Re Iperione ha un progetto folle: liberare i Titani.
Siamo nel 1200 a.C., gli dei dell'Olimpo da tempo immemore hanno
sconfitto i Titani e li hanno rinchiusi nel monte Tartaro, solo l'arco
forgiato da Marte potrà liberarli. Nessuno però sa dove sia nascosto e
solo una veggente potrebbe rivelarlo.
Tra Iperione e la veggente sta però Teseo, figlio bastardo, ripudiato dalla propria città, ma pronto a battersi contro l'uomo che davanti ai suoi occhi ha sgozzato la madre. Il suo asso nella manica è che nonostante non lo sappia nemmeno lui, Teseo da quando è bambino è stato in realtà addestrato da Zeus in persona.
Tra Iperione e la veggente sta però Teseo, figlio bastardo, ripudiato dalla propria città, ma pronto a battersi contro l'uomo che davanti ai suoi occhi ha sgozzato la madre. Il suo asso nella manica è che nonostante non lo sappia nemmeno lui, Teseo da quando è bambino è stato in realtà addestrato da Zeus in persona.
Gli dei dell'Olimpo potrebbero essere stati alieni ed i Titani i loro nemici? In molte culture si narrano battaglie nei cieli nell'antichità ma le analogie tra mitologia greca (in questo caso) ed interventi "divini" non sono poche.
I
Titani, divinità minori della mitologia greca e latina, figli di Urano
(Dio del cielo) e Gea (Dea terra); erano esseri giganteschi e dotati di
forza sovrumana. Svolsero il difficile compito di forgiare per gli Dei
le folgori celesti e, come ci raccontano le leggende, scalando le
montagne, tentarono l’ascesa all’Olimpo e si ribellarono a Saturno.
Gli
dei incaricarono i Ciclopi (esseri giganteschi), di forgiare le loro
folgori e questi, abilissimi fabbri, le crearono grandi e potenti. I
Titani furono sconfitti, uccisi e gettati nel Tartaro mentre altri
giganti loro fratelli tentarono la rivalsa ma, con esito negativo.
La mitologia greca contiene un importante riferimento che potrebbe aiutarci in quest'opera di analisi: l'ammonimento di Laocoonte.
Di Laocoonte ci parla Virgilio nel libro secondo dell’Eneide: Enea, nel suo viaggio verso l’Italia approda alla corte di Didone. Silenti ed attenti gli ascoltatori (contictuere omnes intentique ora tenebant), racconta alla regina l’indicibile fine di Troia (Infandum regina iubes renovare dolorem).
Egli riferisce che, dopo dieci anni di assedio, una mattina i Troiani videro che i Greci erano nottetempo partiti, lasciando sulla spiaggia un enorme cavallo di legno (Cavallo di Troia).
Prima di accettare il regalo che poi rappresentò la distruzione di Troia, Laocoonte, sacerdote di Nettuno, tentò di avvertire i Troiani che si erano divisi in due fazioni, quelli che credevano al regalo e quelli che invece erano scettici (Equo ne credite, Teucri. Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes). E per rafforzare il proprio scetticismo lanciò verso il ventre del cavallo una lancia che vi si conficcò con cupo rimbombo. (Stetit illa tremens, uteroque recusso insonuere cavae gemitumque dedere cavernae).
I Troiani esitavano ancora, nel dubbio che il cavallo potesse costituire un presagio favorevole, quando due terribili serpenti marini uscirono dal mare avvolgendo nella loro stretta mortale i figli di Laocoonte, con cui egli perì cercando invano di salvarli. I Troiani, convinti che quello fosse un segno del cielo, non ascoltarono il consiglio di Laocoonte e introdussero il cavallo in città, contribuendo così alla propria distruzione.
Seguiamo il brano che narra l'ammonimento fino al lancio che colpisce il Cavallo:
Di Laocoonte ci parla Virgilio nel libro secondo dell’Eneide: Enea, nel suo viaggio verso l’Italia approda alla corte di Didone. Silenti ed attenti gli ascoltatori (contictuere omnes intentique ora tenebant), racconta alla regina l’indicibile fine di Troia (Infandum regina iubes renovare dolorem).
