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domenica 4 novembre 2012

Film e mistero : THE EAGLE





Anno 120 d. C. La IX legione romana composta da 5.000 soldati si spinge a nord della Britannia (attuale Gran 
Bretagna). 
Non fece più ritorno scomparendo misteriosamente nel nulla.



Marcus Aquila nel 140 d.C. giunge in Britannia come giovane comandante al suo primo importante incarico. Sulle sue spalle grava un pesante fardello. Suo padre tempo prima era alla guida della Nona Legione composta da 5.000 uomini tutti scomparsi. Insieme a loro è andato perduto anche il simbolo dell'orgoglio di Roma: il vessillo con l'aquila. Marcus, dopo aver mostrato sul campo il proprio coraggio ed essere tornato ferito a Roma ospite di uno zio, assiste a un combattimento nell'arena in cui ammira lo sprezzo del pericolo di uno schiavo britannico, Esca. Lo salva da morte certa e lo prende con sé. Insieme torneranno in Britannia alla ricerca dell'aquila.
Rosemary Sutcliff nel 1954 pubblicò "The Eagle of the Ninth" che divenne subito un best seller. In esso si romanzava un dato che sta fra la storia e la leggenda. C'è chi legge la scomparsa della Nona Legione romana come un segno della vittoria del Davide indipendentista sul Golia imperiale e c'è chi ritiene invece che la Legione fu semplicemente trasferita dal nord dell'attuale Inghilterra al Medio Oriente. 

 

 

 

 

LA SCOMPARSA DELLA NONA LEGIONE ROMANA. MISTERI E LEGGENDE

Mentre cercava di aprirsi attraverso una massa di assalitori, la Nona Legione Romana si accorse di essere circondata. Da ogni lato si riversavano una moltitudine di barbari : ondate rabbiose di inaudita violenza. Consci del pericolo , gli ufficiali avevano tentato di mantenere la linea , per permettere alle truppe di arretrare con un minimo d’ordine. Ma non c’era scampo , tutti vennero massacrati sul posti , perdendo il vessillo imperiale dell’aquila.

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E’ una storia fittizia , perché i storici non sanno la reale vicenda della distruzione di un’intera legione romana. Anche se opinione generale che i 5000 uomini della Nona Legione furono annientati al confine dell’impero , in quella remota regione dell’Inghilterra Settentrionale , nei primi anni del secondo secolo dopo Cristo.
La Nona Legione era un’unità militare scelta , operativa in Gran Bretagna . La legione aveva un ruolo strategico nella repressioni delle popolazioni indigene nel nord dell’Inghilterra e fu in prima linea durante la rivolta della regine Budicca , battaglia in cui aveva subito gravi perdite. Nei primi anni 70 d.C. la legione si spinse più a nord insediandosi a York e, dieci anni più tardi, condusse decisive campagne militari nelle Highlands scozzesi. In torno al 100 d.C rientrò in Inghilterra settentrionale , ma nei primi anni dopo il 120 era scomparsa , tanto che il suo posto a York fu preso da un’altra legione , la Sesta.
Cosa sia realmente accaduto alla Nona è un mistero. Intorno alla sua scomparsa si è alimentato uno dei miti più suggestivi della Britannia romana. Molti critici della stampa , sia inglese che statunitense, hanno storto il naso , osservando che la Nona Legione non fu eliminata in una remota vallata scozzese , ma venne probabilmente trasferita in Giudea , dove fu forse distrutta in una guerra disastrosa.Non sarebbero stati i barbari a uccidere la Legione , ma ebrei o persiani.
Perché tutte questi dubbi sulla sua fine?
Churchill scrisse nel suo libro “Storia dei popoli di lingua inglese” (1956) osservò che l’unità era certamente scomparsa “combattendo contro oscure rivolte di tribù britanniche settentrionali”. Benché in disaccordo, alcuni studiosi hanno dovuto ammettere che l’ultima presenza documentata della legione era rintracciabile nella Gran Bretagna del nord nei primi anni del II secolo. Infatti quando dopo il 160 d.C. fu redatto un censimento di tutti i corpi militari presenti nell’isola , la Nona Legione non viene citata.
A far nascere il mito della scomparsa in Gran Bretagna fu il romanzo “L’aquila della Nona Legione” (1954) . L’eroe del romanzo è un giovane che cerca di scoprire cosa sia accaduto al padre , capo centurione della Nona Legione , scomparso quando l’eroe era solo un bambino. Con un avventuroso viaggio al di là del Vallo di Adriano , il giovane scoprirà la verità sulla distruzione della Nona legione e ritroverà l’aquila di bronzo , emblema dei legionari , finita nelle mani del nemico. La sua odissea si concluderà con il recupero dell’aquila e la sua riconsegna in mani sicure , nel territorio controllato dai Romani. L’ispirazione avvenne vedendo un’aquila di bronzo priva di ali rivenuta nella città romana di Calleva ( ora Silchester) intorno alla fine del XIX secolo.
Quando gli archeologi scoprirono che l’aquila di metallo, invece di costituire un malconcio reperto della legione dispersa , rappresentava probabilmente un simbolo collegato alla statua romana di Giove , il mistero sembrò risolto. Si concluse che non c’era nessuna aquila perduta e neppure una legione scomparsa.
Ma che la Nona Legione si fosse spostata in qualche regione orientale dell’Impero è una verità storica molto, molto opinabile. In realtà non c’è prova sicura sull’ipotesi che la Nona Legione abbia lasciato la Gran Bretagna , né tantomeno che sia stata annientata altrove. Invece la dimostrazione dell’esistenza della Nona Legione arriva dalla Gran Bretagna. Si trova a York , sotto forma di iscrizione su un’enorme pietra che registra il completamento dei lavori di costruzione di una roccaforte militare per la legione. L’iscrizione elenca una serie di titoli attribuiti all’imperatore Traiano che premettono sicuramente di datarla all’anno 108 d.C
L’uscita dalla Gran Bretagna della legione si basa, in maniera fievole, ad una serie di frammenti di piastrelle , di vasellame e ciondoli di bronzo , tutti con impresso il numero di unità della Nona Legione, ritrovati a Nijmengen , in Olanda. Questi rappresentano un passaggio di una legione itinerante della Britannia nei primi anni del secondo secolo d.C. Poiché i ritrovamenti sono pochi , si presume che la Nona Legione sia rimasta poco in questo luogo per partire presto alla volta della frontiera orientale, forse durante la Seconda Guerra Giudaica dal 132-135 d.C.
Questa è una teoria semplice e lineare che le prove oltre la loro attendibilità , poiché Nessuno dei ritrovamenti nella località olandese è legato con sicurezza a un periodo di occupazione o di costruzione di un forte. Essi sicuramente provano che la Nona Legione si trovava in Olanda , senza tuttavia dire quando. Si sa mediante relazioni dell’epoca che distaccamenti della Nona furono trasferiti nell’83 d.C per ordine dell’Imperatore Domiziano , dalla Gran Bretagna alla regione germanica dei Chatti, quindi i reperti possono derivare da quell’epoca. Non si hanno prove che la legione si trovasse in quel posto nel II secolo.
Un numero ragguardevole di soldati romani perse la vita nel confine orientale nel periodo in cui la Nona scomparve , ma non possiamo dire con certezza che si trattasse di legionari della Nona. Di quelle guerre abbiamo notizie grazie allo storico Frontone. Le guerre giudaiche sono ben documentate , mentre nel numero di battaglie e sull’ammontare delle perdite in Gran Bretagna non abbiamo testimonianze.

