
Le persone introverse sono più inclini a scegliere il posto lato corridoio, piuttosto che quello centrale, per evitare di essere “circondati”, come ha spiegato Carolyn Gregoire dell’HuffPost. Questo consente loro di allontanarsi se hanno bisogno di ricaricarsi.
5… Ma sì, vi concederanno un abbraccio.
Dovete solo chiederlo prima. Un fumetto disegnato dall’artista Roman Jones riassume perfettamente l’interazione con una persona introversa: lasciate che v’invitino nella loro “bolla”.
6. Solo perché sono riservati, non significa che siano timidi.
Spesso si accomunano personalità introverse e timide ma non è così. Gli introversi non hanno paura delle occasioni sociali, ma danno più valore alle interazioni personali e significative, e sono perfettamente a loro agio nella loro “comfort zone”.
“Sto bene nel mio guscio, ma non vuol dire che sia timido” ha spiegato il nostro lettore Jeremy Flowers su Facebook.
7. E non sono pieni di sé.
Un atteggiamento riservato non è necessariamente altezzoso. Quando le persone introverse non partecipano più di tanto ad una conversazione, è perché preferiscono osservare. “Il mio essere riservata non ha a che fare con gli altri. Non significa che sono sgarbata o snob… Non è una cosa che posso controllare, ma ne sono perfettamente cosciente. Posso solo sforzarmi fino a diventare fastidiosa”, ha spiegato la lettrice Brittany Pettus su Facebook, spiegando che è stata anche presa in giro per questo suo modo di essere.
8. Non desiderano essere più socievoli.
Molte persone credono che essere introversi sia un difetto, ma non i tipi più riservati, amano il loro carattere e non vogliono cambiare.
“Il rimedio non è diventare improvvisamente estroversi. Alcuni di noi non vogliono mai diventarlo”, ha ammesso Lori Armstrong su Facebook.
9. Hanno un atteggiamento diverso sul posto di lavoro.
Le persone introverse non amano gli spazi di lavoro condivisi e a volte possono incontrare difficoltà a trovare un ambiente lavorativo ideale. Trovare un posto tranquillo, partecipare solo alle riunioni importanti e avere degli scambi di routine con i colleghi, può aiutarli a superare questi ostacoli, secondo Susan Cain, autrice di “Quiet: The Power of Introversts in A World that can’t stop talking”.
“Durante gli incontri di lavoro dove tutti esprimono chiaramente le loro idee, tendo a tirarmi indietro, ma ciò non significa che non sia interessata all’argomento sul tavolo o che non stia prestando attenzione”, ha spiegato la lettrice Marisa Honeb Fedele. “Ho solo bisogno del mio tempo per raccogliere i pensieri prima di esternarli all’interno di un gruppo”.
10. Non vanno proprio matti per le telefonate.
Quando volete una conversazione “tecnologica”, optate per un messaggio. Le telefonate improvvise possono risultare invadenti e questo può portare ad evitare le vostre chiamate.
“Parlare al telefono può essere una forma di tortura. Preferisco i messaggi o la chat” ha spiegato Cindy Spreg su FB. “Vi prego, non offendetevi quando vi scrivo invece di richiamarvi. Non siete voi, sono io”.
11. Le feste a sorpresa sono una pessima scelta.
Una grande festa dove l’introverso è al centro dell’attenzione? Assolutamente NO!
“Non voglio una festa di compleanno da sogno”, ha spiegato la nostra lettrice Jacke George “Preferisco avere accanto pochi amici per una serata di giochi, vino e conversazioni, piuttosto che una stanza piena di persone che conosco a malapena. NO!"
12. Hanno un’indole “intuitiva”.
Le persone introverse riescono ad essere in armonia con quanto le circonda. Spesso colgono gli aspetti più sottili di conversazioni ed umori che non sono così evidenti ai soggetti estroversi. "Gli introversi sono ottimi osservatori”, ci ha detto la lettrice Cora Donnel. “Se non ci piacciono i vostri amici, è perché riusciamo a cogliere qualcosa in più”.
1. Non odiano le feste.
Gli introversi non sono dei guastafeste che odiano divertirsi. Molti di loro amano andare alle feste se questo significa interagire con persone con cui sono a loro agio. La cosa fastidiosa delle occasioni sociali sono l’eccessivo carico di input e le conversazioni prive di sostanza. Come ha spiegato Laurie Helgoe nel suo libro “Introvert Power: Why your Inner Life is Your Hidden Strenght”, le persone riservate non amano le chiacchiere e preferiscono conversazioni più intime. “Chiariamo una cosa: gli introversi non amano chiacchierare, ma non significa che non gli piacciano gli altri” ha scritto. “Odiamo i convenevoli perché non siamo a nostro agio con le barriere che si creano tra le persone”.
2. Non sono asociali anche se desiderano tempo per sé stessi.
Le persone introverse hanno bisogno di tempo per “ricaricarsi”, ma vogliono comunque frequentare gli amici dopo aver trascorso del tempo da sole. Non sono asociali, ma “socialmente selettive”. “Solo perché 9 volte su 10 declino il tuo invito, non significa che non voglio più essere invitato” come ha spiegato la lettrice Carolyn MaeLadas su Facebook.
3. Non sono dei libri aperti (e va bene così).
Difficilmente le persone introverse sputeranno la prima cosa che hanno in mente. L’abitudine di riflettere con calma è uno degli elementi caratteristici di questo tipo di personalità, praticamente opposto a quello degli estroversi, che esternano immediatamente i loro pensieri.
“Spero che le persone riescano a capire che non sento il bisogno di condividere ogni piccolo dettaglio della mia vita”, ha spiegato Claire MaySarlandie-Partiot su Facebook. “Se voglio parlarne, lo farò. Ma se non me la sento, è meglio non forzarmi. Mi renderà ancora più chiusa, come un’ostrica”
4. I loro spazi hanno un valore enorme.
Le persone introverse sono più inclini a scegliere il posto lato corridoio, piuttosto che quello centrale, per evitare di essere “circondati”, come ha spiegato Carolyn Gregoire dell’HuffPost. Questo consente loro di allontanarsi se hanno bisogno di ricaricarsi.
5… Ma sì, vi concederanno un abbraccio.
Dovete solo chiederlo prima. Un fumetto disegnato dall’artista Roman Jones riassume perfettamente l’interazione con una persona introversa: lasciate che v’invitino nella loro “bolla”.
6. Solo perché sono riservati, non significa che siano timidi.
Spesso si accomunano personalità introverse e timide ma non è così. Gli introversi non hanno paura delle occasioni sociali, ma danno più valore alle interazioni personali e significative, e sono perfettamente a loro agio nella loro “comfort zone”.
“Sto bene nel mio guscio, ma non vuol dire che sia timido” ha spiegato il nostro lettore Jeremy Flowers su Facebook.
7. E non sono pieni di sé.
Un atteggiamento riservato non è necessariamente altezzoso. Quando le persone introverse non partecipano più di tanto ad una conversazione, è perché preferiscono osservare. “Il mio essere riservata non ha a che fare con gli altri. Non significa che sono sgarbata o snob… Non è una cosa che posso controllare, ma ne sono perfettamente cosciente. Posso solo sforzarmi fino a diventare fastidiosa”, ha spiegato la lettrice Brittany Pettus su Facebook, spiegando che è stata anche presa in giro per questo suo modo di essere.
8. Non desiderano essere più socievoli.
Molte persone credono che essere introversi sia un difetto, ma non i tipi più riservati, amano il loro carattere e non vogliono cambiare.
“Il rimedio non è diventare improvvisamente estroversi. Alcuni di noi non vogliono mai diventarlo”, ha ammesso Lori Armstrong su Facebook.
9. Hanno un atteggiamento diverso sul posto di lavoro.
Le persone introverse non amano gli spazi di lavoro condivisi e a volte possono incontrare difficoltà a trovare un ambiente lavorativo ideale. Trovare un posto tranquillo, partecipare solo alle riunioni importanti e avere degli scambi di routine con i colleghi, può aiutarli a superare questi ostacoli, secondo Susan Cain, autrice di “Quiet: The Power of Introversts in A World that can’t stop talking”.