Egli riferisce che, dopo dieci anni di assedio, una mattina i Troiani videro che i Greci erano nottetempo partiti, lasciando sulla spiaggia un enorme cavallo di legno (Cavallo di Troia).
Prima di accettare il regalo che poi rappresentò la distruzione di Troia, Laocoonte, sacerdote di Nettuno, tentò di avvertire i Troiani che si erano divisi in due fazioni, quelli che credevano al regalo e quelli che invece erano scettici (Equo ne credite, Teucri. Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes). E per rafforzare il proprio scetticismo lanciò verso il ventre del cavallo una lancia che vi si conficcò con cupo rimbombo. (Stetit illa tremens, uteroque recusso insonuere cavae gemitumque dedere cavernae).
I Troiani esitavano ancora, nel dubbio che il cavallo potesse costituire un presagio favorevole, quando due terribili serpenti marini uscirono dal mare avvolgendo nella loro stretta mortale i figli di Laocoonte, con cui egli perì cercando invano di salvarli. I Troiani, convinti che quello fosse un segno del cielo, non ascoltarono il consiglio di Laocoonte e introdussero il cavallo in città, contribuendo così alla propria distruzione.
Seguiamo il brano che narra l'ammonimento fino al lancio che colpisce il Cavallo:
...
scinditur incertum studia in contraria vulgus.
Primus ibi ante omnis magna comitante caterva
Laocoon ardens summa decurrit ab arce,
et procul 'o miseri, quae tanta insania, cives?
creditis avectos hostis? aut ulla putatis
dona carere dolis Danaum? sic notus Ulixes?
aut hoc inclusi ligno occultantur Achivi,
aut haec in nostros fabricata est machina muros,
inspectura domos venturaque desuper urbi,
aut aliquis latet error; equo ne credite, Teucri.
quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentis.'
sic fatus validis ingentem viribus hastam
in latus inque feri curvam compagibus alvum
contorsit. stetit illa tremens, uteroque recusso
insonuere cavae gemitumque dedere cavernae.
...
Stava tra questi due contrari in forse
in due parti diviso il volgo incerto;
quando con gran caterva e con gran furia
da la ròcca discese, e di lontano
gridò Laocoonte: "O ciechi, o folli,
o sfortunati! agli nemici, a' Greci
date credenza? a lor credete voi
che sian partiti? e sarà mai che doni
siano i lor doni, e non piú tosto inganni?
Cosí v'è noto Ulisse? O in questo legno
sono i Greci rinchiusi, o questa è macchina
contra alle nostre mura, o spia per entro
ai nostri alberghi, o scala o torre o ponte
per di sopra assalirne. E che che sia,
certo o vi cova o vi si ordisce inganno,
ché de' Pelasgi e de' nemici è 'l dono".
Ciò detto, con gran forza una grand'asta
avventogli, e colpillo, ove tremante
stette altamente infra due coste infissa:
e 'l destrier, come fosse e vivo e fiero,
fieramente da spron punto cotale,
si storcé, si crollò, tonogli il ventre,
e rintonâr le sue cave caverne.
...
scinditur incertum studia in contraria vulgus.
Primus ibi ante omnis magna comitante caterva
Laocoon ardens summa decurrit ab arce,
et procul 'o miseri, quae tanta insania, cives?
creditis avectos hostis? aut ulla putatis
dona carere dolis Danaum? sic notus Ulixes?
aut hoc inclusi ligno occultantur Achivi,
aut haec in nostros fabricata est machina muros,
inspectura domos venturaque desuper urbi,
aut aliquis latet error; equo ne credite, Teucri.
quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentis.'
sic fatus validis ingentem viribus hastam
in latus inque feri curvam compagibus alvum
contorsit. stetit illa tremens, uteroque recusso
insonuere cavae gemitumque dedere cavernae.
...
