Mentre è alle prese con la traduzione di un film cinese da consegnare il giorno dopo, Gaia riceve per telefono un misterioso e urgente ingaggio profumatamente pagato. Dopo mezz'ora un'auto passa a prenderla a casa per condurla nel luogo in cui dovrà tradurre il dialogo tra Curti, l'agente che l'ha prelevata, e il fantomatico Mr. Wang. Prestare la sua professionalità le risulterà però difficile a causa della strana richiesta di lavorare al buio per non essere compromessa in una situazione della massima gravità. Solo dopo aver preteso e ottenuto di accendere la luce, la giovane interprete comprenderà il motivo di tanta segretezza.
In realtà, quando la luce viene accesa, Gaia scopre il motivo delle sue
difficoltà: Wang è in realtà un essere proveniente da un altro mondo. E
quell'incontro sarà destinato a cambiare la sua vita e quella di tutto
il pianeta. Come, si direbbe nella paleoastronautica, alieni in Mesopotamia abbiano insegnato il sumero alla popolazione (vedi post), forse anche il cinese ha avuto manipolazioni o provenienza da esseri di altri mondi (vedi seguente articolo) e per questo Wang dialoga con la "sua" lingua ?
Ufo e alieni in Cina (e nel lontano Oriente)
di Carlo Di Stanislao
Sono in molti poi a sostenere la grande cultura Han abbia avuto misteriose origini aliene e progenitori extraterrestri. Nel 2007, ad esempio, una incredibile scoperta archeologica ha minato le fragili fondamenta della Storia Antica Cinese. Dopo un lavoro di circa 16 anni, un gruppo di archeologi cinesi, capeggiati dal Professor Xiao Jing Jin Xi Yong, ha scoperto nei pressi della Mongolia,un grande regno sotterrano. Gli esecutori del sensazionale regno restano sconosciuti. |
Doppio avvistamento Ufo nei cieli della Cina
nello scorso mese di luglio. Dopo che il 7 l'avvistamento di un oggetto
volante non identificato aveva bloccato l'aeroporto di Hanghzhou,
capitale dello Zhenjiang
(vedihttp://centroufologicotaranto.wordpress.com/2010/07/11/resta-misterioso-lufo-avvistato-in-cina-intanto-spunta-un-video/),
nel sud del Paese, il 15, quattro oggetti volanti non identificati sono
stati notati nei cieli di un parco della municipalità di Chongqing,
nella parte sud occidentale della Cina. Molti i testimoni che giurano di
aver visto i medesimi velivoli, oggetti volanti con quattro forti luci a
forma di diamante, che avrebbero volato per oltre un'ora sullo Shaping
Park della città industriale cinese. Come per quelle dell'Ufo di
Hanghzhou, le foto degli ufo avvistati ieri sera a Chingqing sono state
messe online. Tre dei quattro velivoli avevano luci bianche mentre uno
aveva la luce rossa. Una commissione governativa composta da sei esperti
da indagando sui due avvistamenti. Gli avvistamenti di Ufo non sono
infrequenti in Cina. Ad esempio, alle ore 18.00 del 24 febbraio 2009, un
gruppo di giornalisti a bordo di un aereo di linea delle Southern
Airlines, ha notato e fotografato uno strano oggetto luminoso volare
parallelamente al loro aereo. Le foto non lasciano molto spazio ai dubbi
sulla natura non convenzionale del misterioso velivolo, ma gli stessi
testimoni hanno avuto modo di confrontare l'UFO con un normale aereo
osservato più tardi all'orizzonte, convenendo tutti che quello che
avevano visto poco prima era sicuramente un oggetto sconosciuto. In
quella occasione un ufologo cinese commentò che l'agenzia di stampa
nazionale, la Xinhua, stava dando sempre più spazio alle notizie di
carattere ufologico, seguendo quello che è un po' il trend della stampa
mondiale dal 2008, forse per preparare - ad un sorta di annuncio
pubblico del governo che probabilmente sa molto più di quanto non abbia
fin'ora rivelato sul fenomeno. Il 22 luglio dello scorso anno, durante
la spettacolare eclissi di sole, La Purple Mountain Observatory, Chinese
Academy of Sciences ha dichiarato che durante l’osservazione del
fenomeno, lo staff ha scoperto, nei pressi del Sole, un oggetto non
identificato, la cui natura fisica rimane ignota. Nella regione di
Deqing , provincia di Guangdong, un gruppo di 22 studenti che si erano
piazzati sui tetti di alcune case per ammirare l’evento astronomico, si
sono accorti della presenza di un ufo,che hanno tempestivamente filmato
con la loro fotocamera ed è visibile on-line su: http://evidenzaliena.wordpress.com/2009/07/30/cinaufo-filmato-da-alcuni-studenti-poco-prima-delleclissi-solare/.