“Durante gli incontri di lavoro dove tutti esprimono chiaramente le loro idee, tendo a tirarmi indietro, ma ciò non significa che non sia interessata all’argomento sul tavolo o che non stia prestando attenzione”, ha spiegato la lettrice Marisa Honeb Fedele. “Ho solo bisogno del mio tempo per raccogliere i pensieri prima di esternarli all’interno di un gruppo”.
10. Non vanno proprio matti per le telefonate.
Quando volete una conversazione “tecnologica”, optate per un messaggio. Le telefonate improvvise possono risultare invadenti e questo può portare ad evitare le vostre chiamate.
“Parlare al telefono può essere una forma di tortura. Preferisco i messaggi o la chat” ha spiegato Cindy Spreg su FB. “Vi prego, non offendetevi quando vi scrivo invece di richiamarvi. Non siete voi, sono io”.
11. Le feste a sorpresa sono una pessima scelta.
Una grande festa dove l’introverso è al centro dell’attenzione? Assolutamente NO!
“Non voglio una festa di compleanno da sogno”, ha spiegato la nostra lettrice Jacke George “Preferisco avere accanto pochi amici per una serata di giochi, vino e conversazioni, piuttosto che una stanza piena di persone che conosco a malapena. NO!"
12. Hanno un’indole “intuitiva”.
Le persone introverse riescono ad essere in armonia con quanto le circonda. Spesso colgono gli aspetti più sottili di conversazioni ed umori che non sono così evidenti ai soggetti estroversi. "Gli introversi sono ottimi osservatori”, ci ha detto la lettrice Cora Donnel. “Se non ci piacciono i vostri amici, è perché riusciamo a cogliere qualcosa in più”.
Dedichiamo
quest’articolo agli introversi, uomini e donne che preferiscono parlare
a bassa voce e muoversi sotto traccia, in un mondo che spesso premia
chi urla.
Nel passato, agli introversi sono state attribuite una serie di caratteristiche negative; poco sociali, molto musoni, tristi, poco partecipativi, a volte psicotici… In realtà sono persone con una vita interiore dinamica e profonda. Amano apparire poco, partecipano alla vita con calma e tranquillità, preferiscono il silenzio alla confusione.
Se qualcuno di voi avrà iniziato a leggere con attenzione questo articolo, è perché probabilmente ne possiede alcune caratteristiche.
Gli introversi sono numerosi. Chi di voi, per esempio, si è mai trovato a disagio, quando eravate bambini, durante i saggi di fine anno scolastico in cui eravate costretti a cantare o recitare davanti a una folla di genitori ansiosi? Oppure da adolescenti, mentre partecipavate a feste con gioia e insieme inquietudine, quando vi trovavate circondati da sconosciuti? Sentendovi come oggetti, incapaci di parlare. O, adulti, quando vi siete dovuti sforzare violentemente per parlare in pubblico oppure fare una domanda a voce alta?
A questa minoranza importante, è rivolta la nostra attenzione (secondo Susan Cain, rappresentano un terzo o metà della popolazione). Per cui guardatevi intorno, ce ne sono molti tra di voi, dichiarati o meno.
Jung e le due “strutture”
Sono due personalità studiate per la prima volta dallo psichiatra Carl Jung insieme a Sigmund Freud, ma è stato soprattutto Jung ad approfondire il tema e a strutturare ulteriormente gli introversi e gli estroversi in quattro sottocategorie.
Come spesso avviene, strutturare in categorie serve a organizzare la realtà, per facilitarne lo studio e la comprensione. Ma nella vita quotidiana è difficile che ognuno di noi sia o completamente introverso, o completamente estroverso. Probabilmente la differenza non è così netta, magari ci collochiamo esattamente nel mezzo (ambiversi).
Nel 1921 Jung ha scritto un testo, Tipi Psicologici, che rappresenta, tra l’altro, la base teorica di un test a cui sicuramente sarete stati sottoposti una o più volte durante la vostra carriera lavorativa. Il test si chiama di Myers – Briggs Type Indicator (MBTI); fotografa la vostra personalità e aiuta a indirizzare i cambiamenti durante il vostro percorso professionale. Certificheranno se siete portati a diventare dei leader, o se non lo siete, oppure se è meglio che lavoriate da soli… Per semplificare.
Principali caratteristiche degli introversi
Fanno riferimento al loro mondo interiore
I loro stimoli sono principalmente dati da emozioni e pensieri
“La solitudine, per alcuni di loro, è importante come l’aria che devono respirare. (Susan Cain)”. Solitudine come piattaforma di creatività
Sviluppano una visione autonoma della realtà
Abbracciano principi fortemente idealistici
Possiedono un forte senso della giustizia e della dignità
Susan Cain – Ted Talks
In uno dei Ted Talks maggiormente ascoltati e visti nella storia del canale, Susan Cain arriva sul palco con una valigia, pretesto per iniziare a parlare del suo libro . Quella valigia, piena di libri che rappresentavano il suo universo, è la stessa con la quale, all’età di nove anni, si presentò in un campeggio estivo.
Susan era una bambina introversa e, arrivata nel campeggio, doveva socializzare in fretta; per questo, spinta dalla capogruppo, adottò delle regole per lei inusuali. Accantonò i libri, si abituò a urlare una specie di grido di battaglia per fraternizzare con le compagne, fece festa continuamente ( come lei dice ). La sensazione provata da Susan fu quella di sentirsi inadeguata.
Questo senso di inadeguatezza, percepito come aspetto negativo del suo essere introversa, per lei ha avuto origine in un cambio culturale avvenuto nel passato.
Prima predominava una CULTURA DI CARATTERE, dove venivano valorizzate le persone per la loro vita interiore e onestà, mentre oggi prevale una CULTURA DELLA PERSONALITÀ, dove il magnetismo e il carisma sono gli elementi dominanti. Quindi, quando prevaleva una cultura di carattere, gli introversi erano valorizzati, oggi lo sono meno.
Nel primo tempo della sua vita Susan abbracciò una professione, quella di avvocato, l’esatto contrario di quello che desiderava fare. Si “camuffò” da estroversa per un lungo periodo, anche se sentiva che gli introversi possiedono caratteristiche uniche ed eccezionali.
Più avanti gettò la maschera di estroversa, per lei troppo faticosa, per fare quello che realmente desiderava fare: la scrittrice. Si dedicò a un progetto di scrittura durato sette anni, durante i quali approfondì il tema della introversione, per spiegare al mondo la forza degli introversi. Come quella di alcuni leader; Gandhi, E. Roosevelt, A. Lincoln. Leader importanti, loro malgrado: “non perché a loro piacesse controllare gli altri, o per il piacere di essere in primo piano, erano lì perché non avevano scelta, perché erano spinti a fare quello che pensavano fosse giusto”…
Quiet. Il potere degli introversi
Oggi questa aura negativa che circonda gli introversi sta riducendosi, grazie al successo di pratiche come la meditazione, la mindfulness che fanno riferimento al mondo interiore e ad alcuni lavori, tra i quali quello di Susan Cain ( Quiet. Il potere degli introversi ).
É una società, la nostra, che tende a premiare chi appare, chi alza la voce, chi parla troppo e non ascolta, chi predilige l’azione rispetto al pensiero, chi non manifesta insicurezze, chi si allinea alle opinioni altrui sempre e comunque ma…
Gli introversi hanno numerosi ‘poteri’ che sono e saranno sempre più valorizzati perché viviamo in una società che frulla le intelligenze individuali e loro non si fanno ‘frullare’ facilmente. Preferiscono la forza del pensiero, la capacità di sviluppare ed esercitare indipendenza intellettuale, hanno grandi capacità di ascolto e forti attitudini all’empatia.
Film e mistero : INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind) è un film del 1977 diretto e sceneggiato da Steven Spielberg. È una pellicola fantascientifica nella quale viene narrato un ipotetico primo contatto tra l'umanità ed entità extraterrestri.
Il titolo deriva dalla classificazione degli incontri ravvicinati elaborata dall'astrofisico e ricercatore ufologico Josef Allen Hynek nel 1972, in cui un incontro ravvicinato "del terzo tipo" indica una osservazione di "esseri animati" in associazione con un avvistamento di UFO.