Stava tra questi due contrari in forse
in due parti diviso il volgo incerto;
quando con gran caterva e con gran furia
da la ròcca discese, e di lontano
gridò Laocoonte: "O ciechi, o folli,
o sfortunati! agli nemici, a' Greci
date credenza? a lor credete voi
che sian partiti? e sarà mai che doni
siano i lor doni, e non piú tosto inganni?
Cosí v'è noto Ulisse? O in questo legno
sono i Greci rinchiusi, o questa è macchina
contra alle nostre mura, o spia per entro
ai nostri alberghi, o scala o torre o ponte
per di sopra assalirne. E che che sia,
certo o vi cova o vi si ordisce inganno,
ché de' Pelasgi e de' nemici è 'l dono".
Ciò detto, con gran forza una grand'asta
avventogli, e colpillo, ove tremante
stette altamente infra due coste infissa:
e 'l destrier, come fosse e vivo e fiero,
fieramente da spron punto cotale,
si storcé, si crollò, tonogli il ventre,
e rintonâr le sue cave caverne.
...
Che analogia può avere l'ammonimento di Laocoonte che esorta a non accettare i falsi doni dei Greci, con il "Beware the bearers of FALSE gifts" del CD alieno?
Nell'agosto del 1991 a Milk Hill vicino Alton Barnes (Wiltshire, UK), fu trovata un'iscrizione nel campo, un crop anomalo:
Di quell'iscrizione furono proposte almeno tre decodifiche, e forse la più suggestiva fu quella di Gerald Hawkins che portava al latino OPPONO ASTOS, cioè "mi oppongo agli imbrogli" (nel CD alieno: We OPpose DECEPTION, "ci opponiamo all'inganno").
In latino la parola "astos" fu usata per descrivere il dono del Cavallo di Troia, fatto dai Greci ai Troiani. La nuova formazione con il volto dell'alieno è, secondo la mia interpretazione, un piccolo capolavoro artistico intriso di raffinatezze, di citazioni, di informazioni codificate, in sostanza una favolosa meta-opera.
Un'opera che appartiene a un "mito nuovo" e contemporaneamente cita un "mito storico", un'opera che soltanto "apparendo" cita sé stessa affondando le sue radici nella mitologia, perché? Perché l'autore, o meglio gli autori, hanno consegnato ai terrestri (che si sono divisi in due fazioni: quelli che credono ai crops e quelli che invece sono scettici) una formazione "Cavallo di Troia", con allegato un CD in cui compare l'ammonimento di Laocoonte a rimanere scettici. Accetteranno i terrestri questo "Cavallo di Troia" donato degli alieni?
I Titani sono stati liberati da Re Iperione nella loro prigione sul monte Tartaro. Gli dei, che già li avevano combattuti e sconfitti un tempo, ritornano sul posto per rinchiuderli definitivamente. Questo brano della mitologia è una trasposizione di ciò che successe nella notte dei tempi tra fazioni aliene in guerra? A destra la dea Atena. |
Esseri Alieni hanno interagito da sempre con gli esseri umani.
Nell’antichità essi erano visti come dei, atti all’interazione diretta
per lo sviluppo della civiltà umana, poi l’interazione diretta è finita
quando non sarebbero stati più identificati come dei, ma come alieni o
come qualcosa di terrificante di cui non se ne conosce l’origine. Questo
ha portato ad una nuova interazione silenziosa o nascosta, ma
mantenendo inalterati i rapimenti alieni. Questi rapimenti (o
abductions) sono narrati dalle culture più antiche fino ad oggi, specie
quelli che riguardano ibridi alieni, come narra il libro di Enoch, dove
dice che Lamech, (figlio di Matusalemme), dopo un incontro con creature
angeliche, testimonia di aver generato uno strano figlio che non è
simile all’uomo, ma somiglia fortemente ai figli degli angeli del cielo
(gli alieni), e che la sua natura di questo ibrido è diversa dalla
nostra.
A tutto ciò si va ad aggiungere che non esiste un solo periodo della storia umana, che non riporti avvistamenti di UFO ed incontri con Alieni.