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Le cose per i romani andavano male in Gran Bretagna durante Adriano . La Gran Bretagna non fu mai una zona sicura dell’impero. Era insicura, imprevedibile e pericolosa. L'Afghanistan del passato. Proprio per questo era tra le aree più militarizzate. Agli occhi dei giovani romani , ansiosi di mettersi alla prova in un’arena di guerra , si presentava dunque come la destinazione ideale. Dal punto di vista culturale era invece monotona e noiosa. Ai tempi di Adriano ci fu una grande sommossa nella Gran Bretagna.
Sicuramente ai tempi di Adriano oltre 3000 uomini, della Settima, Ottava e Ventiduesima, partirono per la Spedizione Britannica. Questa spedizione dimostra che vi fu una massiccia escalation militare e che il governo della provincia necessitava di rinforzi significativi , forse per reprimere una diffusa insurrezione. Adriano nel 122 d.C andò nell’Isola per correggere alcune debolezze e costruire un muro lungo 80 miglia per separare i romani dai barbari. La costruzione del muro, il Vallo di Adriano, suggerisce che, dopo aver domato la rivolta , l’imperatore volesse rendere finalmente sicura la regione più a nord del suo impero , Adriano portò con sé una nuova legione , la Sesta, che si insediò a York , in quella che era stata la fortezza della Nona.
Quindi che fina ha fatto la Nona Legione?
La gloriosa legione , scomparsa bruscamente dalla storia , continua a vivere nel mito dei popoli britannici.

 http://madyurstoria.blogspot.it/2011/08/la-scomparsa-della-nona-legione-romana.html




Legio IX Hispana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Legio IX Hispana

Descrizione generale
Attiva 41 a.C. – prima metà del II secolo
Tipo Legione romana
Campi Siscia
Eburacum

Noviomagus Batavorum
Battaglie/guerre
Onori di battaglia Macedonica, Hispana


Comandanti
Comandanti degni di nota Aulo Plauzio
Cesio Nasica

Quinto Petillio Ceriale
Voci di unità militari presenti su Wikipedia


La Legio IX Hispana ("dalla Hispania") fu una legione romana, il cui simbolo è sconosciuto (potrebbe essere stato il toro, come per le altre legioni cesariane). Fu ricostituita da Augusto a partire dai veterani della Legio IX di Gaio Giulio Cesare, e scomparve durante il II secolo.

Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Legio VIIII (Cesare).

Riorganizzazione sotto Augusto

Nel 41 a.C., Augusto richiamò in servizio i veterani della Legio IX di Gaio Giulio Cesare per fronteggiare la ribellione di Sesto Pompeo (figlio di Gneo Pompeo Magno) in Sicilia. Dopo la sconfitta di quest'ultimo, furono mandati nella provincia di Macedonia. Rimase al fianco di Ottaviano contro Marco Antonio, combattendo nella battaglia navale di Azio (31 a.C.). A questo punto la legione fu mandata in Spagna per partecipare alle guerre cantabriche (25 a.C. - 13 a.C.). Ed è da qui, probabilmente, che prese il suo nome, forse perché si distinse in modo particolare.
È probabile che la legione entrò a far parte dell'esercito imperiale sul confine renano per combattere contro le tribù germaniche. Dopo l'abbandono dell'area orientale del Reno, a seguito della disfatta romana nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), la legio VIIII fu acquartierata in Pannonia a Siscia (dove rimase, a parte un breve intervallo, fino al 43[1]).
Sotto Tiberio, nel 19, era trasferita solo temporaneamente dalla Pannonia nella provincia africana per sedare una rivolta tra i Musulami di Tacfarinas. Tornava poco dopo (dal 24-25) sul Danubio nella sua base originaria di Siscia, l'odierna Sisak.

 

 

 

Conquista della Britannia

Nel 43 partecipò all'invasione romana della Britannia, voluta dall'imperatore Claudio e guidata dal generale Aulo Plauzio. Sotto il comando di Cesio Nasica, stroncò la prima ribellione di Venuzio della tribù dei briganti (siamo tra il 52 e il 57, al tempo del governatore Aulo Didio Gallo). La legio VIIII subì una pesante disfatta al comando di Quinto Petillio Ceriale durante la ribellione della regina Boudica (60/61) e fu per questo rinforzata con nuove truppe, provenienti dalle province germaniche. L'ultima menzione di questa legione in Britannia risale agli inizi del II secolo, quando costruì una fortezza nei pressi di Eburacum (moderna York).
Nel 117 la legione potrebbe aver preso parte alla soppressione di una rivolta tra le tribù caledoni in Scozia.

 

 

 Scomparsa

Nel 120 la IX Hispana fu sostituita a Eburacum dalla VI Victrix: per lungo tempo il destino della legio IX a partire da questa data è rimasto ignoto, tanto da far sviluppare leggende riguardo alla sua scomparsa tra gli Scoti;[2] negli anni settanta la scoperta di alcune iscrizioni ha dimostrato che la legione fu trasferita a Noviomagus Batavorum (moderna Nimega, Paesi Bassi), nella Germania inferiore,[3] dove rimase almeno fino al 131, quando fu nuovamente spostata e inviata, probabilmente, in Oriente.
Si è così ipotizzata la fine di questa legione: in occasione della rivolta di Bar Kochba in Giudea sotto Adriano (132-135); oppure in Armenia o in Cappadocia poco dopo la morte di Antonino Pio (avvenuta 161) ed in seguito alla quale Roma scatenò una controffensiva contro i Parti dal 162; oppure nel corso delle invasioni dei Catti del 162. Di sicuro, la legione cessò di esistere, al più tardi, agli inizi del regno congiunto di Marco Aurelio e Lucio Vero.

 

 

Riferimenti nella cultura popolare

Un tempo si credeva, almeno da parte di alcuni storici britannici, che la IX Legione fosse scomparsa durante il suo soggiorno in Britannia, presumibilmente distrutta in conflitto dai popoli che abitavano l’attuale Scozia. Questa idea è stata utilizzata nei romanzi L'Aquila della IX Legione di Rosemary Sutcliff, Legion From the Shadows di Karl Edward Wagner, Red Shift di Alan Garner, Engine City di Ken MacLeod, Warriors of Alavna di N. M. Browne, La IX Legione di Giorgio Cafasso, e anche nel film L'Ultima Legione. Il romanzo storico fantasy Ghost King di David Gemmell vede la IX Legione intrappolata per 400 anni nel Limbo prima di essere liberata da Uther Pendragon.
La Nona Legione è stata trasposta sul grande schermo anche con il film Centurion (2009) del regista Neil Marshall, nella quale i soldati sono determinati ad annientare i Pitti, mentre The Eagle (2011), adattamento del romanzo di Sutcliff diretto da Kevin Macdonald, vede un centurione alla ricerca della verità sulla fine di quella legione.
Il gruppo musicale tedesco celtic metal Suidakra ha scritto una canzone The IXth Legion che descrive la lotta della legione contro i Pitti. La canzone è disponibile sull’album Caledonia inciso nel 2006.
  


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