Vincitore di vari premi tra cui due premi Oscar e un David di Donatello, nel 2007 il film è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.[1] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al sessantaquattresimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.[2]
Nel frattempo, durante un intervento di manutenzione, l'addetto al controllo delle linee elettriche Roy Neary, sposato con Veronica e padre di tre bambini, rimane coinvolto in un inseguimento di quattro UFO da parte della polizia, vivendo così un "incontro ravvicinato" a bordo del suo furgone. Durante la stessa notte incontra sulla strada anche Jillian, che è riuscita a raggiungere Barry per riportarlo a casa. Roy, dopo l'incontro ravvicinato, rimane sconvolto (oltre che scottato su metà del corpo) e inizia subito a dare segni di pazzia, tra i quali il più evidente è un'ossessione da immagini mentali in cui gli compare una forma simile a quella di una montagna a tronco di cono, che cerca in tutti i modi di riprodurre. Anche Jillian sviluppa la stessa ossessione, dopo aver vissuto un incontro ravvicinato presso la sua abitazione: gli UFO passano vicino ad essa e, nonostante lei cerchi di chiudere ogni apertura, il piccolo Barry viene risucchiato e portato via, rimanendo vittima di un rapimento alieno.
Questa attività ufologica non riguarda però solo l'Indiana o solo gli Stati Uniti, ma è molto presente in tutto il mondo. Nel corso delle indagini il professor Lacombe e i suoi assistenti si rendono conto che i testimoni raccontano tutti di aver sentito, durante gli incontri, una particolare sequenza di note musicali emessa dagli UFO, uguale in tutti i casi. Ulteriori indagini ed elaborazioni traducono tali note in precise coordinate, che secondo Lacombe sono le coordinate geografiche del luogo in cui le entità extraterrestri vorrebbero incontrarsi con l'umanità. Tale luogo corrisponde alla Torre del Diavolo, nel Wyoming. Si decide allora di isolare la zona e prepararsi all'eccezionale evento costruendo una base attrezzata, ma le autorità governative decidono di tenere il tutto segreto e di far evacuare le zone circostanti diffondendo la falsa notizia di una fuoriuscita di gas tossico da un treno in transito. I telegiornali, riportando tale notizia, fanno vedere la Torre del Diavolo, la cui forma è proprio quella che compare nell'immagine che ossessiona Roy, Jillian e molti di coloro che hanno avuto esperienze di incontri ravvicinati. Queste persone, vedendo la montagna, intuiscono di doversi assolutamente recare in tale luogo. La maggior parte delle persone che tentano di avvicinarsi sono bloccate dalle autorità, ma Jillian e Roy, che affrontano l'avventura insieme, riescono ad arrivare in cima. Nel cielo notturno, sopra la base segreta, improvvisamente appaiono decine di UFO, l'ultimo dei quali è l'enorme nave madre. Gli scienziati provano a comunicare attraverso luci colorate associate alle note musicali della sequenza emessa dagli UFO, segnali ai quali gli alieni sembrano rispondere allo stesso modo.
Poco dopo la nave madre atterra e libera le persone rapite nel corso degli anni, che appaiono in ottima salute, felici e non invecchiate. Tra questi c'è anche il piccolo Barry, che riabbraccia la propria madre. Dalla navicella escono anche diversi alieni, che hanno un aspetto umanoide completamente glabro con un corpo molto magro e un grande cranio allungato, che rispondono alla sequenza musicale, tradotta in gesti con la mano da Lacombe. Nel frattempo i funzionari del governo avevano selezionato un gruppo di persone per farle interagire con gli extraterrestri. Questi, a cui si aggiunge Roy, vengono portati davanti la navicella, ma solo Roy viene scelto per andare con loro. La navicella si chiude e decolla sparendo nel cielo.
Dopo il successo ottenuto con il film Lo squalo, ha avuto la possibilità di girare un film con un ampio margine creativo, concessogli dalla Columbia. Inizialmente gli sceneggiatori Paul Schrader e John Hill gli proposero una storia basata su un ufficiale dell'aeronautica militare che dopo aver avuto un "incontro ravvicinato" inizia a cercare un contatto con gli extraterrestri, mettendosi a capo di un apposito progetto governativo segreto. Ma tale proposta venne rifiutata.[5] Successivamente, Spielberg iniziò a scrivere la sceneggiatura con l'aiuto di Jerry Belson. Durante la scrittura, a suo dire, è stato molto influenzato dalla canzone When You Wish upon a Star, tratta dal film Pinocchio.[5] Il titolo di lavorazione originale era Kingdom Come to Close Encounters, cambiato nell'attuale Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo) durante la fase di pre-produzione. Per il personaggio di Lacombe, Spielberg si sarebbe ispirato all'astronomo e ufologo Jacques Vallée.
J. Allen Hynek accettò di collaborare come consulente scientifico e fece la sua apparizione in un cameo. Anche l'United States Air Force e la NASA cooperarono nella produzione del film.[5]
Durante la lavorazione non mancarono problemi sia tecnici sia economici. Spielberg aveva inizialmente stimato i costi per il film in circa 2,7 milioni di dollari, ma alla fine superarono i 19 milioni di dollari. A tal proposito il produttore esecutivo John Veich ha avuto occasione di affermare: «Se avessimo saputo prima che sarebbe costato così tanto, non credo che l'avremmo fatto».[5] A contribuire alla crescita dei costi, ci fu anche un uragano atlantico che in Alabama causò diversi inconvenienti tecnici, specie durante le scene sonore.[4]
Visto che il film è stato girato in modo anamorfico, gli effetti visivi sono stati aggiunti su pellicola 70mm, per conformarli meglio con la pellicola 35mm. Si sperimentò anche la tecnica Computer-generated imagery, ma non usata perché troppo costosa. I piccoli alieni che si vedono nelle scene finali sono stati interpretati da ragazze locali nella cittadina di Mobile, in Alabama.[4]
Nel film, gli extraterrestri comunicano tramite un messaggio che è costituito da una sequenza di cinque note musicali (in realtà si tratta di sole quattro note, due delle quali separate da un'ottava, dunque non è tecnicamente una scala pentatonica). Tale sequenza è stata scritta da John Williams, su diretta indicazione di Spielberg. In realtà Williams voleva utilizzare una melodia con almeno sette note, ma Spielberg volle categoricamente una sequenza di sole 5 note, che fosse possibile considerare come equivalente musicale della parola inglese Hello (Ciao), composta appunto da 5 lettere. Le note che compongono la sequenza sono: Sol(4) - La(4) - Fa(4) - Fa(3) - Do(4), ma nella scena finale del film vengono riprodotte nella tonalità di Do Maggiore: Re(4) - Mi(4) - Do(4) - Do(3) - Sol(3)[7]La trasformazione delle note in gesti, che vengono usati come prima comunicazione tra alieni e terrestri, trae ispirazione dal metodo Kodaly per l'insegnamento della musica ai bambini, metodo che accoppiava ogni nota ad un gesto della mano.
In una scena del film, il personaggio Lacombe, osserva, dopo aver sentito cantare la sequenza di suoni nella scena ambientata a Dharamsala in India: «Mais c'est la guerre pentatonique... cinq notes au lieu de sept!» (In italiano: «Ma è la guerra pentatonica... cinque note invece di sette!»).[8]
Una simile sequenza di note viene descritta come emessa da un disco volante durante un avvistamento documentato nel libro La verità sui dischi volanti di Frank Edwards pubblicato nel 1969. La stessa musica è citata nel film Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio, dove in una scena James Bond compone i cinque numeri del codice per entrare in un laboratorio a Venezia, all'inizio dell'esibizione live dei Daft Punk durante il tour Alive 2007, a simboleggiare l'incontro tra alieni (i Daft Punk si travestono notoriamente da robot) e umani (il pubblico), come intro nel pezzo musicale "closer" del dj deadmau5 e nell'introduzione del brano dei Duran Duran The chauffer nella versione live dell'album Arena.
Un'altra sequenza musicale simile viene ripresa più volte sia a livello strumentale che vocale nel brano Little Green Men del chitarrista Steve Vai, traccia d'apertura del disco Flex-Able.
La colonna sonora del film, composta interamente da John Williams, è stata candidata ai premi Oscar, ai British Academy of Film and Television Arts e ai Golden Globe, dove è stata però battuta dalla colonna sonora di Star Wars, composta anch'essa da John Williams, che aveva già vinto un Oscar con Lo squalo.