In passato gli UFO erano visti come Dei, ed inoltre allora qualsiasi cosa aliena veniva vista in chiave mitologica, poiché davanti ad essa si provava paura e c’era bisogno di una giustificazione logica per spiegare cose che sembravano assurde.
Infatti tutti gli antichi popoli parlano degli UFO in chiave mitologica, come se fossero dei, che talvolta intervenivano anche nei conflitti degli uomini. Ad esempio Quezalcoatl in Messico, Indra in India, Pvada Sabava in Tibet, i Celestiali in Cina, gli onorevoli Dei in Giappone, Horus in Egitto, Zeus in Grecia, Odino nell'Europa del nord, Cheisven in Galles, Leacoscia in Perù, il grande spirito negli USA, i signori del cielo in Persia, i Nommos nel Mali, gli Apkallu e Oannes nel golfo persico, Leviatan nella Bibbia, gli Anunnaki nei Sumeri, ecc.. Tutti che volano su: uova, carri aerei, carri celesti vibranti, occhi volanti, perle spaziali, veicoli luminosi e di metallo.
I Sumeri, gli esquimesi, i teutoni, gli incas, i maya, i rapuani, gli abitanti del Tibet, dell’India, delle nuove Ebridi, si dicono tutti discendenti degli dei venuti dal cielo, che questi dei insegnarono cognizioni moderne agli uomini prima di andarsene e che per lungo tempo gli dei hanno abitato tra gli uomini, andando e venendo dallo spazio periodicamente.
Gli antichi greci parlano della Gorgone, come qualcosa metallico (di bronzo) e luminoso (fiammeggiante), di aspetto alieno (mostruoso) e con il potere di paralizzare gli uomini con un raggio paralizzante (lo sguardo), esattamente come descritto anche nei miti americani.
I miti americani parlano di una razza di giganti creata dagli dei prima dal diluvio (come la Bibbia!).
È stato rinvenuto in Messico un cranio bicefalo, appartenente ad un essere che doveva essere simile a quello che appare nel pittogramma di Mojave (Arizona) o simile all’uomo “gufo” rappresentato nella piana di Nazca. Si tratta di un tipo di cranio indica una divinità celeste comune a molte colture antiche. Quindi potrebbe essere il cranio di un alieno o di un sacerdote a cui glielo hanno deformato per farlo apparire simile all’alieno scambiato per una divinità celeste. In cronache in sanscrito si parla dei Vimana, che erano macchine volanti che tuonando vomitavano fuoco e mercurio fluido.
Il fatto che la prima astronave discese sulla Terra nel 18617841 a.C. è affermato dal “libro dei morti” egiziano, il “libro di Dyzan” e le tavole di Cuthca, i quali dicono anche che solo 18 milioni d’anni fa un’umanità primitiva iniziò a svilupparsi, ma non avrebbe potuto andare oltre un certo limite se non ci fosse stato un aiuto esterno. Infatti nel 18617841 a.C., secondo le tavole Brahminiche, il Signore della fiamma con la sua astronave scese per la prima volta sulla Terra. Egli venne con quattro grandi signori e cento assistenti per mutare l’essere androgeno che vagava per il pianeta, nell’uomo pensante e sessuato. Il libro di Dyzan ci dice che in passato la Terra scrollo gli uomini dal suo dorso (con lo spostamento dei poli) ogni volta che superavano la madre. Il corpo che doveva ospitare la vita era stato modellato dalla Terra, tuttavia prima che il corpo dell’uomo ospitasse l’anima (la scintilla), accoppiamenti stupidi da parte dell’uomo vuoto generarono le scimmie. Poi gli dei si imbarcarono sulla loro astronave fiammeggiante, sfrecciarono nell’aria, ed atterrarono sull’Isola Bianca che sorgeva nel mare di Gobi. Oggi in quel posto c’è il deserto.
Ovviamente è possibile che la data dei 18 milioni di anni fa sia del tutto simbolica e si riferisca, invece, ad epoche remote di cui gli egiziani non potevano calcolare la data.