In Cina l’ufologia è molto seguita e mentre sino agli anni ’70 circoli
ufologici dovevano agire di nascosto a causa delle sanguinose
rappresaglie scatenate dal regime verso tutto ciò che era
controcorrente; ora, finalmente, le associazioni sono pubbliche. Come la
Chinese UFO Research Organisation (CURO), che conta migliaia di
aderenti, anche negli ambienti scientifici, e qualche milione di
abbonati al proprio bollettino. Nel dicembre del '93 la CURO ha reso
noto al mondo, con un dispaccio stampa, che nel proprio Paese, negli
ultimi trent'anni, erano stati catalogati ben 6000 avvistamenti. Una
delle prime foto di UFO, scattata dall'ingegnere Chan Ching-lai il 28
ottobre 1961 nel cielo di Kaifeng, arrivò in Occidente solo undici anni
dopo grazie ad una organizzazione nipponica, la CBA International di
Yokohama, fondata nel '57 da Yusuke J. Matsumura. Nella foto diffusa si
vedeva semplicemente, nello sfondo di un cielo terso, una macchia scura
la cui sagoma poteva ricordare effettivamente un disco volante. Altro
materiale sarebbe uscito per vie traverse grazie a due ricercatori, Shi
Bo, che riuscì a pubblicare in Francia un libro intitolato "La Cina e
gli extraterrestri", e Paul Dong, nato a Canton ma rifugiatosi a
Oakland, California. Da quest'ultimo, editore del "Journal of UFO
Research", si apprende che "poiché la Cina fu chiusa al mondo per 35
anni, fu solo nel '78 che essa riconobbe gli UFO. Ciò generò
immediatamente molto interesse e fu ben presto compilato un catalogo dei
casi degli ultimi dieci anni e dei tempi antichi, comprendente 6000
casi. Naturalmente molti di questi erano dei falsi, ma la percentuale di
casi inspiegabili raggiunse il 12 per cento, contro il 5-6 degli
americani". Questi casi venivano puntualmente recensiti ed analizzati
nella rivista di Dong che nel 1981 vendeva 150.000 copie e nel 1988 ben
325.000. A dimostrazione dell'interesse dei cinesi per la materia, si
pensi che riviste più antiche e consolidate arrivavano persino al mezzo
milione di copie vendute. Una cifra bassa, se paragonata al miliardo e
trecento milioni di abitanti della Cina, ma comunque indicativa di una
crescita di interesse che ha portato, il 30 luglio del 1988, alla
celebrazione del decennale della nascita delle associazioni ufologiche
in Cina, a Guangzhou, con una kermesse che ha attirato un milione di
persone. Dal 1988 oltre la Grande Muraglia circolano libri, riviste,
francobolli ufologici e persino un documentario, "UFOs over China", di
80 minuti, che fa il punto su 5 anni di ufologia locale. Esso ha
ottenuto un enorme successo, al punto che Dong ha potuto stimare
l'esistenza di "dieci milioni di entusiasti del fenomeno UFO". Sono in
molti poi a sostenere la grande cultura Han abbia avuto misteriose
origini aliene e progenitori extraterrestri. Nel 2007, ad esempio, una
incredibile scoperta archeologica ha minato le fragili fondamenta della
Storia Antica Cinese. Dopo un lavoro di circa 16 anni, un gruppo di
archeologi cinesi, capeggiati dal Professor Xiao Jing Jin Xi Yong, ha
scoperto nei pressi della Mongolia,un grande regno sotterrano. Gli
esecutori del sensazionale regno restano sconosciuti. L'aspetto certo è
che il regno risale al Paleolitico ma gli esecutori erano raffinati.