Incontri ravvicinati del terzo tipo ha però poi vinto due Grammy Awards nel 1979: uno per miglior colonna sonora originale e uno per la miglior composizione strumentale (per Theme from "Close Encounters of the Third Kind"). La colonna sonora, della durata di 41 minuti, è stata registrata presso gli studi di registrazione Warner Bros. di Burbank, in California ed è stata distribuita nel 1977 in vinile, Stereo8 e musicassetta (nel 1990 è stata pubblicata la versione in CD), da parte della Arista Records. Questa si rivelò anche un successo commerciale, piazzandosi a febbraio del 1978 al 17º posto della Billboard 200, la classifica dei 200 nuovi album discografici e EP più venduti negli Stati Uniti, pubblicata ogni settimana dalla rivista Billboard; inoltre, la RIAA ha certificato, con un disco d'oro, le 500.000 copie vendute.
Con l'uscita della Collector's Edition del film, nel 1998, è stata pubblicata una nuova versione della colonna sonora, questa volta solamente su Compact Disc. La "Collectors Edition Soundtrack" è stata realizzata effettuando una rimasterizzazione digitale a 20 bit dai nastri originali, e conteneva 26 brani, per un totale di 77 minuti di musica. Il CD, pubblicato da Arista, era corredato da un libretto che conteneva, fra l'altro, un'intervista a Williams.
Lato A
Nel 1998 Spielberg produsse una nuova versione, la Collector's Edition (ora Director's Cut), pensata appositamente per il mercato home video, distribuita dapprima in VHS. Include alcune scene della Special Edition ma non quelle girate all'interno della navicella. Insieme a tale versione fu distribuito anche il "Making of" del film (girato nel 1997) che, include interviste a Steven Spielberg e ai principali membri del cast tecnico e artistico. Nel frattempo erano anche state elaborate altre versioni destinate alla trasmissione televisiva, ma queste ultime non furono curate dal regista.
Nel giugno del 2001 il film fu, per la prima volta, disponibile in DVD. Il cofanetto conteneva la versione Collector's Edition (ora Director's Cut), il "Making of", i trailer originali e, varie scene tagliate, comprese le scene girate all'interno della navicella viste nella Special Edition del 1980.
In occasione del 30º anniversario, nel novembre del 2007, fu distribuito un nuovo cofanetto DVD (disponibile anche in doppio Blu-ray) contenente tutte e tre le versioni del film (Original Theatrical Version, Special Edition e Director's Cut), il "Making of" e, un'intervista speciale a Steven Spielberg che parla del film 30 anni dopo la sua prima uscita.
Oltre ai due premi Oscar, Incontri ravvicinati del terzo tipo ha vinto anche un BAFTA Award per la miglior direzione artistica, un David di Donatello per il miglior film straniero, tre Saturn Award, per la miglior regia, miglior colonna sonora e miglior scrittura, un Grammy Award per la miglior colonna sonora, un Golden Screen Award, un Golden Reel Award per il miglior montaggio sonoro negli effetti sonori e un National Board of Review Award.
Nel 2007, inoltre, è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.
Il titolo deriva dalla classificazione degli incontri ravvicinati elaborata dall'astrofisico e ricercatore ufologico Josef Allen Hynek nel 1972, in cui un incontro ravvicinato "del terzo tipo" indica una osservazione di "esseri animati" in associazione con un avvistamento di UFO.
Vincitore di vari premi tra cui due premi Oscar e un David di Donatello, nel 2007 il film è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.[1] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al sessantaquattresimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.[2]
Trama
Nel deserto di Sonora, lo scienziato francese Claude Lacombe e il suo interprete statunitense David Laughlin, insieme ad altri ricercatori scientifici, ritrovano la famosa "Squadriglia 19", 5 aerei motosiluranti TBM Avengers scomparsi nell'area del Triangolo delle Bermude durante una normale esercitazione nel dicembre del 1945. I velivoli sono intatti e operativi, ma non vi è alcuna traccia dei piloti. Si inizia ad indagare su questo e altri strani eventi, nel tentativo di trovare una spiegazione. Nel frattempo a Muncie, nell'Indiana, un bambino di tre anni, Barry Guiler, si sveglia improvvisamente nella notte quando i suoi giocattoli e gli oggetti di casa sua iniziano a muoversi da soli. Affascinato e per nulla spaventato, si alza dal letto e corre fuori casa, costringendo la madre, Jillian, ad inseguirlo.Nel frattempo, durante un intervento di manutenzione, l'addetto al controllo delle linee elettriche Roy Neary, sposato con Veronica e padre di tre bambini, rimane coinvolto in un inseguimento di quattro UFO da parte della polizia, vivendo così un "incontro ravvicinato" a bordo del suo furgone. Durante la stessa notte incontra sulla strada anche Jillian, che è riuscita a raggiungere Barry per riportarlo a casa. Roy, dopo l'incontro ravvicinato, rimane sconvolto (oltre che scottato su metà del corpo) e inizia subito a dare segni di pazzia, tra i quali il più evidente è un'ossessione da immagini mentali in cui gli compare una forma simile a quella di una montagna a tronco di cono, che cerca in tutti i modi di riprodurre. Anche Jillian sviluppa la stessa ossessione, dopo aver vissuto un incontro ravvicinato presso la sua abitazione: gli UFO passano vicino ad essa e, nonostante lei cerchi di chiudere ogni apertura, il piccolo Barry viene risucchiato e portato via, rimanendo vittima di un rapimento alieno.
Questa attività ufologica non riguarda però solo l'Indiana o solo gli Stati Uniti, ma è molto presente in tutto il mondo. Nel corso delle indagini il professor Lacombe e i suoi assistenti si rendono conto che i testimoni raccontano tutti di aver sentito, durante gli incontri, una particolare sequenza di note musicali emessa dagli UFO, uguale in tutti i casi. Ulteriori indagini ed elaborazioni traducono tali note in precise coordinate, che secondo Lacombe sono le coordinate geografiche del luogo in cui le entità extraterrestri vorrebbero incontrarsi con l'umanità. Tale luogo corrisponde alla Torre del Diavolo, nel Wyoming. Si decide allora di isolare la zona e prepararsi all'eccezionale evento costruendo una base attrezzata, ma le autorità governative decidono di tenere il tutto segreto e di far evacuare le zone circostanti diffondendo la falsa notizia di una fuoriuscita di gas tossico da un treno in transito. I telegiornali, riportando tale notizia, fanno vedere la Torre del Diavolo, la cui forma è proprio quella che compare nell'immagine che ossessiona Roy, Jillian e molti di coloro che hanno avuto esperienze di incontri ravvicinati. Queste persone, vedendo la montagna, intuiscono di doversi assolutamente recare in tale luogo. La maggior parte delle persone che tentano di avvicinarsi sono bloccate dalle autorità, ma Jillian e Roy, che affrontano l'avventura insieme, riescono ad arrivare in cima. Nel cielo notturno, sopra la base segreta, improvvisamente appaiono decine di UFO, l'ultimo dei quali è l'enorme nave madre. Gli scienziati provano a comunicare attraverso luci colorate associate alle note musicali della sequenza emessa dagli UFO, segnali ai quali gli alieni sembrano rispondere allo stesso modo.
Poco dopo la nave madre atterra e libera le persone rapite nel corso degli anni, che appaiono in ottima salute, felici e non invecchiate. Tra questi c'è anche il piccolo Barry, che riabbraccia la propria madre. Dalla navicella escono anche diversi alieni, che hanno un aspetto umanoide completamente glabro con un corpo molto magro e un grande cranio allungato, che rispondono alla sequenza musicale, tradotta in gesti con la mano da Lacombe. Nel frattempo i funzionari del governo avevano selezionato un gruppo di persone per farle interagire con gli extraterrestri. Questi, a cui si aggiunge Roy, vengono portati davanti la navicella, ma solo Roy viene scelto per andare con loro. La navicella si chiude e decolla sparendo nel cielo.