C’è infine da aggiungere che quasi sicuramente questa fatidica data e tutta la faccenda si riferiscono non al primo ma ad un ennesimo intervento sul nostro pianeta da parte di intelligenze esterne. Nazca probabilmente era un punto di atterraggio (o di passaggio) di astronavi del passato, ma altrettanti punti li troviamo a 400 km di distanza in Perù a Mollendo, e altrettanto in Cile presso Antofagasta e a Pintados, e ancora a Pisco e nel deserto di Tarapacar. Dunque, quella che sembra una vera e propria rete di atterraggio per navi spaziali. In questi siti sono state trovate statuine in bronzo rivestite di tute e caschi spaziali con occhialetti simili agli occhi degli insetti (i grigi?).
Nella baia peruviana di Pisco esiste su di una scoscesa parete la figura di un "candelabro" di 250 metri o di una freccia che indica Nazca. Si tratta probabilmente della figura del candelabro ebreo, che guarda caso è il simbolo fatto costruire dal “Signore” a Mosè dopo che glielo aveva mostrato sul luogo dove era atterrato con la sua astronave. Si dice che questo candelabro, guarda caso, fosse il simbolo di Atlantide, ed infatti è la rappresentazione perfetta delle sette torri della capitale atlantidea e, al tempo stesso, è la rappresentazione della struttura della capitale atlantidea, evidenziando i canali circolari e concentrici, e la via che li attraversava tutti.
Le grandi figure visibili dall'alto erano certamente state erette da popoli dell'antichità che volevano farsi notare dalle astronavi aliene (viste come dei) che passavano continuamente su dei punti geografici prefissati. Insomma, si tratta certamente del primo tentativo documentato di entrare in contatto con esseri alieni.
C'è da evidenziare il fatto che le grandi figure visibili solo dall'alto erano molte di più in antichità, ed infatti quelle che ci sono giunte intatte fino a noi sono solo delle figure poste in luoghi che miracolosamente non sono stati stravolti dall'uomo e dalla natura.
In tutto il mondo sono state trovate statuette che raffigurano uomini, donne e bambini con fattezze insettiformi o comunque serpentiformi, risalenti fino ad oltre il 5500 a.C. e che presentano anche il particolare del cranio allungato. Inoltre sono stati trovati abnormi teschi di forma ovale e allungata ad Abido in Egitto, in mesoamerica, in antiche tombe Sumere a Kish, Jadmet e Nast. La pratica di allungamento del cranio potrebbe essere stata attuata per l’imitazione di quella che sembra una razza divina rettiloide scesa dal cielo o tali esseri potrebbero essere semplicemente degli ibridi umani-rettiloidi. Sembra certo che per un certo periodo di tempo, una razza diversa dalla nostra frequentava gli umani. Sembra essere una razza serpentiforme, alta e slanciata, con conoscenze avanzate, e temuta dagli umani; alcuni popoli divinizzarono questa razza diversa, scolpendo statuine che ritraevano questa razza nei momenti più disparati, anche in scene di maternità (una donna serpentiforme con in braccio un neonato serpentiforme) .
Gli uomini-serpente delle stanze di Dyzan fecero pace con la quinta razza, ammaestrandola ed istruendola. Noi saremmo la quinta umanità: altre quattro civiltà evolute ci avrebbero preceduto, scomparendo a causa di eventi naturali o artificiali. Questa razza serpente dovrebbe essere quella che divulgò il sapere nascosto agli uomini.
Enoch parla di esseri serpente che ingannarono Eva, e che insegnarono agli umani delle cose particolari.
I Serafini vengono definiti “serpenti fiammegianti”, anche se bisogna considerare che “Serafini” significa gli ardenti, i brucianti, vale a dire esseri costituiti da energia pura (come i ben documentati alieni parafisici) e quindi non fisici come gli alieni serpentiformi.
Statuette sciamaniche risalenti al 900 a.C. riportano di un essere con la testa di capra che sembra dominare gli esseri serpentiformi.