Aspetto ancor più intrigante è che sono state trovate delle statuine
(oltre a degli scheletri) tutte di colore nero, molte incurvate. Le
statue trovate hanno la forma di insetti, umani, bestie (tra cui anche
quelle di un drago) e divinità. Le statuine ricordano il cosiddetto
"Uomo di Pechino". L'aspetto davvero sconvolgente è quello che il
periodo è il Paleolitico Superiore (35.000/10.000 anni fa), dove mentre
in Europa il clima era quasi Glaciale, dove Mammuth e Rinoceronti Lanosi
scorazzavano nei pressi dei primi Homo Sapiens Sapiens, qui in Cina
qualcuno era già in grado di costruire un gigantesco e misterioso Regno
Sotterraneo, un Civiltà evoluta in grado di creare statuine di varie
entità elaborate e perfette. E per di più avevano tutte le statuine
umanoidi il colore nero o per un innocuo colore della pietra o per
qualche riferimento ad esseri intelligenti di origine diversa da quelli
Han che avrebbero poi dato vita alla storia nota cinese. E vi è una
scoperta ancora più antica ed inquietante, Nel 1937, nelle montagne di
Baian-Kara-Ula, tra i sentieri poco invitanti che si trovano sul confine
che divide Cina e Tibet. Una spedizione archeologica, guidata dal
professor Chi Pu Tei, scoprì una serie di sepolture all’interno di grotte le quali si aprono in quei luoghi. Ciò che il professore e il suo team
trovarono in queste cavità sconosciute, sarebbe presto stato
considerato come qualcosa di molto insolito. Per alcuni si tratterebbe
di una delle più grandi scoperte archeologiche del novecento, in grado
di cambiare la percezione che generalmente si ha della preistoria. Chi
Pu Tei, un professore di archeologia all’università di Pechino, diresse
l’indagine archeologica in una serie di caverne interconnesse. In un
rapporto ha rilevato che queste aperture nella roccia potrebbero essere
state scavate artificialmente, apparendo più simili a un complesso
sistema di gallerie e magazzini sotterranei. Le pareti erano squadrate e
vetrificate, come scolpite dalla montagna grazie a una fonte di calore
estremo. All’interno delle grotte furono trovati luoghi di sepoltura
dall’apparenza molto antica - disposti in modo ordinato - e in essi vi
erano i resti scheletrici di esseri umani dallo strano aspetto. Gli
scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di
altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta
cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo. In un primo
momento, fu suggerito che potevano trattarsi dei resti di una specie
sconosciuta di gorilla di montagna. Sulle prime, la comunità dei
ricercatori mise in ridicolo le conclusioni di Chi Pu Tei, pubblicate
con un articolo. L’immagine di un gorilla che seppellisce i suoi piccoli
dentro una caverna non poteva che suscitare il riso, ma ha comunque
lasciato in sospeso delle questioni importanti sulle quali riflettere:
“A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli
scheletri? Ed erano davvero esseri umani?” Altre scoperte, compiute più
profondamente dentro le grotte, eliminarono la possibilità che delle
scimmie avessero vissuto lì dentro. Sulle pareti scolpite, infatti,
furono trovati dei pittogrammi rappresentanti degli astri celesti. Vi
erano raffigurati la terra, il sole, la luna oltre a diversi gruppi
stellari, ed erano tutti collegati tra loro da una serie di puntini che
formavano delle linee. Era ovvio che le immagini dovevano essere una
specie di mappa o un grafico di qualche tipo, e che furono create da
esseri intelligenti. Uno dei dischi conservati meglio è stato datato tra 10.000 e 12.000 a.C.,
perciò di gran lunga più vecchio di ogni possibile datazione delle
piramidi egizie. Alla fine, venne trovato un totale di 716 lastre
circolari, e ciascuna di queste ha un proprio mistero. Le scanalature, a
un esame più approfondito, non risultano essere semplici solchi, ma la
riga continua a spirale di una scrittura sconosciuta. Dopo anni
di ricerche il team riuscì anche ad interpretare le misteriose incisioni
che ricoprivano i dischi. Il racconto che ne emerse fu talmente
sconvolgente e strabiliante da convincere le autorità a non divulgare
nulla e, quindi, a celare i risultati degli studi e delle analisi
effettuati. Dopo molti anni il Prof. Tsum Um-Nui, grande studioso cinese
di civiltà antiche, nonostante il divieto delle autorità militari e
politiche, in un'apparizione pubblica rese noto il resoconto dei suoi
studi e delle traduzioni dei geroglifici. Ecco uno stralcio della sua
relazione: "Da un pianeta lontano 12.000 anni luce giunsero un giorno
delle astronavi. Atterrarono in Tibet con gran fragore, dieci volte,
sino al sorgere del Sole. Gli uomini, le donne ed i bambini (terrestri)
si rifugiarono nelle caverne. Questi viaggiatori vennero chiamati Dropa o
Kham. Infine gli Umani compresero, dai segni e dal comportamento, che i
visitatori venuti dal cielo avevano intenti pacifici e i Dropa poterono
avvicinarli". Quando il Prof. Tsum Um-Nui morì per un attacco cardiaco
nel 1965, i suoi eredi scoprirono che tutti i suoi appunti, frutto di
anni di studio, erano spariti. Quanto ai dischi, ne riporta notizia per
l'ultima volta l'ufologo viennese Peter Krassa, che nel 1975 li vide
esposti, e li fotografò, in una teca del museo Bampo a Xian (Cina).