Estetica e stile
Il film racconta lo straordinario incontro ravvicinato tra l'umanità e un'intelligenza extraterrestre attraverso una narrazione molto semplice, quasi favolistica, con il classico lieto fine. Lo stesso Steven Spielberg al termine delle riprese aveva commentato: «Volevo che Incontri ravvicinati del terzo tipo fosse una storia molto semplice, vissuta da una persona qualunque, che doveva essere testimone di un evento straordinario, un'esperienza sconvolgente e ossessionante, di quelle che cambiano completamente la vita». Una delle peculiarità del film è proprio il lieto fine. Gli alieni infatti non vengono per conquistare e distruggere, ma vengono in pace, ribaltando così un'immagine classica del cinema di fantascienza postbellico.[3]Produzione
Ideazione
L'idea di Incontri ravvicinati del terzo tipo nacque quando Steven Spielberg, ancora giovane, assistette insieme a suo padre a una pioggia di meteoriti nel New Jersey.[4] Dopo questa esperienza, ancora adolescente, produsse il film Firelight, riguardante temi ufologici, di cui molte scene sono state poi trasferite in Incontri ravvicinati del terzo tipo con la tecnica shot-for-shot.[5] Nel 1973, durante la post-produzione di Sugarland Express, Spielberg firmò un contratto con la Columbia Pictures per la produzione di un film di fantascienza, con Julia Phillips e Michael Phillips scelti come co-produttori.[6]Dopo il successo ottenuto con il film Lo squalo, ha avuto la possibilità di girare un film con un ampio margine creativo, concessogli dalla Columbia. Inizialmente gli sceneggiatori Paul Schrader e John Hill gli proposero una storia basata su un ufficiale dell'aeronautica militare che dopo aver avuto un "incontro ravvicinato" inizia a cercare un contatto con gli extraterrestri, mettendosi a capo di un apposito progetto governativo segreto. Ma tale proposta venne rifiutata.[5] Successivamente, Spielberg iniziò a scrivere la sceneggiatura con l'aiuto di Jerry Belson. Durante la scrittura, a suo dire, è stato molto influenzato dalla canzone When You Wish upon a Star, tratta dal film Pinocchio.[5] Il titolo di lavorazione originale era Kingdom Come to Close Encounters, cambiato nell'attuale Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo) durante la fase di pre-produzione. Per il personaggio di Lacombe, Spielberg si sarebbe ispirato all'astronomo e ufologo Jacques Vallée.
J. Allen Hynek accettò di collaborare come consulente scientifico e fece la sua apparizione in un cameo. Anche l'United States Air Force e la NASA cooperarono nella produzione del film.[5]
Cast
- Roy Neary, interpretato da Richard Dreyfuss, doppiato da Pino Colizzi: addetto alla manutenzione delle linee elettriche dell'Indiana che vive l'esperienza di un incontro ravvicinato (a seguito della quale inizierà a dare segni di follia e verrà licenziato) e incontrerà dal vivo gli alieni sulla Torre del Diavolo.
- Gillian Guiler, interpretata da Melinda Dillon, doppiata da Vittoria Febbi: la madre del piccolo Barry, rapito dagli alieni. Viaggia insieme a Roy per raggiungere la Torre del Diavolo.
- Barry Guiler, interpretato da Cary Guffey: bambino di tre anni, vittima di un rapimento alieno da cui esce sano e salvo.
- Claude Lacombe, interpretato da François Truffaut: ricercatore francese che studia l'attività ufologica per conto del Governo degli Stati Uniti.
- David Laughlin, interpretato da Bob Balaban: assistente e traduttore del professor Lacombe.
- Veronica "Ronnie" Neary, interpretata da Teri Garr, doppiata da Maria Pia Di Meo: moglie di Roy Neary, che si allontana dal marito dopo l'inizio della sua ossessione.
Riprese
Le riprese iniziarono il 16 maggio 1976, interessando i luoghi di Burbank, in California, la Torre del Diavolo, nel Wyoming, e le città di Mobile e Bay Minette, in Alabama. Inoltre, l'abitazione dove avviene il rapimento alieno di Barry si trova a Fairhope, mentre le scene nel deserto del Gobi in realtà sono state girate nel deserto del Mojave.Durante la lavorazione non mancarono problemi sia tecnici sia economici. Spielberg aveva inizialmente stimato i costi per il film in circa 2,7 milioni di dollari, ma alla fine superarono i 19 milioni di dollari. A tal proposito il produttore esecutivo John Veich ha avuto occasione di affermare: «Se avessimo saputo prima che sarebbe costato così tanto, non credo che l'avremmo fatto».[5] A contribuire alla crescita dei costi, ci fu anche un uragano atlantico che in Alabama causò diversi inconvenienti tecnici, specie durante le scene sonore.[4]
Effetti visivi
Il supervisore agli effetti speciali fu Douglas Trumbull, mentre Carlo Rambaldi disegnò gli alieni. Ralph McQuarrie e Greg Jein invece disegnarono e costruirono la navicella spaziale.Visto che il film è stato girato in modo anamorfico, gli effetti visivi sono stati aggiunti su pellicola 70mm, per conformarli meglio con la pellicola 35mm. Si sperimentò anche la tecnica Computer-generated imagery, ma non usata perché troppo costosa. I piccoli alieni che si vedono nelle scene finali sono stati interpretati da ragazze locali nella cittadina di Mobile, in Alabama.[4]
La melodia
Nel film, gli extraterrestri comunicano tramite un messaggio che è costituito da una sequenza di cinque note musicali (in realtà si tratta di sole quattro note, due delle quali separate da un'ottava, dunque non è tecnicamente una scala pentatonica). Tale sequenza è stata scritta da John Williams, su diretta indicazione di Spielberg. In realtà Williams voleva utilizzare una melodia con almeno sette note, ma Spielberg volle categoricamente una sequenza di sole 5 note, che fosse possibile considerare come equivalente musicale della parola inglese Hello (Ciao), composta appunto da 5 lettere. Le note che compongono la sequenza sono: Sol(4) - La(4) - Fa(4) - Fa(3) - Do(4), ma nella scena finale del film vengono riprodotte nella tonalità di Do Maggiore: Re(4) - Mi(4) - Do(4) - Do(3) - Sol(3)[7]La trasformazione delle note in gesti, che vengono usati come prima comunicazione tra alieni e terrestri, trae ispirazione dal metodo Kodaly per l'insegnamento della musica ai bambini, metodo che accoppiava ogni nota ad un gesto della mano.
In una scena del film, il personaggio Lacombe, osserva, dopo aver sentito cantare la sequenza di suoni nella scena ambientata a Dharamsala in India: «Mais c'est la guerre pentatonique... cinq notes au lieu de sept!» (In italiano: «Ma è la guerra pentatonica... cinque note invece di sette!»).[8]
Una simile sequenza di note viene descritta come emessa da un disco volante durante un avvistamento documentato nel libro La verità sui dischi volanti di Frank Edwards pubblicato nel 1969. La stessa musica è citata nel film Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio, dove in una scena James Bond compone i cinque numeri del codice per entrare in un laboratorio a Venezia, all'inizio dell'esibizione live dei Daft Punk durante il tour Alive 2007, a simboleggiare l'incontro tra alieni (i Daft Punk si travestono notoriamente da robot) e umani (il pubblico), come intro nel pezzo musicale "closer" del dj deadmau5 e nell'introduzione del brano dei Duran Duran The chauffer nella versione live dell'album Arena.
Un'altra sequenza musicale simile viene ripresa più volte sia a livello strumentale che vocale nel brano Little Green Men del chitarrista Steve Vai, traccia d'apertura del disco Flex-Able.
Colonna sonora
La colonna sonora del film, composta interamente da John Williams, è stata candidata ai premi Oscar, ai British Academy of Film and Television Arts e ai Golden Globe, dove è stata però battuta dalla colonna sonora di Star Wars, composta anch'essa da John Williams, che aveva già vinto un Oscar con Lo squalo.
Incontri ravvicinati del terzo tipo ha però poi vinto due Grammy Awards nel 1979: uno per miglior colonna sonora originale e uno per la miglior composizione strumentale (per Theme from "Close Encounters of the Third Kind"). La colonna sonora, della durata di 41 minuti, è stata registrata presso gli studi di registrazione Warner Bros. di Burbank, in California ed è stata distribuita nel 1977 in vinile, Stereo8 e musicassetta (nel 1990 è stata pubblicata la versione in CD), da parte della Arista Records. Questa si rivelò anche un successo commerciale, piazzandosi a febbraio del 1978 al 17º posto della Billboard 200, la classifica dei 200 nuovi album discografici e EP più venduti negli Stati Uniti, pubblicata ogni settimana dalla rivista Billboard; inoltre, la RIAA ha certificato, con un disco d'oro, le 500.000 copie vendute.