I Sumeri adoravano un essere serpentiforme dagli occhi splendenti; antiche scritture parlano dei Veglianti dai capelli bianchi, definiti come stranieri dal volto di vipera. Inoltre il rettile è sempre presente nei miti della creazione di tutti gli antichi popoli del mondo.
Sembrerebbe che esseri serpentiformi considerati invasori dominarono in qualche modo l’Egitto per 13420 anni, fino al 3100 a.C.; inoltre i crani ovali allungati di Abido apparterrebbero agli ultimi discendenti di questi invasori.
In conclusione, tale razza rettiloide potrebbe essere il modo con cui gli antichi hanno voluto rappresentare degli esseri ibridi umano-alieni, che verosimilmente gli alieni avrebbero creato per insegnare direttamente cose agli esseri umani. Ed in effetti, le fattezze rettiloidi, insettiformi o serpentiformi, potrebbero derivare dalle fattezze degli alieni detti Grigi come risultavano dagli ibridi umanoidi creati da questi alieni. Ma queste sono solo ipotesi.
Proseguendo con le ipotesi, non si può non menzionare l'ipotesi che gli esseri serpentiformi raccontati dagli antichi altro non fossero che la razza aliena antagonista dei Grigi, cioè quella che gli stessi Grigi ci dipingono come malvagia in una lunga serie di loro messaggi all'umanità, dalla Bibbia ai messaggi nel grano recenti. A dire il vero, è abbastanza diffusa l'idea dell'esistenza di una razza aliena umanoide dalle fattezze serpentiformi, che si comporterebbe in modo malvagio nei confronti dell'umanità e che avrebbe stretto patti segreti con gli USA e l'URSS durante la guerra fredda. Ma mentre esistono ampie prove tangibili dell'esistenza e delle fattezze degli alieni Grigi, invece non esistono prove fotografiche o filmate che dimostrano oltre qualsiasi dubbio l'esistenza degli alieni serpentiformi.
A tutto ciò si va ad aggiungere che non esiste un solo periodo della storia umana, che non riporti avvistamenti di UFO ed incontri con Alieni.
In passato gli UFO erano visti come Dei, ed inoltre allora qualsiasi cosa aliena veniva vista in chiave mitologica, poiché davanti ad essa si provava paura e c’era bisogno di una giustificazione logica per spiegare cose che sembravano assurde.
Infatti tutti gli antichi popoli parlano degli UFO in chiave mitologica, come se fossero dei, che talvolta intervenivano anche nei conflitti degli uomini. Ad esempio Quezalcoatl in Messico, Indra in India, Pvada Sabava in Tibet, i Celestiali in Cina, gli onorevoli Dei in Giappone, Horus in Egitto, Zeus in Grecia, Odino nell'Europa del nord, Cheisven in Galles, Leacoscia in Perù, il grande spirito negli USA, i signori del cielo in Persia, i Nommos nel Mali, gli Apkallu e Oannes nel golfo persico, Leviatan nella Bibbia, gli Anunnaki nei Sumeri, ecc.. Tutti che volano su: uova, carri aerei, carri celesti vibranti, occhi volanti, perle spaziali, veicoli luminosi e di metallo.
I Sumeri, gli esquimesi, i teutoni, gli incas, i maya, i rapuani, gli abitanti del Tibet, dell’India, delle nuove Ebridi, si dicono tutti discendenti degli dei venuti dal cielo, che questi dei insegnarono cognizioni moderne agli uomini prima di andarsene e che per lungo tempo gli dei hanno abitato tra gli uomini, andando e venendo dallo spazio periodicamente.
Gli antichi greci parlano della Gorgone, come qualcosa metallico (di bronzo) e luminoso (fiammeggiante), di aspetto alieno (mostruoso) e con il potere di paralizzare gli uomini con un raggio paralizzante (lo sguardo), esattamente come descritto anche nei miti americani.
I miti americani parlano di una razza di giganti creata dagli dei prima dal diluvio (come la Bibbia!).