Dopo, dei dischi di Bayan Kara Ula si è persa ogni traccia. Già nel IV
secolo a.C. le documentazioni storiche del Celeste Impero parlavano di
popoli biondi, dallo spirito guerriero, presenti nelle zone di confine,
in quello che oggi si chiama Turkestan cinese o Xinjiang (Cina
occidentale) e il ritrovamento di 400 mummie di razza celtica proprio
nel deserto del Turkestan nel maggio scorso ha reso veritiera tale
ipotetica affermazione. Una di queste mummie spontanee, con capelli e
barba rossicci con spruzzi di grigio, un naso lungo e un’altezza
considerevole, quasi 2 metri, chiamato “l’uomo di Cherchen” è stata
trasportato in un museo della capitale della provincia dell’Urumgi e
l’analisi del Dna ha rivelato con le popolazioni celtiche dell’Età del
Bronzo. Ora va detto, che Madame Helena Petrova Blavatsky (madre della
Teosofia) nel suo libro "La dottrina segreta", parla diffusamente di
come nel bacino del Tarim, in luoghi desertici ove nessun europeo
moderno ha mai messo piede esistono gallerie segrete nelle quali sono
contenute, al sicuro, immense biblioteche nelle quali sono conservati
migliaia di preziosi volumi riguardanti l'antica Dottrina Segreta, una
forma di religione universalmente diffusa nel mondo. Tale scienza
occulta è stata celata e momentaneamente "perduta" per il profano perché
se svelata a una moltitudine impreparata sarebbe estremamente
pericolosa. E, soprattutto, tale scienza avrebbe origine extraterrestre e
si sarebbe poi diffusa in soprattutto in oriente e più segnatamente in
Cina. Sempre negli anni trenta dello scorso secolo, l'archeologo russo
Pyotr Kuzmich Koslov, durante alcuni scavi archeologici della città di
Khara Khoto, trovò un'antichissima tomba risalente a 18 mila anni fa.
Sulle pareti erano raffigurati la coppia di sovrani sepolta ed un
curioso simbolo formato da un cerchio diviso in quattro settori e con la
lettera greca M, o Mu. Questa città, secondo il colonnello britannico
James Churchward, era in realtà la mitica Uighur, una importante colonia
del continente scomparso di Mu. Questo vasto continente comprendeva
molte delle attuali isole dell'Oceano Pacifico, tra cui le isole Fiji,
le Marianne, Ponape, le Tonga, le Caroline fino ad arrivare all'isola di
Pasqua, come testimoniano le varie rovine megalitiche ritrovate su
quasi tutte le isole del Pacifico. Queste rovine presentano tra loro
delle similitudini impressionanti; questo fa pensare che un tempo esse
facevano parte infatti di un'unica grande terra ormai scomparsa, e che
ciò che rimane oggi non siano altro che le vette più alte dei monti che
affiorano dall'acqua. Oltre alle leggende anche i saggi cinesi
raccontano di un'epoca remotissima in cui in questa zona, dove oggi c'è
il deserto, si estendeva il Mar di Gobi nel quale si trovava un'isola
abitata da "uomini bianchi dai capelli biondi o rossi e occhi azzurri"
da cui sarebbe nata anche la loro civiltà. La cosa ancor più
stupefacente è che, a detta di questi saggi, questo antico popolo venne
dal cielo, discesi dalla grande "Stella Bianca", nome che gli antichi
Indiani, cinesi e tibetani davano al pianeta Venere, ed avrebbero
apportato agli abitanti del luogo notevoli conoscenze. Nella zona furono
trovate enormi gallerie che componevano una rete di tunnel, disposte in
modo da sbucare in piccole piazze da cui partivano condotti, che si
ricongiungevano con altre consimili reti per tutto il deserto del Gobi.