Con l'uscita della Collector's Edition del film, nel 1998, è stata pubblicata una nuova versione della colonna sonora, questa volta solamente su Compact Disc. La "Collectors Edition Soundtrack" è stata realizzata effettuando una rimasterizzazione digitale a 20 bit dai nastri originali, e conteneva 26 brani, per un totale di 77 minuti di musica. Il CD, pubblicato da Arista, era corredato da un libretto che conteneva, fra l'altro, un'intervista a Williams.
Brani
Comprende i seguenti brani musicali:- Opening: Let There Be Light (0:49)
- Navy Planes (2:06)
- Lost Squadron (2:23)
- Roy's First Encounter (2:41)
- Encounter at Crescendo Summit (1:21)
- Chasing UFOs (1:18)
- False Alarm (1:42)
- Barry's Kidnapping (6:19)
- The Cover-Up (2:25)
- Stars and Trucks (0:44)
- Forming the Mountain (1:49)
- TV Reveals (1:49)
- Roy And Jillian on the Road (1:10)
- The Mountain (3:31)
- Who Are You People? (1:35)
- The Escape (2:18)
- The Escape (Alternate Cue) (2:40)
- Trucking (2:01)
- Climbing The Mountain (2:32)
- Outstretch Hands (2:47)
- Lightshow (3:43)
- Barnstorming (4:25)
- The Mothership (4:33)
- Wild Signals (4:12)
- The Returnees (3:45)
- The Visitors/Bye/End Titles (12:32)
Lato A
- Main Title and Mountain Visions
- Nocturnal Pursuit
- The Abduction of Barry
- I can't Believe It's Real
- Climbing Devil's Tower
- The Arrival of Sky Harbor
- Night Siege
- The Conversation
- The Appearance of the Visitors
- Resolution and End Titles
- Theme from "Close Encounters of the Third Kind"†
Distribuzione
Inizialmente il film era stato programmato per l'uscita nei cinema per l'estate del 1977, ma a causa di alcuni ritardi nella fase di produzione arrivò nei cinema solo nel mese di novembre.[5]Altre edizioni
Nel 1979 la Columbia Pictures affidò a Steven Spielberg 2,5 milioni di dollari per produrre un'edizione speciale del film. La Special Edition fu distribuita nell'agosto del 1980 e, tra le altre, son state introdotte delle scene girate all'interno della navicella aliena. Spielberg in proposito ha dichiarato: «questa nuova versione è semplicemente un film migliore».[9] Tale versione non fu distribuita nel mercato dell'home video fino al 2007.Nel 1998 Spielberg produsse una nuova versione, la Collector's Edition (ora Director's Cut), pensata appositamente per il mercato home video, distribuita dapprima in VHS. Include alcune scene della Special Edition ma non quelle girate all'interno della navicella. Insieme a tale versione fu distribuito anche il "Making of" del film (girato nel 1997) che, include interviste a Steven Spielberg e ai principali membri del cast tecnico e artistico. Nel frattempo erano anche state elaborate altre versioni destinate alla trasmissione televisiva, ma queste ultime non furono curate dal regista.
Nel giugno del 2001 il film fu, per la prima volta, disponibile in DVD. Il cofanetto conteneva la versione Collector's Edition (ora Director's Cut), il "Making of", i trailer originali e, varie scene tagliate, comprese le scene girate all'interno della navicella viste nella Special Edition del 1980.
In occasione del 30º anniversario, nel novembre del 2007, fu distribuito un nuovo cofanetto DVD (disponibile anche in doppio Blu-ray) contenente tutte e tre le versioni del film (Original Theatrical Version, Special Edition e Director's Cut), il "Making of" e, un'intervista speciale a Steven Spielberg che parla del film 30 anni dopo la sua prima uscita.
Ridoppiaggio italiano
Le edizioni home video distribuite a partire dal 1998 non includono il doppiaggio originale. È stato sostituito dal ridoppiaggio, effettuato per l'occasione, per poter costruire una traccia 5.1 canali. Il ridoppiaggio venne diretto da Manlio De Angelis; la voce del protagonista Roy Neary è quella di Roberto Chevalier.Accoglienzaari nel Nord America e 171.700.000 dollari nel resto del mondo, per un incasso mondiale di oltre 300 milioni di dollari.[10]
Il critico cinematografico americano Jonathan Rosenbaum lo ha definito «la migliore espressione della parte buona di Spielberg».[11] La rivista Variety, anche se ha fornito una recensione positiva, ha scritto che «In Incontri ravvicinati del terzo tipo mancano il calore e l'umanità che si vedono in Guerre stellari».[11] Jean Renoir lo ha paragonato ai racconti di Jules Verne e Georges Méliès.[5] Lo scrittore Ray Bradbury lo ha invece definito «il miglior film di fantascienza mai realizzato».[12]Riconoscimenti
Ai premi Oscar del 1978 il film ottenne 9 candidature, vincendo nelle categorie miglior fotografia e premio speciale per gli effetti sonori.Oltre ai due premi Oscar, Incontri ravvicinati del terzo tipo ha vinto anche un BAFTA Award per la miglior direzione artistica, un David di Donatello per il miglior film straniero, tre Saturn Award, per la miglior regia, miglior colonna sonora e miglior scrittura, un Grammy Award per la miglior colonna sonora, un Golden Screen Award, un Golden Reel Award per il miglior montaggio sonoro negli effetti sonori e un National Board of Review Award.
sabato 21 ottobre 2017
domenica 15 ottobre 2017
Incredibile testimonianza di un ex dipendente della NASA: “Non siamo andati più sulla Luna perchè è infestata da Alieni”
Approfondimento al mio precedente articolo sulla censura delle comunicazioni tra NASA ed astronauti durante l'allunaggio.
MYSTERIUM
La NASA ha sempre evitato di dare una risposta diretta alla domanda
“perché non siamo più andati sulla Luna?”. Anche se alcuni ex dipendenti
conoscono la risposta, la NASA ha sempre preferito nascondere la verità
alla gente.
La risposta a questa domanda per alcuni degli ex dipendenti dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti è chiara: ” La Luna è infestata da alieni e gli astronauti hanno confermato tutto questo anche a partire dagli anni ’70”. Tali dichiarazioni hanno portato molti ricercatori del fenomeno “UFO” a concludere che la NASA non ha più avuto in programma di mettere piede sulla superficie lunare, perché i motivi li conosciamo.
La Luna è piena di basi e strutture aliene. Segni di attività sulla superficie della Luna non erano una novità per coloro che sono stati immersi nelle missioni Apollo. Per secoli, gli astronomi rinomati in tutto il mondo hanno segnalato la presenza di “oggetti” che sorvolano la superficie lunare.
Il documento “Relazione sulle Anomalie Lunari” è stato il risultato di anni di investigazione da parte della NASA prima che le missioni Apollo erano nella fase di lancio alla fine degli anni ’60.
Durante questi anni, (dal 1960 al 1963) l’Agenzia spaziale americana ha finanziato numerosi scienziati e ricercatori al fine di raccogliere e catalogare una serie di “luci anomale” che erano stati rilevate sulla Luna. Nel 1968, la versione pubblica del rapporto sulla ricerca della NASA è stata resa di dominio pubblico con il titolo R-277.
Il rapporto R-277 consisteva in un totale di 600 eventi anomali che hanno avuto luogo in un periodo comprendente tra il 1540 e il 1967. In questo rapporto sono incluse le testimonianze di alcuni dei più famosi astronomi del mondo. In uno di questi rapporti può essere letto di due astronomi che hanno riferito di aver visto un fulmine sulla superficie lunare, che teoricamente sarebbe impossibile, dal momento che la Luna non possiede una sua atmosfera. L’Operazione Moon Blink era servita per studiare diverse “grandi strutture sulla superficie lunare” che erano state fotografate da missioni senza equipaggio sulla luna. Alcune di queste strutture sembravano essere troppo perfette per avere un’origine naturale.