È stato rinvenuto in Messico un cranio bicefalo, appartenente ad un essere che doveva essere simile a quello che appare nel pittogramma di Mojave (Arizona) o simile all’uomo “gufo” rappresentato nella piana di Nazca. Si tratta di un tipo di cranio indica una divinità celeste comune a molte colture antiche. Quindi potrebbe essere il cranio di un alieno o di un sacerdote a cui glielo hanno deformato per farlo apparire simile all’alieno scambiato per una divinità celeste. In cronache in sanscrito si parla dei Vimana, che erano macchine volanti che tuonando vomitavano fuoco e mercurio fluido.
Il fatto che la prima astronave discese sulla Terra nel 18617841 a.C. è affermato dal “libro dei morti” egiziano, il “libro di Dyzan” e le tavole di Cuthca, i quali dicono anche che solo 18 milioni d’anni fa un’umanità primitiva iniziò a svilupparsi, ma non avrebbe potuto andare oltre un certo limite se non ci fosse stato un aiuto esterno. Infatti nel 18617841 a.C., secondo le tavole Brahminiche, il Signore della fiamma con la sua astronave scese per la prima volta sulla Terra. Egli venne con quattro grandi signori e cento assistenti per mutare l’essere androgeno che vagava per il pianeta, nell’uomo pensante e sessuato. Il libro di Dyzan ci dice che in passato la Terra scrollo gli uomini dal suo dorso (con lo spostamento dei poli) ogni volta che superavano la madre. Il corpo che doveva ospitare la vita era stato modellato dalla Terra, tuttavia prima che il corpo dell’uomo ospitasse l’anima (la scintilla), accoppiamenti stupidi da parte dell’uomo vuoto generarono le scimmie. Poi gli dei si imbarcarono sulla loro astronave fiammeggiante, sfrecciarono nell’aria, ed atterrarono sull’Isola Bianca che sorgeva nel mare di Gobi. Oggi in quel posto c’è il deserto.
Ovviamente è possibile che la data dei 18 milioni di anni fa sia del tutto simbolica e si riferisca, invece, ad epoche remote di cui gli egiziani non potevano calcolare la data.
C’è infine da aggiungere che quasi sicuramente questa fatidica data e tutta la faccenda si riferiscono non al primo ma ad un ennesimo intervento sul nostro pianeta da parte di intelligenze esterne. Nazca probabilmente era un punto di atterraggio (o di passaggio) di astronavi del passato, ma altrettanti punti li troviamo a 400 km di distanza in Perù a Mollendo, e altrettanto in Cile presso Antofagasta e a Pintados, e ancora a Pisco e nel deserto di Tarapacar. Dunque, quella che sembra una vera e propria rete di atterraggio per navi spaziali. In questi siti sono state trovate statuine in bronzo rivestite di tute e caschi spaziali con occhialetti simili agli occhi degli insetti (i grigi?).
Nella baia peruviana di Pisco esiste su di una scoscesa parete la figura di un "candelabro" di 250 metri o di una freccia che indica Nazca. Si tratta probabilmente della figura del candelabro ebreo, che guarda caso è il simbolo fatto costruire dal “Signore” a Mosè dopo che glielo aveva mostrato sul luogo dove era atterrato con la sua astronave. Si dice che questo candelabro, guarda caso, fosse il simbolo di Atlantide, ed infatti è la rappresentazione perfetta delle sette torri della capitale atlantidea e, al tempo stesso, è la rappresentazione della struttura della capitale atlantidea, evidenziando i canali circolari e concentrici, e la via che li attraversava tutti.
Le grandi figure visibili dall'alto erano certamente state erette da popoli dell'antichità che volevano farsi notare dalle astronavi aliene (viste come dei) che passavano continuamente su dei punti geografici prefissati. Insomma, si tratta certamente del primo tentativo documentato di entrare in contatto con esseri alieni.
C'è da evidenziare il fatto che le grandi figure visibili solo dall'alto erano molte di più in antichità, ed infatti quelle che ci sono giunte intatte fino a noi sono solo delle figure poste in luoghi che miracolosamente non sono stati stravolti dall'uomo e dalla natura.