Il tutto come si trattasse di un lavoro ciclopico svolto da un popolo
evoluto. Secondo gli scienziati questo sistema di gallerie potrebbe
arrivare addirittura in Cina ed in Tibet: infatti da quel che dicono i
monaci tibetani è qui che si troverebbe la capitale di Agharti, e i
condotti si collegherebbero al palazzo del Dalai Lama a Lhasa. Purtroppo
nonostante i ritrovamenti di queste grotte in tutto il mondo non si è
potuto procedere oltre a causa di imponenti crolli che ne hanno
ostacolato per sempre l'ingresso a causa delle loro ciclopiche
dimensioni; altre volte sono stati occultati deliberatamente gli
ingressi dai saggi che conoscono l'ubicazione delle entrate, o altre
ancora si dice che gli stessi abitanti del sottosuolo, ancora vivi e
vegeti, ne avrebbero mascherato gli accessi. Infine ricordiamo che, agli
inizi degli anni '90, la rivista tedesca Der Bund, pubblicava un
articolo intitolato "Le Piramidi del Lago Tungfling" riguardante la
scoperta compiuta da un team di archeologi guidati dal Prof. Chi Pen-Lao
dell'Università di Pechino, di alcune piramidi alte circa 300 metri,
situate nei fondali del Lago Tungfling, nello stato dello Yunnan, al
confine tra Tibet e Cina. Le piramidi, di cui non è stata ancora
determinata l'età, secondo il Prof. Pen-Lao, sarebbero state inghiottite
dalle acque del lago in seguito ad un terribile cataclisma avvenuto
circa tremila anni orsono. Su un'isola dello stesso lago e sulle pareti
dei monti che lo circondano sono stati ritrovati geroglifici e disegni
straordinari, risalenti a circa 45 mila anni fa, raffiguranti personaggi
con arnesi simili a trombe musicali, che gli archeologi presumono
trattarsi di armi. Nella parte superiore di tali iscrizioni rupestri
spiccano enigmatici oggetti cilindrici che navigano nel cielo, aventi
come passeggeri esseri umani recanti trombe più piccole. Il Prof. Chi
Pen-Lao, in una intervista per il quotidiano Ximing Evening News, parlò
di un popolo antichissimo che abitava in alcune caverne di una zona
remota ed inesplorata delle montagne di Nimu, a 5000 metri di quota, nel
Tibet occidentale, vicino al confine con la Cina. La tribù, avvicinata
per la prima volta da una pattuglia di militari, era composta da circa
300 individui, alti un metro e trenta, che parlavano un linguaggio
incomprensibile e si coprivano con foglie e pellicce. In altre caverne,
situate sui monti di Bayan Kara Ula, erano state scoperte delle
incisioni rappresentanti il Sol levante, la Luna e le stelle, collegate
ad una raffigurazione della Terra tramite un nugolo di puntini che
indicherebbero la via percorsa dai cosmonauti. Un'altra curiosa vicenda,
che riguarda la regione in questione, viene narrata nel libro "La
caverna degli antichi" (Ediz. Ubaldini - 1976) il cui autore, il monaco
tibetano Lobsang Rampa Chakpori, racconta che molti anni prima un altro
Lama, il maestro Dondup Mingyar, gli aveva rivelato l'esistenza di una
grotta straordinaria, ricca di congegni misteriosi, occultata tra le
montagne tibetane. L'unica foto esistente, risalente al 1910, della
coppia reale degli Dzopa o DropaIl maestro Mingyar, nel libro, racconta
così la sua esperienza: "… ero con altri tre Lama e stavamo esplorando
alcune catene montuose tra le più remote, allo scopo di scoprire la
causa di un forte boato udito qualche settimana prima. Perlustrando le
vette circostanti, individuammo una grande crepa molto profonda che
immetteva in una 'caverna degli antichi'. Penetrammo tutti e quattro
nella crepa e dopo alcuni metri notammo che una debole luce argentea,
mai vista prima, illuminava un'ampia ed enorme sala, come se la montagna
fosse vuota. Mentre avanzavamo constatammo con grande stupore che la
luce argentea illuminava anche degli apparecchi e altri meccanismi
strani. Alcuni di questi si trovavano dentro dei contenitori di vetro,
mentre altri si potevano toccare”.
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