ATTIVITA’ ALIENA SULLA LUNA
Glenn Steckling, un noto investigatore, ha rilasciato un’intervista molto interessante durante il programma televisivo “Coast to Coast AM”. Steckling, durante la conversazione con il conduttore Art Bell, ha rivelato la possibile presenza di basi aliene sulla Luna.
L’agente investigativo, grazie alla presenza di prove fotografiche, ha praticamente svelato l’esistenza di attività aliena sulla Luna. Le foto, provenienti dalla NASA e dalle missioni Apollo, mostrano oggetti luminosi, attività minerarie, strutture a forma di piramide ed anche diversi Ufo immortalati nelle vicinanze degli astronauti durante la missione storica dell’Apollo 11.
Steckling, dopo la morte del padre Fred nel 1991, ha deciso di continuare l’attività investigativa portata avanti dalla sua famiglia. Durante tutti questi anni Glenn ha continuato a divulgare il materiale scoperto dal padre in oltre 60 anni ed è riuscito ad ottenere ulteriori prove tangibili sugli avvistamenti Ufo.
Glenn Steckling ha rivelato che sulla Luna ci sarebbe una forte attività aliena; oltre 100 fotografie della Nasa, contenute anche nel suo ultimo libro “ Basi Aliene sulla Luna – parte 2”, mostrerebbero e svelerebbero questa intensa attività, dimostrando la possibile vita extraterrestre sulla Luna.
Fin dagli anni ’80 infatti sarebbero stati osservati diversi oggetti luminosi ed alcune zone luminescenti. A confermare la tesi di Steckling ci sarebbero anche le dichiarazioni dell’astronauta Gordon Cooper e quelle dello scienziato francese Maurice Chatelain; i due sono a conoscenza di numerosi inseguimenti da parte di astronavi aliene durante le missioni della NASA sulla Luna, ed hanno inoltre affermato che gli alieni, attraverso sembianze umane, vivrebbero sulla Terra.
L’astronauta Gordon Cooper ha fornito inoltre dettagli clamorosi sulla vita extraterrestre. Gli alieni, dice Cooper, visiterebbero spesso il nostro pianeta con l’intenzione di stabilire dei contatti, e lui stesso afferma di aver visto diverse navi aliene durante le sue missioni. La verità, sempre secondo Cooper, non è stata mai svelata per non creare allarmismo tra la popolazione mondiale, la NASA e gli Stati Uniti stanno negando la verità al mondo.
Era dello stesso avviso il fisico tedesco Hermann Oberth che dichiarò nel 1954 che i dischi volanti, provenienti da un altro sistema solare, sarebbero pilotati da esseri intelligenti che studierebbero il nostro pianeta.
La NASA è da sempre al centro delle polemiche ed è accusata di nascondere la verità sugli Ufo e sulla vita extraterrestre sulla Luna, arrivando a negare anche, che la sonda Viking che negli anni 70 rilevò forme di vita sul terreno lunare. L’ex dipendente NASA Ken Johnston, ha affermato che alcuni astronauti scattarono alcune foto scioccanti sulla Luna in cui erano visibili strutture (basi) aliene. La NASA gli chiese di distruggere le prove fotografiche e lui si rifiutò finendo per essere licenziato.
Kay Ferrari, direttore del programma del suo laboratorio, invitò Johnston a dimettersi per aver criticato il suo direttore, lui si rifiutò e venne licenziato per giusta causa. Johnston, una volta fuori dalle attività segrete del governo, si è scagliato ulteriormente contro la NASA, pubblicando alcuni video e fotografie di avamposti alieni sulla Luna.
Ecco perché ad oggi la NASA non ha più fatto ritorno sulla Luna. “Non siamo andati più sulla Luna perché è infestata da Alieni” dichiara Ken Johnston. Anche Gilbert Levin, lo scienziato che ha curato la spedizione su Marte a bordo della sonda Viking nel 1976, ha criticato aspramente la NASA. Levin riuscì a dimostrare l’esistenza di vita extraterrestre su Marte ma la NASA minimizzò il tutto finendo per far arrabbiare il noto scienziato. Levin deluso fondò un sito Web per rivelare al mondo l’esistenza di vita sul pianeta rosso.
Apollo 17 e la scoperta inaspettata
Nel dicembre 1972 due astronauti Eugene Cernan ed Harrison Schmitt, in missione sulla Luna con l’Apollo 11, scattarono una foto sconvolgente.
Nell’immagine (foto sotto) si intravede quella che sembra essere una testa di robot. I due astronauti non potevano credere ai loro occhi. Cernan ha dichiarato che non poteva essere un teschio umano in quanto non poteva sopravvivere all’impatto in un campo di detriti e l’esposizione prolungata alle radiazioni solari e cosmiche lo avrebbero ridotto in polvere. L’oggetto dunque ha un’origine meccanica, la testa ha una striscia rossa intorno al labbro superiore, come se fosse stata verniciata.
Al cranio sembra che manchi la mascella inferiore mentre è stata rilevata la presenza delle due orbite, della fronte, delle arcate sopraccigliari, del naso, degli zigomi e della metà superiore della mandibola. Il mistero è rimasto irrisolto ed anche l’area è stata definita misteriosa da Cernan. Numerose rocce avevano caratteristiche spettrali in grado di riflettere la luce come i cristalli.
Il cratere di Aristarco
Nel 1958 l’astronomo russo Nikolai Kozyrev e l’equipaggio dell’Apollo 11 notarono degli strani fenomeni lunari nel cratere di Aristarco. Questo famoso cratere è il punto più chiaro della Luna visto dalla Terra e la sua caratteristica principale è l’emissione di gas ed il suo cambiamento di colore passando dal rosso al blu. Tra le ipotesi che sono state fatte è emersa la possibilità, rilevata da Joe Szostack il noto autore di libri e siti Web, che all’interno del cratere possa esserci un reattore a fusione. In una foto della NASA sembrerebbe evidenziare 5 o 6 archi a sostegno della struttura ed in primo una strada che conduce ad un lungo tunnel illuminato.
Navicella Russa Luna 9
Il 3 febbraio 1966 “Luna 9” è diventato il primo veicolo spaziale senza equipaggio ad aver raggiunto un altro pianeta e ad aver inviato foto sulla Terra. Dalla foto si intravede quello che potrebbe essere un veicolo a forma di nave, con un cavo che sembra estendersi dalla parte posteriore dell’oggetto verso la superficie. Il contatto con la sonda Luna 9 cessò 3 giorni dopo l’atterraggio.
Tutte queste prove sembrano confermare la presenza di vita extraterrestre sulla Luna, su Marte, sulla Luna marziana Phobos, la Luna di Saturno e Titano. Tutto porta realmente a pensare che non siamo assolutamente soli nel nostro sistema solare e oltre.
via Segnidalcielo
FONTE : http://nonsiamosoli.info/incredibile-testimonianza-di-un-ex-dipendente-della-nasa-non-siamo-andati-piu-sulla-luna-perche-e-infestata-da-alieni/
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La risposta a questa domanda per alcuni degli ex dipendenti dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti è chiara: ” La Luna è infestata da alieni e gli astronauti hanno confermato tutto questo anche a partire dagli anni ’70”. Tali dichiarazioni hanno portato molti ricercatori del fenomeno “UFO” a concludere che la NASA non ha più avuto in programma di mettere piede sulla superficie lunare, perché i motivi li conosciamo.
La Luna è piena di basi e strutture aliene. Segni di attività sulla superficie della Luna non erano una novità per coloro che sono stati immersi nelle missioni Apollo. Per secoli, gli astronomi rinomati in tutto il mondo hanno segnalato la presenza di “oggetti” che sorvolano la superficie lunare.
Il documento “Relazione sulle Anomalie Lunari” è stato il risultato di anni di investigazione da parte della NASA prima che le missioni Apollo erano nella fase di lancio alla fine degli anni ’60.
Durante questi anni, (dal 1960 al 1963) l’Agenzia spaziale americana ha finanziato numerosi scienziati e ricercatori al fine di raccogliere e catalogare una serie di “luci anomale” che erano stati rilevate sulla Luna. Nel 1968, la versione pubblica del rapporto sulla ricerca della NASA è stata resa di dominio pubblico con il titolo R-277.