In tutto il mondo sono state trovate statuette che raffigurano uomini, donne e bambini con fattezze insettiformi o comunque serpentiformi, risalenti fino ad oltre il 5500 a.C. e che presentano anche il particolare del cranio allungato. Inoltre sono stati trovati abnormi teschi di forma ovale e allungata ad Abido in Egitto, in mesoamerica, in antiche tombe Sumere a Kish, Jadmet e Nast. La pratica di allungamento del cranio potrebbe essere stata attuata per l’imitazione di quella che sembra una razza divina rettiloide scesa dal cielo o tali esseri potrebbero essere semplicemente degli ibridi umani-rettiloidi. Sembra certo che per un certo periodo di tempo, una razza diversa dalla nostra frequentava gli umani. Sembra essere una razza serpentiforme, alta e slanciata, con conoscenze avanzate, e temuta dagli umani; alcuni popoli divinizzarono questa razza diversa, scolpendo statuine che ritraevano questa razza nei momenti più disparati, anche in scene di maternità (una donna serpentiforme con in braccio un neonato serpentiforme) .
Gli uomini-serpente delle stanze di Dyzan fecero pace con la quinta razza, ammaestrandola ed istruendola. Noi saremmo la quinta umanità: altre quattro civiltà evolute ci avrebbero preceduto, scomparendo a causa di eventi naturali o artificiali. Questa razza serpente dovrebbe essere quella che divulgò il sapere nascosto agli uomini.
Enoch parla di esseri serpente che ingannarono Eva, e che insegnarono agli umani delle cose particolari.
I Serafini vengono definiti “serpenti fiammegianti”, anche se bisogna considerare che “Serafini” significa gli ardenti, i brucianti, vale a dire esseri costituiti da energia pura (come i ben documentati alieni parafisici) e quindi non fisici come gli alieni serpentiformi.
Statuette sciamaniche risalenti al 900 a.C. riportano di un essere con la testa di capra che sembra dominare gli esseri serpentiformi.
I Sumeri adoravano un essere serpentiforme dagli occhi splendenti; antiche scritture parlano dei Veglianti dai capelli bianchi, definiti come stranieri dal volto di vipera. Inoltre il rettile è sempre presente nei miti della creazione di tutti gli antichi popoli del mondo.
Sembrerebbe che esseri serpentiformi considerati invasori dominarono in qualche modo l’Egitto per 13420 anni, fino al 3100 a.C.; inoltre i crani ovali allungati di Abido apparterrebbero agli ultimi discendenti di questi invasori.
In conclusione, tale razza rettiloide potrebbe essere il modo con cui gli antichi hanno voluto rappresentare degli esseri ibridi umano-alieni, che verosimilmente gli alieni avrebbero creato per insegnare direttamente cose agli esseri umani. Ed in effetti, le fattezze rettiloidi, insettiformi o serpentiformi, potrebbero derivare dalle fattezze degli alieni detti Grigi come risultavano dagli ibridi umanoidi creati da questi alieni. Ma queste sono solo ipotesi.
Proseguendo con le ipotesi, non si può non menzionare l'ipotesi che gli esseri serpentiformi raccontati dagli antichi altro non fossero che la razza aliena antagonista dei Grigi, cioè quella che gli stessi Grigi ci dipingono come malvagia in una lunga serie di loro messaggi all'umanità, dalla Bibbia ai messaggi nel grano recenti. A dire il vero, è abbastanza diffusa l'idea dell'esistenza di una razza aliena umanoide dalle fattezze serpentiformi, che si comporterebbe in modo malvagio nei confronti dell'umanità e che avrebbe stretto patti segreti con gli USA e l'URSS durante la guerra fredda. Ma mentre esistono ampie prove tangibili dell'esistenza e delle fattezze degli alieni Grigi, invece non esistono prove fotografiche o filmate che dimostrano oltre qualsiasi dubbio l'esistenza degli alieni serpentiformi.
I GIGANTI
BAALBEK