Il rapporto R-277 consisteva in un totale di 600 eventi anomali che hanno avuto luogo in un periodo comprendente tra il 1540 e il 1967. In questo rapporto sono incluse le testimonianze di alcuni dei più famosi astronomi del mondo. In uno di questi rapporti può essere letto di due astronomi che hanno riferito di aver visto un fulmine sulla superficie lunare, che teoricamente sarebbe impossibile, dal momento che la Luna non possiede una sua atmosfera. L’Operazione Moon Blink era servita per studiare diverse “grandi strutture sulla superficie lunare” che erano state fotografate da missioni senza equipaggio sulla luna. Alcune di queste strutture sembravano essere troppo perfette per avere un’origine naturale.
ATTIVITA’ ALIENA SULLA LUNA
Glenn Steckling, un noto investigatore, ha rilasciato un’intervista molto interessante durante il programma televisivo “Coast to Coast AM”. Steckling, durante la conversazione con il conduttore Art Bell, ha rivelato la possibile presenza di basi aliene sulla Luna.
L’agente investigativo, grazie alla presenza di prove fotografiche, ha praticamente svelato l’esistenza di attività aliena sulla Luna. Le foto, provenienti dalla NASA e dalle missioni Apollo, mostrano oggetti luminosi, attività minerarie, strutture a forma di piramide ed anche diversi Ufo immortalati nelle vicinanze degli astronauti durante la missione storica dell’Apollo 11.
Steckling, dopo la morte del padre Fred nel 1991, ha deciso di continuare l’attività investigativa portata avanti dalla sua famiglia. Durante tutti questi anni Glenn ha continuato a divulgare il materiale scoperto dal padre in oltre 60 anni ed è riuscito ad ottenere ulteriori prove tangibili sugli avvistamenti Ufo.
Glenn Steckling ha rivelato che sulla Luna ci sarebbe una forte attività aliena; oltre 100 fotografie della Nasa, contenute anche nel suo ultimo libro “ Basi Aliene sulla Luna – parte 2”, mostrerebbero e svelerebbero questa intensa attività, dimostrando la possibile vita extraterrestre sulla Luna.
Fin dagli anni ’80 infatti sarebbero stati osservati diversi oggetti luminosi ed alcune zone luminescenti. A confermare la tesi di Steckling ci sarebbero anche le dichiarazioni dell’astronauta Gordon Cooper e quelle dello scienziato francese Maurice Chatelain; i due sono a conoscenza di numerosi inseguimenti da parte di astronavi aliene durante le missioni della NASA sulla Luna, ed hanno inoltre affermato che gli alieni, attraverso sembianze umane, vivrebbero sulla Terra.
L’astronauta Gordon Cooper ha fornito inoltre dettagli clamorosi sulla vita extraterrestre. Gli alieni, dice Cooper, visiterebbero spesso il nostro pianeta con l’intenzione di stabilire dei contatti, e lui stesso afferma di aver visto diverse navi aliene durante le sue missioni. La verità, sempre secondo Cooper, non è stata mai svelata per non creare allarmismo tra la popolazione mondiale, la NASA e gli Stati Uniti stanno negando la verità al mondo.
Era dello stesso avviso il fisico tedesco Hermann Oberth che dichiarò nel 1954 che i dischi volanti, provenienti da un altro sistema solare, sarebbero pilotati da esseri intelligenti che studierebbero il nostro pianeta.
Ex dipendente della NASA ha rivelato la presenza di misteriose strutture sulla Luna!
Ken Johnston, un ex dipendente della NASA, ha affermato che gli astronauti avrebbero scoperto sulla Luna alcune città aliene e resti di macchinari futuristici, con tecnologie in grado di manipolare la gravità. Ken ha inoltre sostenuto che l’agenzia spaziale americana ha ordinato un cover- up costringendolo a non divulgare le informazioni classificate come Cosmic Top Secret. Poco tempo fa lo stesso Ken Johnson, ha diffuso alcune immagini tratte da un video registrato dalla NASA durante una delle missione Apollo. Nei frame (fermo immagini) del video, si possono osservare alcune file di luci in parallelo che sono parte di una enorme base lunare aliena.
La NASA è da sempre al centro delle polemiche ed è accusata di nascondere la verità sugli Ufo e sulla vita extraterrestre sulla Luna, arrivando a negare anche, che la sonda Viking che negli anni 70 rilevò forme di vita sul terreno lunare. L’ex dipendente NASA Ken Johnston, ha affermato che alcuni astronauti scattarono alcune foto scioccanti sulla Luna in cui erano visibili strutture (basi) aliene. La NASA gli chiese di distruggere le prove fotografiche e lui si rifiutò finendo per essere licenziato.
Kay Ferrari, direttore del programma del suo laboratorio, invitò Johnston a dimettersi per aver criticato il suo direttore, lui si rifiutò e venne licenziato per giusta causa. Johnston, una volta fuori dalle attività segrete del governo, si è scagliato ulteriormente contro la NASA, pubblicando alcuni video e fotografie di avamposti alieni sulla Luna.
Ecco perché ad oggi la NASA non ha più fatto ritorno sulla Luna. “Non siamo andati più sulla Luna perché è infestata da Alieni” dichiara Ken Johnston. Anche Gilbert Levin, lo scienziato che ha curato la spedizione su Marte a bordo della sonda Viking nel 1976, ha criticato aspramente la NASA. Levin riuscì a dimostrare l’esistenza di vita extraterrestre su Marte ma la NASA minimizzò il tutto finendo per far arrabbiare il noto scienziato. Levin deluso fondò un sito Web per rivelare al mondo l’esistenza di vita sul pianeta rosso.
Apollo 17 e la scoperta inaspettata
Nel dicembre 1972 due astronauti Eugene Cernan ed Harrison Schmitt, in missione sulla Luna con l’Apollo 11, scattarono una foto sconvolgente.
Nell’immagine (foto sotto) si intravede quella che sembra essere una testa di robot. I due astronauti non potevano credere ai loro occhi. Cernan ha dichiarato che non poteva essere un teschio umano in quanto non poteva sopravvivere all’impatto in un campo di detriti e l’esposizione prolungata alle radiazioni solari e cosmiche lo avrebbero ridotto in polvere. L’oggetto dunque ha un’origine meccanica, la testa ha una striscia rossa intorno al labbro superiore, come se fosse stata verniciata.
Al cranio sembra che manchi la mascella inferiore mentre è stata rilevata la presenza delle due orbite, della fronte, delle arcate sopraccigliari, del naso, degli zigomi e della metà superiore della mandibola. Il mistero è rimasto irrisolto ed anche l’area è stata definita misteriosa da Cernan. Numerose rocce avevano caratteristiche spettrali in grado di riflettere la luce come i cristalli.
Il cratere di Aristarco
Nel 1958 l’astronomo russo Nikolai Kozyrev e l’equipaggio dell’Apollo 11 notarono degli strani fenomeni lunari nel cratere di Aristarco. Questo famoso cratere è il punto più chiaro della Luna visto dalla Terra e la sua caratteristica principale è l’emissione di gas ed il suo cambiamento di colore passando dal rosso al blu. Tra le ipotesi che sono state fatte è emersa la possibilità, rilevata da Joe Szostack il noto autore di libri e siti Web, che all’interno del cratere possa esserci un reattore a fusione. In una foto della NASA sembrerebbe evidenziare 5 o 6 archi a sostegno della struttura ed in primo una strada che conduce ad un lungo tunnel illuminato.
Navicella Russa Luna 9
Il 3 febbraio 1966 “Luna 9” è diventato il primo veicolo spaziale senza equipaggio ad aver raggiunto un altro pianeta e ad aver inviato foto sulla Terra. Dalla foto si intravede quello che potrebbe essere un veicolo a forma di nave, con un cavo che sembra estendersi dalla parte posteriore dell’oggetto verso la superficie. Il contatto con la sonda Luna 9 cessò 3 giorni dopo l’atterraggio.
Tutte queste prove sembrano confermare la presenza di vita extraterrestre sulla Luna, su Marte, sulla Luna marziana Phobos, la Luna di Saturno e Titano. Tutto porta realmente a pensare che non siamo assolutamente soli nel nostro sistema solare e oltre.
via Segnidalcielo
FONTE : http://nonsiamosoli.info/incredibile-testimonianza-di-un-ex-dipendente-della-nasa-non-siamo-andati-piu-sulla-luna-perche-e-infestata-da-alieni/
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